Da Efeso, "cuore" mariano della Turchia, la preghiera di pace di Benedetto XVI per
la Terra Santa e l'umanità. Il commento del Patriarca di Gerusalemme dei Latini, mons.
Sabbah
(29 novembre 2006 - RV) Pace per Gerusaleme e il mondo, ma anche un grazie che scaturisce
dal cuore del Papa per il servizio ecclesiale svolto dal “piccolo gregge della Turchia”.
Sotto il sole di Efeso, a ridosso della Casa nella quale la tradizione vuole vi abbia
soggiornato la Vergine insieme con l’Apostolo Giovanni, Benedetto XVI ha toccato stamattina
uno dei caposaldi del suo viaggio apostolico in Turchia: l’incontro con la piccola
Chiesa locale. Tra gli apprezzamenti della stampa musulmana - che oggi si sofferma
con generale soddisfazione sui positivi contatti avuti ieri dal Papa con le autorità
politiche e religiose di Ankara - il Pontefice, dopo un volo di oltre 500 chilometri,
si è spostato oggi verso il Mediterraneo, a Smirne, e di lì a Efeso per presiedere
la Santa Messa al Santuario di Meryem Ana Evì. La sintesi della cerimonia, nel servizio
di uno dei nostri inviati al seguito del Papa, Sergio Centofanti:
L’appello
di pace per la Terra Santa è stato uno dei passaggi “forti” dell’omelia di Benedetto
XVI dal Santuario di Efeso. Levato dalla località mariana, “cuore” di dialogo e pace,
suscita la piena condivisione di uno dei protagonisti della vita ecclesiale nei luoghi
di Cristo: il Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah. Lo ha intervistato per
noi una delle nostre inviate, Cristiane Murray: