2006-12-11 16:02:48

Convegno in Vaticano sugli Zingari


(11 dicembre 2006 - RV) I direttori nazionali della Pastorale per gli Zingari sono riuniti da oggi a Roma per approfondire il documento “Orientamenti per una Pastorale degli Zingari”, al fine di incoraggiarne un’appropriata applicazione. Si tratta del primo documento della Chiesa, nella sua dimensione universale, dedicato agli Zingari e pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti l’8 dicembre dello scorso anno. Questa mattina a rivolgere il saluto ai partecipanti all’incontro è stato il presidente del dicastero, il cardinale Renato Raffaele Martino. Il servizio di Tiziana Campisi:

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Occorre riconoscere i valori della cultura degli Zingari, custodirne la dignità e rispettarne l’identità, incoraggiando iniziative per la promozione e per la difesa dei loro diritti, ha detto nel suo intervento il cardinale Martino. Il porporato ha sottolineato quanto importante sia rispondere alle aspettative degli Zingari nella loro ricerca di Dio, orientando i loro passi secondo l’insegnamento di Cristo ed ha ricordato inoltre che la pastorale per i nomadi esorta tutto il popolo cristiano ad una conversione della mente e degli atteggiamenti, al fine di instaurare con gli Zingari un rapporto positivo. Nonostante la loro storia faccia ormai parte integrante di quella dei Paesi in cui vivono e la loro cultura abbia pure arricchito notevolmente un gran numero di Paesi ospitanti, ha proseguito il porporato, non sempre la loro vita risulta tranquilla. Spesso gli Zingari vengono visti e considerati come “altri”, stranieri, mendicanti insistenti, discriminati ed emarginati; per tale motivo diversi organismi si sono impegnati in programmi d’aiuto, assicurando alle comunità zingare i valori fondamentali della democrazia e dell’eguaglianza, soprattutto in materia di sanità, impiego, alloggio e accesso agli studi. “Essendo la Chiesa segno dell’amore di Dio per gli uomini e della vocazione dell’intero genere umano a trovare unità in Cristo – ha affermato il cardinale Martino – essa non può, né deve accettare situazioni di emarginazione in cui versano intere popolazioni”. Il porporato ha evidenziato che l’itinerario da percorrere è quello della predicazione della Parola di Dio e dell’evangelizzazione. Ma è necessario uno sforzo congiunto da parte di diversi operatori pastorali per rendere sempre più visibile il volto di Cristo attraverso un incisivo annuncio corroborato da una coerente testimonianza. Ma qual è oggi la situazione degli Zingari: quanti sono, dove sono e in quante comunità si suddividono? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti:


R. - Sono circa 36 milioni gli Zingari sparsi in tutto il mondo, in Europa, poi in tutte e due le Americhe e in alcuni Paesi dell’Asia. Diciotto milioni si pensa vivano in India, terra originaria di quella popolazione. Per quanto riguarda l’Europa, le stime ufficiali del Consiglio d’Europa presentano un numero che oscilla tra 9 e 12 milioni, con rilevante concentrazione nell’Est europeo. Il Paese con la maggiore presenza di Zingari è la Romania (secondo le stime essi variano dal 1.800.000 ai 2.500.000 e oltre), al secondo e al terzo posto vi sono la Bulgaria e la Spagna, con circa 800.000 Zingari ciascuna. In Italia tale popolazione rappresenta lo 0,16% circa dell’intera popolazione nazionale. Negli Stati Uniti, invece, vive quasi un milione di Zingari. Considerando che la realtà zingara è costituita da vari gruppi ed etnie, quali i Rom, Sinti, Manousche, Kalé, Yéniches, Romanichals, Xoraxané, Kanjarija, Rudari, Arl, ecc., è davvero difficile dire in quante comunità si suddividano. Spesso si parla anche di comunità zingare riferendosi a quelle formate da piccoli clan familiari.


D. - Come si fa oggi pastorale fra gli Zingari: quante persone vi sono coinvolte e come portano avanti il loro lavoro?


R. - La Chiesa è presente tra gli Zingari specialmente per mezzo delle specifiche strutture pastorali, con i suoi sacerdoti, religiosi e religiose responsabili. A livello nazionale vi sono i Direttori Nazionali, i quali svolgono il loro compito in stretta collaborazione con il Vescovo Promotore, incaricato per un certo Paese. Essi sono coadiuvati dagli Operatori pastorali, in maggioranza laici. Il loro numero varia da un Paese all’altro: in Francia abbiamo un centinaio di Operatori pastorali, mentre in Germania solo in 4 diocesi (su 27) vi è un sacerdote incaricato di tale pastorale. Essi svolgono il loro servizio adattandosi alle particolari esigenze e alla cultura di queste persone. Ci sono anche Operatori pastorali che vivono con gli Zingari, all’interno di campi sosta, e che formano le cosiddette “comunità ponte”.


D. - Quali difficoltà incontrano gli operatori pastorali?

R. - I problemi e le difficoltà che gli Operatori pastorali devono affrontare non sono pochi. In gran parte si manifestano nell’incontro con gli Zingari, a causa di culture, mentalità e convinzioni diverse. Il Documento “Orientamenti per una Pastorale degli Zingari” tratta largamente questo argomento. Chi lavora per, con e tra gli Zingari, deve tener conto della loro identità e cultura peculiari. Infatti, la scarsa conoscenza di queste loro caratteristiche sta alla base di atti discriminatori e aggressivi nei confronti della popolazione zingara. Un altro problema, sul quale la Chiesa non può tacere, è la violazione dei loro fondamentali diritti all’alloggio, alla scolarizzazione dei bambini e all’impiego. Inoltre, il lavoro degli operatori pastorali è reso difficile da atteggiamenti negativi assunti dagli stessi Zingari e anche dall’immagine non positiva che ne offrono i mezzi di comunicazione sociale. Invito tutti a leggere il nostro Documento per conoscere e comprendere meglio la realtà zingara, i suoi valori, accanto agli aspetti stereotipi che di loro in generale abbiamo nelle nostre società.
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