2006-10-24 15:42:14

Giunta in Tunisia la fiaccola agostiniana del dialogo


(24 ottobre 2006 - RV) Prosegue il viaggio della fiaccola del dialogo tra le sponde del Mediterraneo. Mentre il mondo islamico festeggia la fine del Ramadan, la torcia, partita ieri dall’Algeria e diretta verso l’Italia per recuperare il pensiero di Sant’Agostino come ponte fra le culture, oggi ha varcato la frontiera con la Tunisia. Da Aïn Draham, in Tunisia, il servizio di Tiziana Campisi.


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“E’ titolo più grande di gloria uccidere la guerra con il dialogo, anziché uccidere gli uomini con la spada, e procurare o mantenere la pace con la pace e non già con la guerra”: così scriveva Sant’Agostino nella lettera 229. E a sottolineare il suo invito alla concordia, nell’atmosfera festosa del giorno della Id al-Fitr, la fine del Ramadan, è il passaggio della fiaccola del dialogo dall’Algeria in Tunisia. Accesa ieri a Souk-Ahras, l’antica Tagaste, che ha dato i natali a Sant’Agostino, la fiaccola che vuole ricordare agli uomini il messaggio di pace del vescovo di Ippona, oggi giunge dove un tempo sorgeva Cartagine, città degli studi del presule africano. Una delegazione italiana sta accompagnando la fiaccola. Qui con noi il provinciale degli agostiniani d’Italia, padre Pietro Bellini. A lui chiediamo: come può il pensiero di Sant’Agostino varcare i confini delle differenze?


R. – Agostino ha vissuto in un mondo di differenze. Lui ha saputo iniziare il dialogo con le differenze sia culturali, sia religiose, partendo da due principi fondamentali. Primo concetto fondamentale: tutti gli uomini sono uguali. Quindi, se ciascun uomo parte dal proprio cuore, dalle proprie esigenze, potrà trovare terreno comune di dialogo. Secondo principio da cui Agostino parte è quello secondo cui Dio è Padre di tutti gli uomini. Tutti sono destinatari di un unico progetto. Quindi, all’interno di questo progetto che Dio ha per l’umanità si potranno trovare anche gli strumenti e i mezzi di dialogo e della pace.


D. – In che modo oggi far crescere il dialogo interreligioso?


R. – Agostino visse delle situazioni molto simili alle nostre di oggi. Il dialogo, confronti e raffronti religiosi ci sono stati ai tempi di Agostino sia dentro la Chiesa, sia fuori della Chiesa. Agostino lancia il principio, secondo il quale prima di dialogare dobbiamo essere certi di quello che noi siamo. Dobbiamo sapere la verità su noi stessi, su quello in cui crediamo, dopo di che possiamo incontrare l’altro con la carità. Cercando tutti insieme la verità possiamo raggiungere l’obiettivo del dialogo.


D. - All’Angelus del 27 agosto Benedetto XVI ha pregato Sant’Agostino, perchè attraverso la sua intercessione Dio conceda a tutti quei giovani assetati di felicità di non cercarla percorrendo sentieri sbagliati, perchè non si perdano in vicoli ciechi. Cosa suggerisce oggi il vescovo di Ippona ai giovani?


R. – Agostino ai giovani di oggi parlerebbe con la stessa frase che tutti conosciamo: “Va dove ti porta il cuore”. Agostino parte dal cuore. Nel cuore di ciascuno di noi si possono trovare le proprie esigenze, la propria verità, il senso della vita. Se i giovani riescono a trovare la chiave, non al di fuori di se stessi, ma dentro se stessi, lì troveranno anche la strada verso la felicità, la strada verso il senso della vita.
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