2006-11-21 14:51:17

Uscirà in primavera il primo libro di Benedetto XVI, "Gesù di Nazareth". Padre Lombardi: è una grande opera teologica e spirituale


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Il fatto che Benedetto XVI sia riuscito a portare a termine la prima parte della sua grande opera su Gesù e fra pochi mesi sarà nelle nostre mani è una bella, bellissima notizia. Trovo straordinario che nonostante gli impegni e le preoccupazioni del pontificato egli abbia potuto portare a maturazione un’opera di grande impegno scientifico oltre che spirituale. Dice che ha dedicato ad essa tutti i momenti liberi delle sue giornate. Già questo è un messaggio molto significativo sulla importanza e l’urgenza che ha per lui quest’opera. Il Papa dice chiaramente, con la sua abituale semplicità e umiltà, che non si tratta di un “atto magisteriale” ma di un frutto della sua ricerca personale e come tale potrà essere liberamente discusso e criticato. Questa è una osservazione molto importante, perché mette in chiaro che quanto lui scrive nel libro non vincola la ricerca di esegeti e teologi. Non si tratta di una lunga enciclica su Gesù, ma della personale presentazione della figura di Gesù del teologo Joseph Ratzinger, che è stato eletto Vescovo di Roma. Allo stesso tempo, il fatto che colui che è stato eletto Vescovo di Roma e ha il compito di sostenere la fede dei suoi fratelli abbia sentito così forte la chiamata a darci una rinnovata presentazione della figura di Gesù è molto significativo.


La lunga Prefazione, di cui ci sono stati già resi noti l’inizio e la fine, spiega efficacemente che nella situazione culturale attuale e in molte presentazioni della figura di Gesù, la distanza fra il “Gesù storico” e “il Cristo della fede” è diventata sempre più grande, che è diffusa la impressione che sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo più tardi la fede nella sua divinità ha plasmato la sua immagine. Questa situazione – dice espressamente il Papa – “è drammatica per la fede, perché rende incerto il suo punto di riferimento: l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende, minaccia di annaspare nel vuoto”. Joseph Ratzinger, tenendo conto di tutti i risultati della ricerca moderna, intende ripresentarci il Gesù dei Vangeli come il vero “Gesù storico”, come una figura sensata e convincente a cui possiamo e dobbiamo fare riferimento con fiducia e su cui abbiamo ben motivo di poggiare la nostra fede e la nostra vita cristiana. Con il suo libro, il Papa intende quindi svolgere un servizio fondamentale per sostenere la fede dei suoi fratelli, e lo fa sul punto centrale della fede, cioè Gesù Cristo.


Da quanto leggiamo nei brani resi noti della Introduzione, Gesù ci viene presentato come il nuovo Mosé, il nuovo profeta, che parla con “Dio faccia a faccia”, che è il Figlio, profondamente unito con il Padre. Se si lascia da parte questo aspetto centrale la figura di Gesù diventa contraddittoria e incomprensibile. Joseph Ratzinger ci parla dunque con passione della intima unione di Gesù con il Padre e vuole coinvolgere il discepolo che segue Gesù in questa comunione. Leggeremo dunque una grande opera di esegesi e di teologia ma anche una grande opera di spiritualità.
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