Brasiliani e Congolesi alle urne per le elezioni presidenziali
(29 ottobre 2006 - RV) Sono oltre 25 milioni i cittadini congolesi chiamati questa
mattina alle urne per eleggere il nuovo presidente della repubblica. Al ballottaggio
il grande favorito è Joseph Kabila, attuale presidente di transizione, mentre il suo
sfidante, Jean Pierre Bemba, sarebbe fermo, nei sondaggi, al 20 per cento. Ad agosto,
dopo la pubblicazione dei risultati del primo turno, violenti scontri tra le milizie
dei due contendenti avevano attraversato la capitale Kinshasa, causando una trentina
di vittime. Oggi, durante le operazioni di voto, si è verificato un nuovo episodio
di violenza, con un morto nella città di Bumba. Ma con quale spirito i congolesi si
recano alle urne? Amedeo Lomonaco ha contattato a Kinshasa il superiore provinciale
dei comboniani, padre Fermo Bernasconi:
Urne aperte
da questa mattina anche per le presidenziali in Brasile. Qui, dopo il primo turno,
è l’attuale presidente Ignacio Lula Da Silva ad essere dato come grande favorito.
A lui, secondo gli ultimi sondaggi, dovrebbe andare oltre il 60 per cento dei consensi,
mentre il socialdemocratico Geraldo Alckmin, suo rivale al ballottaggio è fermo al
39 per cento. Qualora risultasse vincitore Lula dovrà comunque fare i conti con la
sconfitta subita alla legislative dalla sua formazione: il Partito dei lavoratori.
E sul voto di oggi si sono espressi anche i vescovi brasiliani sottolineando
le persistenti disuguaglianze sociali che dividono il Paese. “Nonostante sia una delle
prime 12 economie al mondo, il Brasile occupa il 73° posto per quanto riguarda lo
sviluppo umano”, si legge in un documento della conferenza episcopale brasiliana.
La causa dell’aggravamento delle disuguaglianze, secondo i presuli, risiede nelle
“politiche neo liberiste attuate in passato”. Sulle elezioni, il servizio di Luis
Badilla: