2006-12-07 15:52:01

La Diocesi di Padova: il via alle famiglie anagrafiche significa aprire alle coppie di fatto


(07 dicembre 2006 - RV) Un “ipocrita inaccettabile iniziativa”: cosi oggi commenta l’“Osservatore Romano” il caso apertosi a Padova, dove la Giunta comunale ha approvato una mozione presentata dal presidente della locale Arcigay per riconoscere la “famiglia anagrafica” quale nucleo di persone legate da “vincoli affettivi e coabitativi”. Si apre di fatto la strada per riconoscere la famiglia, sia pure da un punto di vista amministrativo, non fondata sul matrimonio. Vibrate proteste sono giunte dalla diocesi di Padova, che prende atto di “un’apertura verso il riconoscimento giuridico delle unioni di fatto”. Ma quali potranno essere i risvolti pastorali etici di questa vicenda nella vita della società? Roberta Gisotti lo ha chiesto a don Giampaolo Dianin, docente di Teologia morale nella Facoltà Teologica del Triveneto:


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R. – Sì; noi abbiamo espresso una forte preoccupazione per questa mozione che in se stessa non ha più di tanto valore giuridico ma sicuramente a livello simbolico è molto forte, perché di fatto se messa insieme con le mozioni che sono state fatte anche in altre città, vari registri delle coppie di fatto, tutto questo ci sembra vada verso quella cultura e quella mentalità che vuole far passare come famiglia tutto ciò che è semplicemente legame affettivo, a prescindere dal maschile e dal femminile, ma anche a prescindere da diritti e doveri, anche esplicitati.


D. – La nota espressa dalla diocesi sottolinea anche l’impatto diseducativo per le nuove generazioni ...


R. – Siamo tutti consapevoli che oggi i legami affettivi sono strutturalmente fragili. Ecco, questa parola “strutturalmente” è molto forte, cioè, non è solo una fragilità che è di sempre, ma oggi è qualcosa di molto più forte e radicato. E allora, pensare di consegnare soprattutto alle nuove generazioni, un modello di vita di coppia senza impegni – ci sono certamente degli impegni, ma sono solo a livello personale e sempre reversibili – tutto questo porta le persone a pensare a legami a termine, a tempo, che oggi posso iniziare e domani terminare ... questo, ci sembra, non fa bene alle persone, non fa bene – ovviamente – ai figli e credo non fa bene nemmeno alla società, alle relazioni sociali.
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Occupiamoci dei risvolti propriamente giuridici di questa vicenda, sulla quale si è acceso un vivace dibattito nel Parlamento italiano. Per alcuni questa mozione sulla famiglia anagrafica collide con la Costituzione. Gabriella Ceraso ha raccolto il parere di Giuseppe Giacobbe, preside della facoltà di Giurisprudenza dell’Università LUMSA a Roma, esperto di diritto di famiglia:


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R. – Questo è un modo indiretto per eludere il dettato costituzionale, perchè dire “famiglia anagrafica” o non significa nulla o significa riconoscimento sostanziale delle unioni di fatto.


D. – Vuol dire che una mozione di questo genere equipara la famiglia alle convivenze?


R. – Sostanzialmente sì, perché il nostro ordinamento prevede la famiglia anagrafica, ma non in quanto fondata su vincoli affettivi; prevede la famiglia anagrafica, in quanto convivenza. Il collaboratore domestico che vive e dorme presso la famiglia costituisce la famiglia anagrafica. Il vincolo affettivo, però, implica che si vuole attribuire un valore di famiglia. Si sta assistendo al fatto che per evitare lo scontro frontale si creano tanti tasselli, realizzati i quali si arriva poi alla conclusione, per cui il riconoscimento è nell’ordinamento.


D. – Come commenta l’affermazione del ministro Melandri che dice: “Con questa mozione si smette di ignorare i diritti di milioni di cittadini” …


R. – Nessuno contesta il diritto dei cittadini di convivere con o senza il matrimonio. Non c’è nessuna discriminazione nell’ordinamento. Il problema è se a queste unioni bisogna attribuire un riconoscimento che le parifichi alla famiglia. A mio giudizio un iter di questo genere non è compatibile con l’articolo 29, comma 1 della Costituzione che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
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