Sono stati chiamati a dire con San Paolo: “per me vivere è Cristo”. Così il Papa
nella Messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi deceduti nel corso dell’anno
(4 novembre 2006 - RV) Benedetto XVI ha presieduto stamani nella Basilica Vaticana
una Santa Messa in suffragio dei cardinali e vescovi defunti negli ultimi dodici mesi.
Spiegando quale meta ci attende al termine del pellegrinaggio terreno, il Papa ha
detto che se la morte priva l’uomo di tutto ciò che è terreno, la Grazia lo conduce,
nella vita eterna, al cospetto di Dio, dove risiede la pienezza della vita. Il servizio
di Tiziana Campisi.
********* (musica) “A ciascuno di loro Cristo ‘ha
dato le parole’ del Padre ed essi ‘le hanno accolte’”: Benedetto XVI ha ricordato
con queste parole i cardinali e i vescovi scomparsi nel corso dell’anno, ed ha voluto
menzionare uno per uno i porporati:
“Leo Scheffczyk, Pio Taofinu’u, Raúl Francisco
Primatesta, Angel Suquía Goicoechea, Johannes Willebrands, Louis-Albert Vachon, Dino
Monduzzi e Mario Francesco Pompedda. Mi piacerebbe nominare anche ciascuno degli Arcivescovi
e dei Vescovi, ma ci basta la consolante certezza che, come disse un giorno Gesù agli
Apostoli, i loro nomi “sono scritti nei cieli”.
Nel suo pensiero rivolto a
questi pastori che hanno terminato il loro pellegrinaggio terreno, il Santo Padre
ha spiegato che se la morte “priva di tutto ciò che è terreno”, è la Grazia ad accompagnare
il cristiano - associato al mistero pasquale e rivestito di Cristo - al cospetto di
Dio. Ma per giungere dinanzi al Padre giusto e misericordioso il battezzato dovrà
essere mondo:
“Affinché la veste bianca, ricevuta nel Battesimo, sia purificata
da ogni scoria e da ogni macchia, la Comunità dei credenti offre il Sacrificio eucaristico
e altre preghiere di suffragio per coloro che la morte ha chiamato a passare dal tempo
all’eternità”.
Il mistero pasquale di Cristo, ha detto il Papa, insegna che
la Parola divina incarnatasi in Gesù è portatrice di speranza. In un mondo che “per
molti versi è una valle desolata”, essa reca “il lieto annuncio della vita eterna”.
E proprio la vita eterna, ha proseguito Benedetto XVI, è il dono che il Figlio di
Dio incarnato ha fatto agli uomini, un dono cui può beneficiare chi conosce Cristo:
“Conoscere
Gesù significa conoscere il Padre e conoscere il Padre vuol dire entrare in comunione
reale con l’Origine stessa della Vita, della Luce, dell’Amore”.
Cardinali e
vescovi sono stati chiamati “nella Chiesa a sentire come proprie e a cercare di mettere
in pratica le parole dell’apostolo Paolo: ‘Per me vivere è Cristo’, ha concluso il
Pontefice, che ha spiegato il senso del cammino, nei sacramenti, di tali pastori:
“Attraverso
tale itinerario sacramentale, il loro ‘essere in Cristo’ è andato consolidandosi e
approfondendosi, così che il morire non è più una perdita – dal momento che tutto
avevano già evangelicamente ‘perduto’ per il Signore e per il Vangelo – ma un ‘guadagno’:
quello di incontrare finalmente Gesù, e con Lui la pienezza della vita”.
E
per i cardinali e i vescovi defunti in questo anno i fedeli hanno pregato perché possano
contemplare con Cristo l’eterno splendore di Dio. (musica) **********