(12 dicembre 2006 - RV) Gratitudine verso Colei che riuscì a unire fraternamente in
un’unica Patria due popoli con culture lontane: quella spagnola e quella indigena.
Con questo spirito, la Chiesa messicana celebra oggi i 475 anni dalle apparizioni
di Nostra Signora di Guadalupe, regina del continente americano e delle Filippine,
al povero indio Juan Diego, proclamato Santo da Giovanni Paolo II nel 2002. Il volto
nobile, di colore bruno, le mani giunte, il manto azzurro mare trapuntato di stelle
dorate, alle spalle il sole che splende con i suoi cento raggi: la celebre immagine
della Madonna di Guadalupe, venerata da milioni di fedeli nella Cattedrale di Città
del Messico, rimase impressa sul mantello di Juan Diego il 12 dicembre del 1531. Qualche
giorno prima, la Vergine, detta “Morenita”, era apparsa al povero indio sulla collina
del Tepeyac, chiedendogli di recarsi dal vescovo locale perché le venisse eretto un
tempio ai piedi del colle. Il vescovo non gli credette e gli chiese un segno, ma l’indomani
Juan Diego non poté recarsi all’appuntamento con la Signora, perché suo zio si era
ammalato gravemente. Fu la Vergine allora ad andargli incontro, rassicurandolo sulla
guarigione dello zio e invitandolo a cogliere dei “fiori di Castiglia” sulla cima
del Tepeyac, nonostante fossero fuori stagione. Ma quando Juan Diego presentò al vescovo
i fiori custoditi nel mantello, come prova delle apparizioni, all’istante sulla tilma
si impresse l’immagine della Vergine. La figura, che rappresenta una donna incinta,
non è né una pittura, né un disegno, e non è fatta da mani umane. Un vero rompicapo
per gli studiosi, che con sofisticate apparecchiature hanno scoperto 13 persone riflesse
nelle pupille della Madonna: sarebbero lo stesso Juan Diego, con il vescovo e altri
ignoti personaggi, presenti quel giorno di dicembre di 475 anni fa al prodigioso evento.