Caritas e Migrantes pubblicano il dossier sull'immigrazione in Italia
(25 ottobre 2006 - RV) Tre milioni 35 mila sono gli immigrati presenti in Italia.
La stima relativa alla fine dell’anno 2005 è del dossier statistico sull’immigrazione
2006 di Caritas Fondazione Migrantes presentato stamani a Roma. C’era per noi Debora
Donnini.
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si colloca ormai accanto ai più grandi Paesi di immigrazione con più di tre milioni
di immigrati. Il 2005 è stato un anno di aumento del fenomeno con circa 187 mila nuovi
arrivi e con 52 mila nuove nascite di figli di cittadini stranieri. Lo rileva il dossier
statistico che oltre ai numeri sull’immigrazione vuole segnalare le questioni ancora
aperte e chiedere alla politica “al di là dell’alternanza” come dice lo slogan, di
farsi carico delle riforme necessarie perché ci sia non più emarginazione ma partecipazione.
Tra i “tagliandi di revisione” necessari c’è, secondo il dossier, quello di snellire
gli adempimenti amministrativi derivanti dalla normativa sul soggiorno degli immigrati.
E poi ancora: ampliare le risorse finanziarie e favorire la partecipazione della collettività
immigrata alla vita sociale e politica.
Questi alcuni dei punti segnalati
nel dossier che vuole sempre meglio inquadrare i vari aspetti dell’immigrazione per
intervenire adeguatamente. A presentare il dossier tra gli altri anche mons. Domenico
Sigalini, segretario della Commissione episcopale per migrazioni della CEI, mons.
Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, mons. Guerino Di Tora, direttore
della Caritas di Roma, e Franco Pittau, coordinatore del dossier. Presente anche il
presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, che ha indicato la cittadinanza come
obiettivo cui gli immigrati devono poter giungere, così come la necessità di snellire
gli adempimenti amministrativi, riconsiderare la durata dei permessi di soggiorno,
stabilire quote annuali realistiche. Fabio Colagrande ha chiesto a Franco Pittau se
dal punto di vista dell’integrazione si sono fatti passi avanti:
R. – Io
direi di sì, molto sofferti, certe volte non sempre con carattere di continuità. Comunque,
si va avanti. Tra le cose positive si può citare un senso di soddisfazione relativo
degli immigrati che, tutto sommato, stando in Italia, vedono la loro situazione migliorare.
Si inseriscono, seppure con difficoltà, nel mercato lavorativo e riescono a campare
e ad aiutare le famiglie in patria. Insomma, acquistano una dignità che è basata sul
lavoro. **********