2006-12-21 17:31:34

Un medico stacca la spina del respiratore automatico, provocando la morte di Piergiorgio Welby, il malato di distrofia muscolare che aveva chiesto l'eutanasia


(21 dicembre 2006 - RV) Piergiorgio Welby è morto ieri sera poco prima della mezzanotte. Un medico-anestesista dell’ospedale di Cremona, Mario Riccio, dopo averlo sedato ha staccato la spina del respiratore artificiale che dal 1977 teneva in vita Welby, affetto da distrofia muscolare progressiva. L’annuncio della morte è stato dato in conferenza stampa da Marco Pannella, affiancato dal medico che ha dichiarato di aver rispettato la volontà di morire dell’uomo. Piergiorgio Welby, 61 anni, che al momento del decesso aveva accanto la moglie la sorella e alcuni esponenti del partito radicale, nel settembre scorso si era rivolto al presidente della repubblica Napolitano chiedendo “di poter morire con dignità”. Il caso aveva suscitato numerosi interventi e polemiche, arrivando fino al tribunale di Roma al quale Welby si era rivolto per ottenere l’interruzione delle cure, un ricorso ritenuto però inammissibile. Di ieri, infine, il parere del consiglio superiore di sanità per il quale le cure che lo tenevano in vita non erano da configurarsi come accanimento terapeutico. Paolo Ondarza ha raccolto il commento di mons. Elio Sgreccia, presidente dell’istituto di bioetica dell’università cattolica del sacro cuore: RealAudioMP3


Attonito il mondo politico italiano. Il radicale Marco Cappato, sottolinea come Welby abbia ottenuto ciò che aveva chiesto. Duri i commenti del centrodestra che parla di strumentalizzazione da parte dei radicali e chiede l’arresto dei colpevoli dell’omicidio. La maggioranza sollecita un confronto in parlamento sul tema eutanasia e confine tra vita e morte. Francesco D’Agostino, presidente dell’unione dei giuristi cattolici: RealAudioMP3









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