Il messaggio dei vescovi francesi in vista delle prossime elezioni
(19 ottobre 2006 - RV) “Che cosa hai fatto di tuo fratello?”: a sei mesi dalle elezioni
presidenziali, legislative e municipali, che si terranno in Francia nella primavera
del 2007, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese sceglie questo
titolo per un messaggio indirizzato ai cattolici, ai responsabili politici e all’opinione
pubblica. Quattro i temi al centro della riflessione dei vescovi: il vivere insieme,
la famiglia, l’immigrazione e il lavoro. Ce ne parla, al microfono di Anthony Torzec,
della nostra redazione francese, mons. Georges Paul Pontier, arcivescovo di Marsiglia:
********** R.
– Tout le monde est responsable du vivre-ensemble, et en particulier, on doit … Tutti
siamo responsabili del vivere insieme e, in particolare, è necessario considerare
l’attenzione alla condivisione. Ci sono dei modi di vivere che non è possibile mantenere,
se non vogliamo che gli altri ci dicano: “Cosa fai, passi senza guardarmi?”. A questo
livello, sarà necessario cambiare il nostro modo di vivere: lo si vede bene sia nel
campo dell’ecologia che nel campo della condivisione delle ricchezze.
D.
– Voi avete indicato in particolare tre ambiti fondamentali …
R. – Après
avoir attirée notre attention sur un chantier important, qui est - … Dopo avere
attirato la nostra attenzione su questo campo effettivamente importante, quello del
vivere insieme e sulla preoccupazione che la gente sia coinvolta, vogliamo concentrarci
su tre punti in particolare: la famiglia, la disoccupazione o la fatica di trovare
lavoro e infine, la globalizzazione più umana.
D. – Questo messaggio della
Conferenza episcopale francese è destinata a tutti, e in particolare ovviamente ai
cattolici del Paese; è forse il modo di dire loro: “Prima di esprimere il vostro voto,
considerate bene a chi lo date!”?
R. – Il s’est fait pour
donner, de fait, des éléments de réflexion aux chrétiens et a … In realtà, è stato
pensato per dare elementi di riflessione ai cristiani e a chiunque voglia leggerlo,
ma questo implica per forza di cose che gli elettori siano indotti a confrontare i
programmi dei diversi candidati. Ovviamente, noi abbiamo un forte dovere di discrezione,
che rispettiamo, e quindi questo non significa assolutamente che noi avessimo in mente
di designare un candidato, con un programma perfetto, al punto da essere indicato
da noi vescovi.
D. – Nelle prime righe del vostro messaggio, scrivete:
“Molti francesi, e tra essi anche i cattolici, provano un senso di malessere nei riguardi
del mondo politico. Vogliono un cambiamento”. Ma quella che voi chiedete, è una politica
di rottura?
R. – Non, quand’on dit “ils veulent un changement”; on ne parle
pas telment de … No, quando diciamo che “vogliono un cambiamento” non parliamo
mica di rottura! Ma questo sentimento di malessere che esiste nei riguardi del mondo
politico, nasce dallo scarto che spesso esiste tra le promesse elettorali e l’esercizio
delle responsabilità. Ed è grave questa perdita di fiducia! E quando si vuole un cambiamento,
è a questo livello che è necessario dire una parola di verità, una parola che induca
alla riflessione, una parola responsabile da parte dei nostri uomini politici. **********