Haiti: i vescovi contro le violenze che devastano il Paese
(13 dicembre 2006 - RV) vescovi haitiani tornano a lanciare l’allarme sulla drammatica
situazione dell’ordine pubblico ad Haiti dove, a più di tre anni anni dall’uscita
di scena dell’ex presidente, Bertrand Aristide, violenze e rapimenti sono ancora all’ordine
del giorno. Nella loro lettera pastorale per l’Avvento, i presuli si rivolgono in
primo luogo alla coscienza degli autori di questi reati, ma non risparmiano critiche
al governo di René Laval, succeduto ad Aristide nel febbraio 2004. Dal cambio di governo
- affermano – la situazione non è migliorata. Stando ai dati di un’organizzazione
locale per i diritti umani, solo quest’anno nell’isola si sono registrati 150 sequestri
e più di 700 omicidi. Quello che colpisce di queste violenze, evidenziano i vescovi,
è la banalizzazione della vita umana: “Uomini donne e persino bambini sono ridotti
a merce. I rapimenti – avvertono – stanno creando un clima di angoscia e terrore.
La sfiducia impera e la speranza di un intero popolo è messa a dura prova”. Nel messaggio,
viene chiamata in causa anche la decisione dei governi statunitense e canadese di
rimpatriare i cittadini haitiani che hanno commesso reati in Canada e negli Stati
Uniti. Un appello alle forze politiche haitiane a promuovere il dialogo, lo sviluppo
e il bene comune del Paese è giunto anche dalla Commissione Giustizia e Pace, che
nei giorni scorsi ha diffuso un rapporto sulle violenze scoppiate durante le elezioni
amministrative dello scorso 3 dicembre. Nel rapporto, si parla di un peggioramento
della situazione economica nel Paese, evidenziando che il clima di insicurezza generalizzata
sta avendo effetti traumatici sulla popolazione.