2006-10-21 08:55:49

Messaggio del card. Poupard per la fine del Ramadan: cristiani e musulmani in dialogo fiducioso per affrontare le sfide dell'attualità


(21 ottobre 2006 - RV) “I gravi, complessi problemi della nostra epoca mettono in gioco la credibilità delle religioni”: così il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, nel Messaggio rivolto a tutti i musulmani del mondo per la fine del Ramadan, il mese del digiuno e della purificazione spirituale. Messaggio che per la prima volta quest’anno è stato presentato ieri in Sala stampa vaticana. Presenti all’incontro con i giornalisti anche il segretario del Dicastero, l’arcivescovo Pier Lugi Celata, ed il capo Ufficio per i rapporti con l’Islam, mons. Khaled Akashed, e mons. Felix Anthony Machado, sottosegretario che ha illustrato la nuova edizione del volume che raccoglie il “Dialogo Interreligioso nell’Insegnamento ufficiale della Chiesa Cattolica dal Concilio Vaticano II a Giovanni Paolo II”, dal 1963 al 2005. Il servizio di Roberta Gisotti:
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“Pace, tranquillità e gioia” nei cuori, nelle case, nei Paesi: gli auguri del cardinale Poupard ai musulmani, fanno eco a quelli già rivolti da Benedetto XVI all’inizio del Ramadan e sottolineano come il dialogo autentico”, “talvolta arduo”, diventi “più che mai necessario” alla luce delle “circostanze particolari” appena affrontate insieme. Un Messaggio anzitutto di amicizia, come ha spiegato il porporato:
“A testimonianza del nostro fiducioso dialogo nell’affermare i nostri comuni valori per fronteggiare insieme le sfide del mondo”
Ramadan, che è stato “un tempo di preghiera e riflessione sulla difficile situazione che sta vivendo il nostro mondo”, osserva il cardinale Poupard, indicando i gravi problemi che gravano sulla nostra epoca: l’ingiustizia, la povertà, le tensioni e i conflitti all’interno dei Paesi e tra loro, la violenza e il terrorismo, “una piaga particolarmente dolorosa”. “Quante vite umane distrutte, donne rese vedove, bambini che perdono i genitori e si ritrovano orfani… Quanti sono gli uomini e le donne che vengono feriti nel corpo e nel cuore, o colpiti da un handicap… Quanta distruzione, in pochi minuti, di ciò che è stato costruito durante gli anni, spesso al prezzo di molti sacrifici e di enormi spese!” Allora “come cristiani e musulmani non siamo forse i primi – ammonisce il porporato - chiamati ad offrire il nostro contributo” per dare soluzione a questi drammi? Molti si interrogheranno infatti – aggiunge – “sull’utilità delle religioni e sulla nostra coerenza”: in gioco è la credibilità di tutti i credenti.
Ciò che occorre allora è “coraggio e determinazione”. “Laddove possiamo operare insieme, – si legge nel Messaggio - non lavoriamo separati” come ha evidenziato ai giornalisti il segretario del Dicastero, l’arcivescovo Pier Luigi Celata:
“Di fronte ad atteggiamenti presenti, soprattutto nelle società occidentali, di indifferenza, misconoscimento, critica e a volte esclusione della dimensione religiosa, appare particolarmente significativo questo invito alla collaborazione. Il messaggio sottolinea, infatti, che il mondo ha bisogno di cristiani e di musulmani che si rispettino, si stimino e offrano la testimonianza di amarsi e di operare insieme per la gloria di Dio e anche per il bene di tutti gli uomini”.
I giornalisti hanno chiesto in particolare chiarimenti sulle conseguenze nei rapporti con il mondo islamico dopo il contestato discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona, facendo riferimento alla Lettera aperta inviata al Papa da 38 intellettuali musulmani. Una iniziativa questa - ha sottolineato il cardinale Poupard nel segno del dialogo che prosegue, specie in sede accademica:
“Questo lo vedo anch’io direttamente in diversi incontri che ho avuto da un mese, soprattutto da parte del mondo universitario. Questo è molto importante, poter avere uno scambio e fare una riflessione su questa tematica così fondamentale: il rapporto tra religione e ragione”.
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