Appello della Chiesa indiana per il rispetto dei diritti delle donne
(14 dicembre 2006 - RV) “Nell’India rurale occorre una speciale attenzione per le
bambine, perché le discriminazioni cominciano sin dalla nascita e diventano poi tragiche”:
lo ha detto mons. Stanislaus Fernandes, segretario generale della Conferenza episcopale
indiana in una dichiarazione rilasciata ad AsiaNews. I vescovi indiani si stanno impegnando
per la tutela della donna richiamando ad un’azione contro le discriminazioni, mentre
emerge un aumento degli aborti “selettivi” dei feti femminili. In questa situazione
“la Chiesa cattolica, tramite la sua opera sociale, ha contribuito e contribuisce
a rendere le persone coscienti che ogni bambino è importante per la società”, ha detto
mons. Fernandes. L’aiuto della Chiesa, a tal proposito, è concreto e affronta problemi
come l’assistenza sanitaria e la carenza d’istruzione. Mons. Fernandes ricorda che
“un aiuto sanitario raggiunge le donne incinte e le madri anche tra le popolazioni
più povere in aree remote, tramite dispensari e cliniche mobili”. “La Chiesa - ha
continuato il vescovo - si è sempre occupata della famiglia, anche attraverso i nostri
gruppi di donne. Con varie attività, ha evidenziato che la comunità e la società hanno
la responsabilità di promuovere la crescita e lo sviluppo dell’essere umano e debbono
riconoscere la giusta importanza per le bambine … È stato fatto molto … ma molto c’è
ancora da fare”. L’invito risulta ancora più attuale alla luce degli ultimi dati diffusi
in un rapporto del 12 dicembre del Fondo per i bambini delle Nazioni Unite (UNICEF).
Il documento rivela che in India, ogni giorno, nascono 71 mila neonati e solo 31 mila
sono femmine. Si ritiene che questo minor numero di bambine sia conseguenza dei diffusi
aborti compiuti dai genitori contro i feti femminili. Nonostante sia punito dalla
legge, il feticidio è diffuso in India, per la maggior importanza attribuita ai maschi.
Ma anche dopo la nascita la discriminazione contro le bambine è notevole: per loro
c’è minore cura sanitaria, istruzione e persino cibo. Solo il 67,7 per cento delle
ragazze tra i 15 e i 24 anni riceve un’istruzione, rispetto all’84,2 per cento dei
maschi. Circa il 45 per cento delle donne sono poi costrette a sposarsi prima dei
18 anni, in violazione della legge. Ed è alta la mortalità collegata alla gravidanza:
muore una donna indiana ogni 7 minuti, anche in conseguenza della maternità di ragazze
con meno di 15 anni.