La soddisfazione di mons. Migliore per il voto all'ONU sul controllo del commercio
internazionale delle armi convenzionali
(28 ottobre 2006 - RV) La Santa Sede, attraverso il suo osservatore permanente alle
Nazioni Unite, mons. Celestino Migliore, ha espresso viva soddisfazione per l’approvazione
giovedì scorso all’ONU, con una schiacciante maggioranza, di un progetto di Risoluzione
per la stesura di un Trattato sul controllo del commercio internazionale delle armi
convenzionali. I lavori si sono svolti nell’ambito della commissione disarmo e sicurezza:
139 i voti a favore del progetto, contrari solo gli Stati Uniti, mentre gli astenuti
sono stati 26, tra cui Cina, Russia, India e Pakistan. Secondo Amnesty International
il voto “crea un’opportunità storica per fermare il commercio irresponsabile e immorale
di armi”. Ma ascoltiamo il commento di mons. Migliore al microfono di Sergio Centofanti:
********** R.
– In tanti abbiamo salutato questo voto con grande favore. Certo, la strada è ancora
molto lunga. Si tratta appena di una Risoluzione che dà il mandato al segretario generale
dell’ONU di preparare un rapporto sul commercio delle armi convenzionali entro un
anno: poi un gruppo di lavoro comincerà a lavorare su questa questione. Ma è una vittoria
importantissima sul piano umano, direi, soprattutto considerando la dimensione umana
delle tante vittime causate dalle armi: la Santa Sede, da parte sua, è stata attivissima
nell’appoggiare questa iniziativa.
D. – I voti a favore sono stati 139,
contrari solo gli Stati Uniti, mentre gli astenuti sono stati 26, tra cui Cina, Russia,
India e Pakistan. Che commento fare?
R. – Il commento è che tra i 139 che
hanno votato a favore, vi sono molti Paesi produttori, grandi produttori di armi convenzionali,
perché ovviamente questo Trattato non metterà al bando la produzione e il commercio
di armi, ma li regolerà. Ora anche i grandi produttori desiderano avere un quadro
preciso per il commercio e il trasferimento delle armi e penso che questo sia un segno
positivo.
D. – Quindi, si sta muovendo qualcosa a livello internazionale
sul fronte del processo di disarmo?
R. – Sì. Certo, qui parliamo delle
armi convenzionali; poi c’è tutta la questione delle armi non convenzionali, come
le armi nucleari, radiologiche e chimiche e su questo anche la Santa Sede sta appoggiando
moltissimo gli Stati e le organizzazioni della società civile, che si battono perché
– per esempio – entri finalmente in vigore il trattato che mette al bando gli esperimenti
nucleari e che vieta a uno Stato nucleare di attaccare con armi nucleari uno Stato
non nucleare, e perchè si arrivi al più presto a un trattato sul materiale fissile
… ecco, c’è molta carne al fuoco. E’ un periodo di stagnazione del disarmo in genere,
però ci sono motivi di speranza, come questo voto all’ONU, che ci animano nel portare
avanti questa causa. ********** E sul commercio mondiale di armi Giovanni Augello
ha sentito Giorgio Beretta, ricercatore presso l’Osservatorio Permanente sulle Armi
Leggere di Brescia.