Mons. Mamberti: "sono certo che la Turchia dimostrerà la sua tradizionale accoglienza
al Papa, pellegrino di pace e dialogo"
(25 novembre 2006 - RV) “Sono certo che la società turca … non mancherà di dimostrare
ancora una volta la sua tradizionale accoglienza verso” il Papa, “Pellegrino di pace
e di dialogo, che si reca in quel Paese sulle orme dei suoi Predecessori Paolo VI
e Giovanni Paolo II e nella memoria del Beato Giovanni XXIII”. E’ quanto afferma mons.
Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, in una intervista al
quotidiano “Avvenire” che sarà pubblicata nell’edizione di domani. Di fronte agli
episodi “che potrebbero suscitare qualche comprensibile timore – sottolinea il presule
- la Santa Sede ha già reagito nel senso di non amplificarli oltre la loro reale consistenza.
Non dubito, d’altra parte – ha aggiunto - che le Autorità civili hanno predisposto
tutto quanto è necessario per garantire la sicurezza e un tranquillo svolgimento della
visita”. Riguardo all’influenza che potrebbe avere sull’esito del viaggio il discorso
del Papa a Ratisbona, mons. Mamberti ha parlato sì di un influsso, ma in positivo
perché Benedetto XVI “potrà ribadire quello che ha già detto, chiarendo il suo pensiero,
circa la stima nei confronti dei musulmani, la volontà dei dialogo – che non è stagionale
– la possibilità di collaborazione a servizio dell’uomo e della sua causa, superando
incomprensioni e malintesi”. Infine riguardo alla questione dell’adesione della Turchia
all’Unione Europea mons. Mamberti ha rilevato che non c’è una posizione “ufficiale”
della Santa Sede in merito. La Sede Apostolica – ha affermato – “segue con grande
interesse la questione e rileva che il dibattito da tempo in corso e le posizioni
manifestate in favore o contro l’ammissione della Turchia nell’Unione Europea manifestano
che la posta in gioco è di estrema rilevanza. Certo – ha concluso - la Santa Sede
ritiene che, in caso di adesione, il Paese debba rispondere a tutti i criteri politici
convenuti al Vertice di Copenhagen del dicembre 2002 e, per quanto riguarda più specificamente
la libertà religiosa, alle raccomandazioni contenute nella decisione relativa ai principi,
alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato per l’adesione della Turchia
del 23 gennaio 2006”.