2007-01-05 15:59:36

Il Papa presiede in San Pietro la Messa per la solennità dell'Epifania


(5 genanio 2007 - RV) L’inizio del 2007 presenta, in modo inconsueto, racchiuse in 24 ore, le solennità che concludono il periodo del Natale: domani, 6 gennaio, l’Epifania e, dopodomani, la festa del Battesimo del Signore. In queste due settimane, molti sono stati gli interventi di Benedetto XVI improntati ad una catechesi strettamente legata alla nascita di Cristo. Ripetutamente, il Papa ha invitato i credenti, ma non solo loro, a riconoscere nell’evento del Natale il segno, di volta in volta, della salvezza dell’uomo, della sacralità della famiglia, della pace per il mondo. Ripercorriamo allora i momenti salienti di questo particolare magistero nel servizio di Alessandro De Carolis.

**********
(musica)

Oltre duemila anni dopo, il centro di irradiazione della pace che chiede l’umanità, e della sua salvezza dalle molte facce del male, non si è spostato dalla notte di Betlemme. Il “Salvatore di tutti” ha ancora il volto di un neonato, la sua fragile forza, una mamma e un papà modello per ogni famiglia, anche se oggi i modelli che si vorrebbe diffondere sono altri. Durante questo periodo di feste, Benedetto XVI ha costruito volta per volta la sua riflessione sul Natale, illuminandone le singole sfaccettature come un prisma il cui cuore parla del Dio-Bambino. Così si esprime il Papa la notte del 24 dicembre scorso, all’omelia della Messa in San Pietro:


“Egli non viene con potenza e grandiosità esterne. Egli viene come bambino - inerme e bisognoso del nostro aiuto. Non vuole sopraffarci con la forza. Ci toglie la paura della sua grandezza. Egli chiede il nostro amore: perciò si fa bambino. Nient'altro vuole da noi se non il nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente ad entrare nei suoi sentimenti, nel suo pensiero e nella sua volontà – impariamo a vivere con Lui e a praticare con Lui anche l'umiltà della rinuncia che fa parte dell'essenza dell'amore”.


Il giorno di Natale è il giorno di una domanda che a null’altro serve che a rafforzare il concetto precedente. Si chiede Benedetto XVI davanti a 100 telecamere di 60 Paesi: “E’ ancora necessario un “Salvatore” per l’uomo “che ha raggiunto la Luna e Marte e si dispone a conquistare l’universo”; per l’uomo che “riesce a decifrare persino i codici meravigliosi del genoma umano”, che “naviga nell’oceano virtuale di internet” e ha fatto della Terra, “questa grande casa comune, un piccolo villaggio globale?”. La risposta è: sì, perché senza il Salvatore e il suo messaggio d’amore universale, il pianeta mostra tuttora le sue miserie:


“Si muore ancora di fame e di sete, di malattia e di povertà in questo tempo di abbondanza e di consumismo sfrenato. C’è ancora chi è schiavo, sfruttato e offeso nella sua dignità; chi è vittima dell’odio razziale e religioso (…) C’è chi vede il proprio corpo e quello dei propri cari, specialmente bambini, martoriato dall’uso delle armi, dal terrorismo e da ogni genere di violenza in un’epoca in cui tutti invocano e proclamano il progresso, la solidarietà e la pace per tutti”.


Medio Oriente e Africa, Asia, Europa e Americhe: Benedetto XVI ricorda le emergenze del momento e, Urbi et Orbi, lancia questo augurio:


“Cari fratelli e sorelle, dovunque voi siate, vi giunga questo messaggio di gioia e di speranza: Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo, è nato da Maria Vergine e rinasce oggi nella Chiesa. E’ Lui a portare a tutti l’amore del Padre celeste. E’ Lui il Salvatore del mondo! Non temete, apritegli il cuore, accoglietelo, perché il suo Regno di amore e di pace diventi comune eredità di tutti. Buon Natale!”.


Il Natale si “scioglie” naturalmente nella memoria di S. Stefano. Ma perché la Chiesa ricorda il sangue di un martire il giorno dopo aver celebrato la gioia per la nascità di Gesù? Spiega il Papa:

“Si comprende allora il legame che esiste tra il ‘dies natalis’ di Cristo e il dies natalis di Santo Stefano. Se Gesù non fosse nato sulla terra, gli uomini non avrebbero potuto nascere al Cielo. Proprio perchè Cristo è nato, noi possiamo ‘rinascere’!”.


Domenica 31 dicembre è il giorno della famiglia di Nazareth. Dalla finestra del suo studio, all’Angelus, Benedetto XVI rivolge alla folla parole rese ancor più incisive dall’immagine del grande presepe che troneggia nella Piazza, al quale il Papa farà visita la sera stessa, dopo il Te Deum:

“La santa Famiglia di Nazaret è veramente il ‘prototipo’ di ogni famiglia cristiana che, unita nel Sacramento del matrimonio e nutrita dalla Parola e dall’Eucaristia, è chiamata a realizzare la stupenda vocazione e missione di essere cellula viva non solo della società, ma della Chiesa, segno e strumento di unità per tutto il genere umano (…) Invochiamo insieme la protezione di Maria Santissima e di san Giuseppe per ogni famiglia, specialmente per quelle in difficoltà. Le sostengano perchè sappiano resistere alle spinte disgregatrici di una certa cultura contemporanea, che mina le basi stesse dell’istituto familiare”.


All’omelia della solenne Messa nella Giornata mondiale della pace, festa di Maria Madre di Dio - primo gennaio 2007 - risuona, nelle parole del Papa, la tesi centrale contenuta nel suo Messaggio scritto per questo giorno. La tesi, espressa dal titolo del Messaggio, è chiara: è la persona il “cuore della pace”:

“Di fronte alle minacce alla pace, purtroppo sempre presenti (…) diventa più che mai necessario operare insieme per la pace. Questa, ho ricordato nel Messaggio, è ‘insieme un dono e un compito’: dono da invocare con la preghiera, compito da realizzare con coraggio senza mai stancarsi”.


Una settimana densa di pensieri spirituali senza tempo, ma ciascuno calato nella realtà sociale, umana, politica a cavallo di un anno al termine e di uno all’inizio. Con l’Epifania, non è solo un periodo liturgico che termina, ma soprattutto un cerchio che si chiude: da una rozza mangiatoia, il Dio-Bambino appare ai sapienti del mondo per quello che è realmente: l’umile Salvatore più forte dei re. Così, Benedetto XVI lo spiegò il sei gennaio dello scorso anno:

“Restano in ombra i palazzi del potere di Gerusalemme, dove la notizia della nascita del Messia viene recata paradossalmente proprio dai Magi, e suscita non gioia, ma timore e reazioni ostili. Misterioso disegno divino: ‘la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie’ ” .


(musica)
**********

Come sempre, la Radio Vaticana seguirà in radiocronaca diretta la celebrazioni conclusive delle feste natalizie. Per domani, segnaliamo la radiocronaca diretta, a partire dalla 9.50, della Santa Messa dell’Epifania presieduta da Benedetto XVI in San Pietro, con commenti in italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo, sulle consuete lunghezze d’onda.









All the contents on this site are copyrighted ©.