2006-10-15 13:23:44

L'ONU vara sanzioni morbide contro la Corea del Nord


(15 ottobre 2006 - RV) Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri una risoluzione che condanna il test nucleare condotto dalla Corea del Nord lunedì scorso. Il documento, varato dopo una giornata di negoziati, impone sanzioni commerciali a Pyongyang per forzare il ritorno alla trattativa sul disarmo della penisola coreana. Ce ne Parla Eugenio Bonanata:

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I membri del Consiglio di Sicurezza hanno approvato all’unanimità il testo, che, tuttavia, è una versione diversa da quella - più dura - proposta inizialmente dagli Stati Uniti. Le sanzioni sono state progressivamente ammorbidite nel corso dei negoziati che hanno visto in regia soprattutto Russia e Cina. Mosca ha ottenuto l’inserimento del testo sotto l’articolo 41 del capitolo sette della Carta dell’ONU, che in pratica esclude l’uso delle armi per far applicare la risoluzione. Risoluzione che ovviamente chiede alla Corea del Nord di smetterla con il nucleare. Il testo, che per Bush è una risposta "rapida e decisa", vieta scambi con la Corea del Nord di tutti i materiali che potrebbero contribuire alla realizzazione di programmi nucleari. L’embargo riguarda le armi convenzionali, ma non tutte come chiedeva inizialmente Washington, ma solo carri armati, navi e aerei da combattimento e missili. In questo quadro l’ONU chiede agli Stati membri di ispezionare i cargo in entrata e in uscita dalle acque nordcoreane, ma tale richiesta – come voleva la Cina – non è un obbligo. A livello economico poi gli Stati – recita la risoluzione – dovrebbero congelare i fondi di quelle persone che sostengono l’armamento nordcoreano. A queste persone dovrebbe inoltre essere impedito di viaggiare liberamente. La Corea del Nord, attraverso il suo ambasciatore all’ONU, ha fatto sapere che il Consiglio di Sicurezza si comporta come un “gangster”. Tuttavia oggi fonti diplomatiche russe affermano che Pyongyang, attualmente impegnata a valutare bene le cose, penserebbe ad una ripresa dei negoziati sulla denuclearizzazione della penisola. Questo mentre in Giappone, Paese storicamente antinucleare, si discute della possibilità atomica per non soccombere in caso di attacco nordcoreano.
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