2006-10-14 14:22:39

Il Papa ha proclamato 4 nuovi Santi: hanno abbandonato tutto per seguire Cristo, amandolo nei più poveri


(15 ottobre 2006 2006 - RV) La Chiesa ha quattro nuovi Santi. Li ha proclamati questa mattina Benedetto XVI durante una solenne celebrazione eucaristica in Piazza San Pietro alla presenza di circa 40 mila fedeli: sono il vescovo messicano Rafael Guízar y Valencia, il sacerdote napoletano Filippo Smaldone, e due religiose, l’italiana Rosa Venerini e la francese Théodore Guérin. Hanno abbandonato tutto per seguire Gesù – ha detto il Papa – amandolo nei più poveri e nei sofferenti, in mezzo a difficoltà e persecuzioni, totalmente affidati alla Divina Provvidenza.
Il Servizio di Sergio Centofanti. RealAudioMP3

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Il Papa all’inizio della sua omelia parla di un santo mancato: un uomo che si limitava ad osservare i comandamenti. Prendendo spunto dal Vangelo odierno spiega il “no” del giovane ricco a Gesù che lo aveva invitato a vendere tutte le sue ricchezze per seguirlo. Il rifiuto provoca però una grande tristezza:

“Se l’uomo ripone la sua sicurezza nelle ricchezze di questo mondo non raggiunge il senso pieno della vita e la vera gioia; se invece, fidandosi della parola di Dio, rinuncia a se stesso e ai suoi beni per il Regno dei cieli, apparentemente perde molto, in realtà guadagna tutto. Il Santo è proprio quell’uomo, quella donna che, rispondendo con gioia e generosità alla chiamata di Cristo, lascia ogni cosa per seguirlo”.

“I nuovi Santi – afferma il Papa - hanno percorso questo esigente, ma appagante itinerario evangelico ed hanno ricevuto ‘il centuplo’ già nella vita terrena insieme con prove e persecuzioni, e poi la vita eterna. Gesù, dunque – ha spiegato il Pontefice - può veramente garantire un’esistenza felice e la vita eterna, ma per una via diversa da quella che immaginava il giovane ricco: non cioè mediante un’opera buona, una prestazione legale, bensì nella scelta del Regno di Dio quale “perla preziosa” per la quale vale la pena di vendere tutto ciò che si possiede”:


“Il giovane ricco non riesce a fare questo passo. Malgrado sia stato raggiunto dallo sguardo pieno d’amore di Gesù, il suo cuore non è riuscito a distaccarsi dai molti beni che possedeva. Ecco allora l’insegnamento per i discepoli: ‘Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!’. Le ricchezze terrene occupano e preoccupano la mente e il cuore. Gesù non dice che sono cattive, ma che allontanano da Dio se non vengono, per così dire, ‘investite’ per il Regno dei cieli, spese cioè per venire in aiuto di chi è nella povertà”.

“Comprendere questo – ha aggiunto Benedetto XVI - è frutto” della “Sapienza del cuore” che “non è riducibile alla sola dimensione intellettuale” ma che “è un dono che viene dall’alto … e si ottiene con la preghiera”. Questa sapienza "è più preziosa dell'argento e dell'oro, anzi della bellezza, della salute e della stessa luce". Per questo – sottolinea il Papa “per ‘entrare nella vita’ è necessario osservare i comandamenti … ma non sufficiente!”, perchè “la salvezza non viene dalla legge, ma dalla Grazia” di Cristo “il quale però a chi gli si rivolge pone una condizione esigente: ‘Vieni e seguimi’”. “I santi – ha proseguito - hanno avuto l’umiltà e il coraggio di rispondergli ‘sì’, e hanno rinunciato a tutto per essere suoi amici”, come il vescovo messicano Rafael Guízar y Valencia. E’ il primo vescovo dell’America Latina ad essere canonizzato. Ha operato nel Messico all’inizio del 1900, quando infuriava la persecuzione contro i cattolici. Ha sofferto l’esilio, ha rischiato di essere ucciso, ma non ha mai smesso di annunciare il Vangelo. Era chiamato il “Vescovo dei poveri”:

“Imitando a Cristo pobre se desprendió de sus bienes y nunca aceptó regalos de los poderosos…”

“Imitando Gesù Cristo povero, si liberò dei suoi beni e non accettò mai regali dai potenti, oppure li ridonava a sua volta in seguito. Perciò ricevette ‘cento volte di più’ e poté così aiutare i poveri, anche in mezzo a ‘persecuzioni’ senza tregua”.



Il sacerdote napoletano Filippo Smaldone, vissuto tra il 1800 e il 1900, fondatore della Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, aveva un “cuore grande – ha detto il Papa - nutrito di costante preghiera e di adorazione eucaristica” ha operato in particolare a sostegno dei sordomuti:
 
“Nei sordomuti San Filippo Smaldone vedeva riflessa l’immagine di Gesù, ed era solito ripetere che, come ci si prostra davanti al Santissimo Sacramento, così bisogna inginocchiarsi dinanzi ad un sordomuto. Raccogliamo dal suo esempio l’invito a considerare sempre indissolubili l’amore per l’Eucaristia e l’amore per il prossimo. Anzi, la vera capacità di amare i fratelli ci può venire solo dall’incontro col Signore nel sacramento dell’Eucaristia”.


Il Papa ha poi parlato della religiosa italiana Rosa Venerini vissuta tra il 1600 e il 1700, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini: ha operato contro i pregiudizi del suo tempo a favore dell’istruzione delle ragazze più povere, aprendo tra l’altro la prima scuola pubblica femminile in Italia. Ha vissuto ogni sofferenza in unione con la Passione di Gesù:


“Amava ripetere: ‘Io mi trovo tanto inchiodata nella divina volontà, che non m’importa né morte, né vita: voglio vivere quanto egli vuole, e voglio servirlo quanto a lui piace e niente più’”.

Infine il Pontefice ha ricordato la religiosa francese Théodore Guérin, vissuta nel 1800, fondatrice della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Santa Maria “Ad Nemus”. Con altre 5 consorelle partì nel 1840, a soli 25 anni, per l’America per fondare scuole cattoliche e orfanotrofi. Dopo un lungo viaggio per terra e per mare il gruppo delle sei suore giunse nell’Indiana:

There they found a simple log-cabin chapel in the heart of the forest…

“Là esse fondarono una semplice cappella, semplice capanna di legno nel cuore della foresta. Si inginocchiarono davanti al Santissimo Sacramento e resero grazie, chiedendo che Dio guidasse la nuova fondazione. Con grande fiducia nella Divina Provvidenza, Madre Théodore superò molte difficoltà e perseverò nel lavoro che il Signore le aveva chiesto di fare”.

La testimonianza esemplare di questi nuovi santi – ha concluso il Papa - “illumini e incoraggi specialmente i giovani, perché si lascino conquistare da Cristo, dal suo sguardo pieno d’amore”, perché siano “pronti ad abbandonare tutto per il Regno di Dio; disposti a far propria la logica del dono e del servizio, l’unica che salva il mondo”.
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