Glaube und Vernunft – die Frage nach dem Verhältnis zueinander ist dem Papst ein Herzensanliegen.
Auch heute wieder hat er sich zu diesem Thema geäußert. Anlass: Eine Audienz für ein
römische Schule: Vor 60 Jahren hatte Kardinal Domenico Tardini die sogenannte „Villa
Nazareth“ gegründet, die bis heute Kindern aus bescheidenen Verhältnissen eine ganzheitliche
christliche Bildung bietet. Papst Benedikt:
„Villa Nazareth will die Jugendlichen
dazu erziehen, mutig Entscheidungen treffen zu können, und zwar in einer Haltung eines
offenen Dialogs und in Verknüpfung mit einer Vernunft, die gereinigt ist im Schmelztiegel
des Glaubens. Der Glaube kann nämlich für alle Pläne des Menschen, denen das Schicksal
des Menschen am Herzen liegt, eine Hoffnungsperspektive eröffnen. Der Glaube erforscht
das Unsichtbare und ist daher ein Freund der Vernunft, weil er die wesentlichen Fragen
stellt, und weil der Glaube unserem Weg hier auf Erden einen Sinn verleiht.“
Den
Menschen helfen, die Botschaft des Glaubens zu verstehen, das sei die „geistige Diakonie“,
die die cristliche Kultur leisten könne
„Es ist vor allem notwendig, die
tiefgehende Übereinstimmung aufzuzeigen zwischen dem, was sich aus der Reflexion über
unser menschliches Leben ergibt und dem göttlichen „Logos“, der „Fleisch geworden“
ist und der „mitten unter uns gewohnt hat“. (Joh 1,14) So entsteht ein fruchtbares
Zusammenspiel zwischen den Postulaten der Vernunft und den Antworten der Offenbarung.
Gerade hier bricht ein Licht hervor, das den Weg erleuchtet, und das unserem Handeln
eine Orientierung gibt.“ (rv 111106 mc) Lesen Sie
hier die ganze Ansprache des Papstes in italienischer Sprache: Signor Cardinale, venerati
Fratelli nell’Episcopato, cari fratelli e sorelle!
Con gioia sono oggi
in mezzo a voi per celebrare i sessant’anni della originale Istituzione, nata dalla
sapiente intuizione dell’allora Mons. Domenico Tardini, in seguito guidata dal compianto
Cardinal Antonio Samorè, e dal nostro Cardinale Silvestrini con il contributo di amici
del mondo della scuola, della cultura e del lavoro, e di benefattori sia italiani
sia americani. Saluto con affetto tutti voi studenti, ex-alunni, amici e tutte le
vostre famiglie e vi ringrazio per la calorosa accoglienza. Saluto, in particolare,
il Cardinale Achille Silvestrini, Presidente della “Fondazione Sacra Famiglia di Nazareth”,
e gli sono riconoscente per le parole con cui mi ha presentato quest’opera educativa
ed ecclesiale a cui dedica tanta intelligenza ed amore. Saluto la Vicepresidente,
Prof.ssa Angela Groppelli, psicologa, che da oltre cinquant’anni si prodiga per Villa
Nazareth, e l’Arcivescovo Claudio Maria Celli con i Vescovi e i sacerdoti che vi hanno
profuso o vi profondono i doni della vita spirituale, i membri del Consiglio della
Fondazione e dell’Associazione laicale “Comunità Domenico Tardini” con il Vicepresidente
Pier Silverio Pozzi e tutti gli associati. Villa Nazareth è una realtà ricca che continua
a svilupparsi grazie all’impegno degli studenti nel periodo di formazione, e poi all’inserimento
professionale e alle nuove famiglie che nascono. E’ questa grande famiglia che desidero
salutare tutta intera con particolare, paterno affetto.
Villa Nazareth, che
ha accolto nei trascorsi sessant’anni diverse generazioni di fanciulli e giovani,
si propone di valorizzare l'intelligenza dei suoi alunni nel rispetto della libertà
della persona, orientata a vedere nel servizio degli altri l’autentica espressione
dell'amore cristiano. Villa Nazareth vuole formare i suoi giovani al coraggio delle
decisioni, in un atteggiamento di apertura al dialogo, con riferimento alla ragione
purificata nel crogiuolo della fede. La fede infatti è in grado di offrire prospettive
di speranza ad ogni progetto che abbia a cuore il destino dell'uomo. La fede scruta
l’invisibile ed è perciò amica della ragione che si pone gli interrogativi essenziali
da cui attende senso il nostro cammino quaggiù.
Può essere illuminante, a questo
riguardo, la domanda che, secondo il racconto di Luca negli Atti degli Apostoli, il
diacono Filippo pone all’Etiope incontrato sulla strada da Gerusalemme a Gaza: “Capisci
quello che stai leggendo?” (At 8,30). L’Etiope risponde: “E come lo potrei
se nessuno mi istruisce?” (At 8,31). Filippo allora gli parla di Cristo.
L’Etiope scopre così la risposta ai propri interrogativi nella persona di Cristo annunciato
con parole velate dal profeta Isaia. È dunque importante che qualcuno arrivi accanto
a chi è in cammino e gli annunci “la buona novella di Gesù”, come fece Filippo. E’
qui adombrata la “diaconia” che la cultura cristiana può svolgere nell’aiutare le
persone in ricerca a scoprire Colui che è nascosto nelle pagine della Bibbia come
nelle vicende della vita di ciascuno. Ma non si deve dimenticare che il Signore si
dice sfamato, dissetato, ospitato, vestito, visitato in ogni persona bisognosa
(cfr Mt 25,31-46). Egli dunque è pure “nascosto” in tali persone ed eventi.
So che su questi ed altri simili testi della Bibbia voi, cari amici, siete soliti
riflettere. Sono parole che vi accompagnano nelle vostre giornate. Unendo tra loro
queste immagini e questi ammonimenti voi potete comprendere chiaramente quanto siano
inscindibili la verità e l’amore. Nessuna cultura può essere contenta di se stessa
finché non scopre che deve farsi attenta alle necessità reali e profonde dell’uomo,
di ogni uomo.
A Villa Nazareth, vi è dato di sperimentare come la parola di
Dio richieda un ascolto attento ed un cuore generoso e maturo per essere vissuta in
pienezza. I contenuti della rivelazione di Gesù sono concreti ed un intellettuale
cristianamente ispirato deve sempre essere pronto a comunicarli quando dialoga con
coloro che sono alla ricerca di soluzioni capaci di migliorare l'esistenza e di rispondere
all'inquietudine che assilla ogni cuore umano. Occorre mostrare soprattutto la corrispondenza
profonda che esiste tra le istanze che emergono dalla riflessione sulle vicende umane
e il Logos divino che “si è fatto carne” ed è venuto “ad abitare in mezzo a
noi” (cfr Gv 1,14). Si crea così una convergenza feconda tra i postulati della
ragione e le risposte della Rivelazione e proprio di qui scaturisce una luce che illumina
la strada su cui orientare il proprio impegno.
Nel quotidiano contatto con
la Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa si sviluppa la vostra maturazione sul
piano umano, professionale e spirituale, e voi potete così entrare sempre più nel
mistero di quella Ragione creatrice che continua ad amare il mondo e a dialogare con
la libertà delle creature. Un intellettuale cristiano – e tali vogliono essere sicuramente
quanti escono da Villa Nazareth - deve coltivare sempre in sé lo stupore per questa
verità di fondo. Ciò facilita l’adesione docile allo Spirito di Dio e, al tempo stesso,
spinge a servire i fratelli con pronta disponibilità.
Potete desumere lo “stile”
del vostro impegno da una parola di san Paolo alla comunità cristiana che viveva a
Filippi: “Fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato,
quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil
4,8). E’ proprio in questa prospettiva che voi potete tessere un dialogo fecondo con
la cultura, e recare il vostro contributo per far sì che tante persone trovino la
risposta in Gesù Cristo. Sentitevi anche voi mossi dallo Spirito di Gesù, come avvenne
al diacono Filippo che si sentì dire: “Alzati e va' verso il mezzogiorno, sulla strada
che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta” (cfr At 8,26). Anche oggi,
cari giovani, non sono poche le “strade deserte” sulle quali vi troverete a camminare
nella vostra esistenza di credenti: proprio lungo esse potrete affiancarvi a chi cerca
il senso della vita. Preparatevi ad essere anche voi a servizio di una cultura che
favorisca l’incontro di fraternità dell’uomo con l’uomo e la scoperta della salvezza
che ci viene da Cristo.
Cari fratelli e sorelle, Villa Nazareth è sempre stata
oggetto, sin dal suo inizio, di speciale benevolenza da parte dei miei venerati Predecessori:
dal servo di Dio Pio XII che la vide nascere, al servo di Dio Giovanni Paolo II che
venne a visitarvi dieci anni or sono, in occasione del 50° di fondazione. Questa benevolenza
dei Papi ha alimentato e deve continuare ad alimentare il vostro legame spirituale
con la Santa Sede. Al tempo stesso, questo vincolo di stima e di affetto vi impegna
a camminare fedelmente sulle orme di quel grande “uomo di Dio” che fu il Cardinale
Domenico Tardini. Con le sue parole ed il suo esempio egli vi esorta ad essere particolarmente
sensibili, attenti e ricettivi verso gli insegnamenti della Chiesa. Con questi sentimenti,
mentre invoco su di voi la speciale protezione della Madonna “Mater Ecclesiae”,
assicuro per ciascuno un ricordo nella preghiera e con affetto vi benedico tutti,
cominciando dai numerosi vostri bambini. /fine