La Giornata delle claustrali. Il Papa: non facciamo mancare loro l'aiuto spirituale
e materiale
(21 novembre 2006 - RV) Oggi, 21 novembre, memoria liturgica della Presentazione al
Tempio della Beata Vergine Maria, la Chiesa celebra la Giornata delle claustrali.
Si tratta di persone - ha detto il Papa all’Angelus di domenica scorsa – che hanno
compreso “che il Regno dei cieli è un tesoro per il quale vale veramente la pena abbandonare
tutto”. I monasteri – ha sottolineato Benedetto XVI – “fanno bene a tutti”, anzi sono
“indispensabili” come “i polmoni verdi di una città”. Per questo – ha esortato – “non
facciamo mancare loro il nostro sostegno spirituale ed anche materiale”. E a questo
proposito da oltre 50 anni è stato istituito dalla Santa Sede il Segretariato Assistenza
Monache, per coordinare gli aiuti agli oltre 3500 monasteri femminili di clausura
presenti nel mondo per un totale di circa 47.600 monache e 8 mila novizie. Ma chi
raggiunge questo organismo? Giovanni Peduto lo ha chiesto alla vice-presidente, suor
Giuseppina Fragasso:
********** R. – In media raggiungiamo i 150-180 monasteri.
In questi ultimi anni c’è anche una richiesta proveniente dall’Est Europeo e dal continente
africano ed americano.
D. – Quali possono essere i bisogni che spesso noi non
conosciamo di un monastero di clausura?
R. – Le direi che dall’ultima raccolta
dati del 2005 - e questa è stata una sorpresa anche per noi del Segretariato – è emerso
che alcuni monasteri necessitano anche di alimenti, di farmaci e di altre cose. E
questo al di là delle necessità relative alla formazione di nuovi membri e quindi
necessità di sussidi, di libri che possano coltivare la formazione delle giovani monache.
D. – Lei non è una religiosa claustrale, tuttavia può dirci qual è il senso
della vita di queste donne un tempo chiamate ‘le sepolte vive’?
R. – Per me
è un senso vivo nella Chiesa e già dal Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium ed
anche nella Perfectae Caritatis si mette in evidenza la dimensione contemplativa della
vita consacrata. Anche noi, quindi, di vita apostolica siamo invitate a fare sintesi
tra l’azione e la contemplazione. Le monache ci aiutano e ci sostengono e sperimentiamo
una solidarietà tra loro e noi che alimenta la comunione nella Chiesa.
D.
– Cosa risponderebbe a chi sostiene l’inutilità dell’esistenza delle claustrali?
R.
– Risponderei che proprio il mondo di oggi, l’uomo post-moderno, in tanti modi ci
indica il bisogno dell’Assoluto, il bisogno dell’aldilà, e queste nostre sorelle,
con un paragone un po’, per così dire, molto semplice, ci aiutano ad alzare gli occhi
al di sopra dei tetti mentre l’uomo moderno è tutto ripiegato al di sotto dei tetti
e guarda quindi soltanto la realtà materiale, volendosi quasi sottrarre all’Assoluto.
Queste sorelle sono per noi e per l’umanità intera dei segni luminosi, come delle
frecce che ci guidano sulla strada giusta, sulla strada del Dio Unico, Signore della
storia. **********