2006-12-16 16:08:07

Mons. Bruno Forte sul Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace


(16 dicembre 2006 - RV) Tanti i commenti in questi giorni al Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2007 intitolato “La persona umana, cuore della pace”. Il Messaggio, presentato martedì scorso nella Sala Stampa vaticana, afferma con forza che solo rispettando la persona, la sua dignità e i suoi diritti, si promuove la pace. Ascoltiamo in proposito la riflessione dell’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte: Sergio Centofanti gli ha chiesto qual è, a suo avviso, l’idea principale del messaggio:


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R. - La dignità infinita di ogni essere umano, quella dignità che noi esprimiamo con il concetto di persona, un concetto che si è andato definendo proprio attraverso l’approfondimento del mistero dell’Incarnazione. Se il figlio di Dio è diventato uno di noi ed è entrato nella Storia, Egli ha affermato l’assoluta singolarità di ogni essere umano, senza alcuna riserva, che gli spetta. Sia che le sue condizioni di vita, di età, di salute, siano favorevoli agli occhi del mondo, sia che siano svantaggiate. E’ un punto fondamentale che appartiene ormai all’intera cultura dell’Occidente e, attraverso di essa, dell’umanità intera, ma che viene nella sua genesi proprio dal Vangelo cristiano e dalla tradizione biblica che vede l’uomo come partner di Dio.


D. - Per il Papa occorre superare le visioni riduttive dell’uomo e i pregiudizi ideologici e l’indifferenza per ciò che costituisce la vera natura dell’uomo: ad una visione debole della persona - scrive - corrispondono diritti umani indeboliti…


R. - E’ evidente. Questo significa che questa dignità della persona non è il frutto di una convenzione ma è qualcosa che è scritto nel profondo della realtà. Il Papa dice una cosa molto bella in questo testo, quando parla di una grammatica scritta nel cuore dell’uomo, dal suo Divino Creatore. Questa grammatica ci fa capire che l’essere umano personale cioè il soggetto libero e consapevole è qualcosa di assoluto, di cui non si può disporre a piacimento: Benedetto XVI ama precisare che ci sono delle realtà e dei valori che sono indisponibili, che non possono essere manipolati a piacimento ma che devono essere accolti e rispettati. Qui il Papa si fa giustamente portavoce di un appello rivolto dalla coscienza dell’essere umano a ogni uomo e a ogni cultura, perché si converga nel sì alla dignità della persona umana e quindi alla giustizia e alla pace, all’uguaglianza tra tutti gli uomini e nel no a ogni forma di manipolazione e di violenza, a cominciare dalla violenza esercitata in nome di Dio, che è assolutamente inaccettabile, per andare al non riconoscimento della dignità di ogni essere umano, al rispetto della condizione femminile, al rispetto dell’ambiente, che è condizione per un’ordinata convivenza umana e al no deciso alla guerra. Naturalmente tutta questo sistema di valori fondato sul valore assoluto della dignità della persona umana comporta diritti e doveri. Il Papa cita una bella frase del Mahatma Gandhi che dice “il Gange dei diritti discende dall’Himalaya dei doveri” e questo sembra un punto bello perché ci fa capire come la diaconia della verità, l’obbedienza a questi valori assoluti, non sia un gioco, un’opzione lasciata all’arbitrio soggettivo ma sia qualcosa che mentre ti libera ti impegna.
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