2006-11-15 13:39:53

Lo Spirito Santo agisce nella vita di ogni cristiano e lo spinge a testimoniare il Vangelo per le vie del mondo: cosi, Benedetto XVI all'udienza generale dedicata agli insegnamenti di San Paolo


(15 novembre 2006 - RV) Lo Spirito Santo agisce nella vita di ogni cristiano, contrassegnandone l’identità: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che, all’udienza generale in Piazza San Pietro, ha proseguito la sua catechesi sulla figura di San Paolo, mettendo l’accento sugli insegnamenti che “l’Apostolo delle Genti” offre sullo Spirito pentecostale. Lo Spirito Santo, è stata l’esortazione del Pontefice, orienti la nostra vita verso la gioia, la comunione e la speranza. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3 *************
Grazie allo Spirito Santo, il cristiano possiede “un’interiorità ricca e profonda” che ci stabilisce in un “rapporto di filiazione con Dio”: è quanto affermato da Benedetto XVI all’udienza generale. Il Papa ha sottolineato come questo rapporto filiale sia “la nostra grande dignità”. Non siamo infatti soltanto “immagine, ma figli di Dio”. Ha così ricordato che San Paolo mostra non solo la dimensione dinamica dello Spirito, ma anche la sua presenza nella vita del cristiano. Presenza che ne contrassegna l’identità:


“Paolo riflette sullo Spirito esponendone l’influsso non solo sull'agire del cristiano, ma anche sul nostro essere. Infatti è lui a dire che lo Spirito di Dio abita in noi e che ‘Dio ha inviato lo Spirito del suo Figlio nei nostri cuori’. Per Paolo dunque lo Spirito ci connota fin nelle nostre più intime profondità personali”.


Il Libro degli Atti, è stata la sua riflessione, racconta le missioni compiute dagli apostoli nel mondo e soprattutto i tre viaggi missionari compiuti da San Paolo, definito dal Papa un “gigante non solo nell’apostolato, ma anche nella dottrina teologica, profondamente stimolante”. Proprio San Paolo, ha detto, ci mostra dunque la forza dello Spirito Santo che ci spinge a testimoniare la nostra fede in Cristo:


“Lo Spirito pentecostale reca con sé una spinta vigorosa ad assumere l’impegno della missione per testimoniare il Vangelo sulle strade del mondo”.


San Paolo, ha detto ancora, indica la connessione dello Spirito Santo con l’amore. L’amore è proprio il primo frutto dello Spirito. Un amore che unisce. D’altro canto, Benedetto XVI ha indicato che alla “specificità della fede cristiana”, “appartiene la confessione di un’originale condivisione di questo Spirito da parte del Signore risorto, il quale è diventato Lui stesso Spirito vivificante”. Lo Spirito Santo, ha ribadito il Papa, è innanzitutto “creatore di comunione all’interno della comunità cristiana”. Citando poi Sant’Agostino, il Papa ha affermato che se vediamo la Carità, vediamo anche la Trinità. “D'altra parte, però, - ha avvertito - è anche vero che lo Spirito ci stimola a intrecciare rapporti di carità con tutti gli uomini. Sicché, quando noi amiamo diamo spazio allo Spirito, gli permettiamo di esprimersi in pienezza” .Parole accompagnate da una viva esortazione a seguire l’esempio di San Paolo:


“Impariamo così da Paolo che l’azione dello Spirito orienta la nostra vita verso i grandi valori dell’amore, della gioia, della comunione e della speranza. Spetta a noi farne ogni giorno l'esperienza assecondando gli interiori suggerimenti dello Spirito, aiutati nel discernimento dalla guida illuminante dell’Apostolo”.


Ancora, il Papa ha ricordato che San Paolo ci mostra che “non esiste vera preghiera senza la presenza dello Spirito in noi”. Ha così evidenziato che “lo Spirito Santo, cioè lo Spirito del Padre e del Figlio”, è “come l'anima della nostra anima, la parte più segreta del nostro essere, da dove sale incessantemente verso Dio un moto di preghiera, di cui non possiamo nemmeno precisare i termini”:


“Lo Spirito, infatti, sempre desto in noi, supplisce alle nostre carenze e offre al Padre la nostra adorazione, insieme con le nostre aspirazioni più profonde. Naturalmente ciò richiede un livello di grande comunione vitale con lo Spirito. E’ un invito ad essere sempre più sensibili, più attenti a questa presenza dello Spirito in noi, a trasformarla in preghiera, a sentire questa presenza e ad imparare così a pregare, a parlare col Padre da figli nello Spirito Santo”.


Dopo la catechesi, il Papa ha invitato i giovani ad “essere operatori di pace e artefici di riconciliazione”, seguendo l’esempio di Sant’Alberto Magno, di cui oggi si celebra la memoria liturgica. Un Santo, ha evidenziato, che “si sforzò continuamente di stabilire la pace tra le popolazioni del suo tempo”. Infine, ha rivolto un saluto particolare all’associazione Venarotta Calcio e ai partecipanti Un pallone per amico, che coinvolge i giornalisti RAI e la Polizia di Stato.
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