2007-01-12 16:08:31

Human Rights Watch chiede all'UE di guidare la lotta per i diritti umani perchè gli USA "non sono più credibili"


(12 gennaio 2007 - RV) L’Unione Europea deve colmare il vuoto di leadership causato dalla perdita di credibilità degli Stati Uniti in materia di diritti umani: è quanto afferma l’organizzazione Human Rights Watch, che nel suo Rapporto annuale fotografa un pianeta afflitto da numerose e gravi violazioni. Lo studio è stato reso noto ieri, nel quinto anniversario dell’apertura del campo di detenzione USA di Guantanamo. Human Rights Watch ribadisce l’appello per la chiusura di Guantanamo e critica il presidente americano, Bush, che ha definito le prigioni segrete della CIA come “un insieme di procedure alternative di interrogatorio”. Esorta poi la Germania, alla presidenza di turno UE, ad adottare “misure coraggiose per dare vita a una politica estera europea” in grado di proteggere i diritti umani nel mondo. In Cina, in particolare, la situazione si è fortemente deteriorata nel 2006 e i programmi di aiuti all’estero di Pechino forniscono una nuova opzione ai dittatori del pianeta, come nei casi di Sudan, Zimbabwe e Myanmar. Situazione aggravata anche in Russia, con l’uccisione, tra l’altro, della giornalista Anna Politkovskaya. Rimane in Darfur il quadro “più urgente”, mentre un peggioramento si registra in Iraq, con l’aumento delle violenze interconfessionali, con i gruppi armati sciiti e sunniti che prendono di mira i civili della comunità opposta. E in Medio Oriente i civili sono stati vittime di attacchi indiscriminati sia dell’esercito israeliano, che di Hezbollah, nel conflitto che a luglio ha provocato più di mille morti. Israele ha poi aumentato le restrizioni alla libera circolazione dei palestinesi, incoraggiando l’impunità dei suoi soldati. “Nel caso il muro divenisse una frontiera permanente – afferma Human Rights Watch – questo significherebbe l’annessione da parte di Israele di circa il 10 per cento della Cisgiordania”. D’altra parte, l’ANP fa poco o nulla per impedire che i gruppi armati palestinesi continuino a lanciare razzi su istallazioni civili nello Stato ebraico. Se poi l’Afghanistan è “sul punto di ridiventare un santuario” per le violazioni dei diritti umani, in Iran continuano le torture e i maltrattamenti dei dissidenti detenuti. Stessa situazione in Arabia Saudita, dove, malgrado le pressioni internazionali, rimane ulteriormente compromessa anche la libertà d’espressione e d’associazione, con le donne discriminate e strettamente controllate dalla polizia religiosa. Da segnalare, infine, la Corea del Nord, dove i diritti fondamentali continuano a essere negati alla popolazione.








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