2007-01-10 15:45:23

Sant'Egidio presenta il manuale di sopravvivenza per i senza fissa dimora


(10 gennaio 2007 - RV) I poveri in Italia sono quasi 7 milioni e 600 mila, pari al 13,1 per cento della popolazione residente: il dato, riferito al 2005, è stato diffuso stamani a Roma durante la presentazione della 17.ma guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, edita nella capitale e in altre città italiane ed europee dalla Comunità di Sant’Egidio. Il manuale di sopravvivenza per i senza fissa dimora, che a Roma raggiungono le 7 mila unità, è conosciuto anche come “Guida Michelin dei poveri”. E la povertà non riguarda soltanto gli immigrati, ma anche tante famiglie italiane che non riescono ad arrivare alla fine del mese, come afferma, al microfono di Roberta Moretti, il portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti:


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R. – La povertà estrema degli italiani è in realtà rappresentata da chi esce dal carcere, da chi perde la famiglia, da chi ha una malattia improvvisa, ma soprattutto da chi perde il lavoro. E’ concentrata soprattutto al sud, con un 25 per cento di persone sotto la soglia della povertà. C’è una sofferenza molto più diffusa in tutto il Paese per arrivare alla fine del mese.


D. – Quali sono le cause di questi cambiamenti e come si può intervenire concretamente, anche a livello delle istituzioni?


R. – La casa è un problema serio. Ai nostri centri arriva sempre più gente in difficoltà economica, perché non riesce a pagare le rate. L’indebitamento per i consumi è un fenomeno enormemente in crescita. Gli affitti sono aumentati del 14 per cento da un anno all’altro; aumentano gli sfratti e il 70 per cento sono per morosità. Inoltre, non esistono strumenti per un inserimento stabile nel mondo del lavoro. In terzo luogo, ci sono interventi di emergenza - Roma, per esempio, è straordinaria in questo - ma poi ogni anno si ricomincia da capo. Se noi confrontiamo immigrati ed italiani, gli immigrati arrivano poverissimi, vengono ai nostri centri e nel giro di un anno riescono a cambiare vita. Gli italiani, al contrario, a volte, continuano a venire per dieci anni, perché non ci sono strumenti stabili per uscire dalla povertà. Il reddito minimo di inserimento, uno strumento che altri Paesi europei utilizzano e che da noi è stato sperimentato in poche aree, potrebbe essere una proposta.


D. – Parlando di immigrazione, cambieranno in qualche modo i rapporti con i “nuovi europei” immigrati di Romania e Bulgaria?


R. – C’è molto allarme. Si parla di “invasione” dei romeni e dei bulgari. Noi riteniamo che accadrà come per i polacchi, dove si era pensato a delle quote, erano state fatte delle previsioni e poi tutte queste quote non sono state neanche riempite.


D. – Parliamo della guida… Quali riscontri avete avuto negli anni passati e cosa vi aspettate da questa edizione 2007?


R. – Intanto, ci aspettiamo che continui il contagio, perché adesso la guida viene fatta anche a Vienna, a Parigi, a Barcellona. In Italia viene fatta a Firenze, Genova, Napoli e Pisa. A Roma verranno diffuse 13 mila copie, stampate su carta impermeabile. Questo significa che c’è uno strumento in più per gli operatori sociali, per chi vive in strada e per le famiglie. Poi, ci sono tanti indirizzi anche di ispirazione cristiana. Ma soprattutto, guardando alla mappa che è allegata, scopriamo che sia la solidarietà, sia la povertà sono molto più frammentate in tutta la città e non solo nel centro storico.
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