Il Papa ha proclamato 4 nuovi Santi: hanno abbandonato tutto per seguire Cristo,
amandolo nei più poveri
(15 ottobre 2006 2006 - RV) La Chiesa ha quattro nuovi Santi. Li ha proclamati questa
mattina Benedetto XVI durante una solenne celebrazione eucaristica in Piazza San Pietro
alla presenza di circa 40 mila fedeli: sono il vescovo messicano Rafael Guízar y Valencia,
il sacerdote napoletano Filippo Smaldone, e due religiose, l’italiana Rosa Venerini
e la francese Théodore Guérin. Hanno abbandonato tutto per seguire Gesù – ha detto
il Papa – amandolo nei più poveri e nei sofferenti, in mezzo a difficoltà e persecuzioni,
totalmente affidati alla Divina Provvidenza. Il Servizio di Sergio Centofanti.
********* Il
Papa all’inizio della sua omelia parla di un santo mancato: un uomo che si limitava
ad osservare i comandamenti. Prendendo spunto dal Vangelo odierno spiega il “no” del
giovane ricco a Gesù che lo aveva invitato a vendere tutte le sue ricchezze per seguirlo.
Il rifiuto provoca però una grande tristezza:
“Se l’uomo ripone la sua sicurezza
nelle ricchezze di questo mondo non raggiunge il senso pieno della vita e la vera
gioia; se invece, fidandosi della parola di Dio, rinuncia a se stesso e ai suoi beni
per il Regno dei cieli, apparentemente perde molto, in realtà guadagna tutto. Il Santo
è proprio quell’uomo, quella donna che, rispondendo con gioia e generosità alla chiamata
di Cristo, lascia ogni cosa per seguirlo”.
“I nuovi Santi – afferma il
Papa - hanno percorso questo esigente, ma appagante itinerario evangelico ed hanno
ricevuto ‘il centuplo’ già nella vita terrena insieme con prove e persecuzioni, e
poi la vita eterna. Gesù, dunque – ha spiegato il Pontefice - può veramente garantire
un’esistenza felice e la vita eterna, ma per una via diversa da quella che immaginava
il giovane ricco: non cioè mediante un’opera buona, una prestazione legale, bensì
nella scelta del Regno di Dio quale “perla preziosa” per la quale vale la pena di
vendere tutto ciò che si possiede”:
“Il giovane ricco non riesce a
fare questo passo. Malgrado sia stato raggiunto dallo sguardo pieno d’amore di Gesù,
il suo cuore non è riuscito a distaccarsi dai molti beni che possedeva. Ecco allora
l’insegnamento per i discepoli: ‘Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno
nel regno di Dio!’. Le ricchezze terrene occupano e preoccupano la mente e il cuore.
Gesù non dice che sono cattive, ma che allontanano da Dio se non vengono, per così
dire, ‘investite’ per il Regno dei cieli, spese cioè per venire in aiuto di chi è
nella povertà”.
“Comprendere questo – ha aggiunto Benedetto XVI - è frutto”
della “Sapienza del cuore” che “non è riducibile alla sola dimensione intellettuale”
ma che “è un dono che viene dall’alto … e si ottiene con la preghiera”. Questa sapienza
"è più preziosa dell'argento e dell'oro, anzi della bellezza, della salute e della
stessa luce". Per questo – sottolinea il Papa “per ‘entrare nella vita’ è necessario
osservare i comandamenti … ma non sufficiente!”, perchè “la salvezza non viene dalla
legge, ma dalla Grazia” di Cristo “il quale però a chi gli si rivolge pone una condizione
esigente: ‘Vieni e seguimi’”. “I santi – ha proseguito - hanno avuto l’umiltà e il
coraggio di rispondergli ‘sì’, e hanno rinunciato a tutto per essere suoi amici”,
come il vescovo messicano Rafael Guízar y Valencia. E’ il primo vescovo dell’America
Latina ad essere canonizzato. Ha operato nel Messico all’inizio del 1900, quando infuriava
la persecuzione contro i cattolici. Ha sofferto l’esilio, ha rischiato di essere ucciso,
ma non ha mai smesso di annunciare il Vangelo. Era chiamato il “Vescovo dei poveri”:
“Imitando
a Cristo pobre se desprendió de sus bienes y nunca aceptó regalos de los poderosos…”
“Imitando Gesù Cristo povero, si liberò dei suoi beni e non accettò mai
regali dai potenti, oppure li ridonava a sua volta in seguito. Perciò ricevette ‘cento
volte di più’ e poté così aiutare i poveri, anche in mezzo a ‘persecuzioni’ senza
tregua”.
Il sacerdote napoletano Filippo Smaldone, vissuto tra
il 1800 e il 1900, fondatore della Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri
Cuori, aveva un “cuore grande – ha detto il Papa - nutrito di costante preghiera e
di adorazione eucaristica” ha operato in particolare a sostegno dei sordomuti: “Nei
sordomuti San Filippo Smaldone vedeva riflessa l’immagine di Gesù, ed era solito ripetere
che, come ci si prostra davanti al Santissimo Sacramento, così bisogna inginocchiarsi
dinanzi ad un sordomuto. Raccogliamo dal suo esempio l’invito a considerare sempre
indissolubili l’amore per l’Eucaristia e l’amore per il prossimo. Anzi, la vera capacità
di amare i fratelli ci può venire solo dall’incontro col Signore nel sacramento dell’Eucaristia”.
Il Papa ha poi parlato della religiosa italiana Rosa Venerini vissuta
tra il 1600 e il 1700, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini:
ha operato contro i pregiudizi del suo tempo a favore dell’istruzione delle ragazze
più povere, aprendo tra l’altro la prima scuola pubblica femminile in Italia. Ha vissuto
ogni sofferenza in unione con la Passione di Gesù:
“Amava ripetere:
‘Io mi trovo tanto inchiodata nella divina volontà, che non m’importa né morte, né
vita: voglio vivere quanto egli vuole, e voglio servirlo quanto a lui piace e niente
più’”.
Infine il Pontefice ha ricordato la religiosa francese Théodore
Guérin, vissuta nel 1800, fondatrice della Congregazione delle Suore della Provvidenza
di Santa Maria “Ad Nemus”. Con altre 5 consorelle partì nel 1840, a soli 25 anni,
per l’America per fondare scuole cattoliche e orfanotrofi. Dopo un lungo viaggio
per terra e per mare il gruppo delle sei suore giunse nell’Indiana:
There they
found a simple log-cabin chapel in the heart of the forest… “Là
esse fondarono una semplice cappella, semplice capanna di legno nel cuore della foresta.
Si inginocchiarono davanti al Santissimo Sacramento e resero grazie, chiedendo che
Dio guidasse la nuova fondazione. Con grande fiducia nella Divina Provvidenza, Madre
Théodore superò molte difficoltà e perseverò nel lavoro che il Signore le aveva chiesto
di fare”.
La testimonianza esemplare di questi nuovi santi – ha concluso
il Papa - “illumini e incoraggi specialmente i giovani, perché si lascino conquistare
da Cristo, dal suo sguardo pieno d’amore”, perché siano “pronti ad abbandonare tutto
per il Regno di Dio; disposti a far propria la logica del dono e del servizio, l’unica
che salva il mondo”. ************