2006-10-14 14:27:46

Domani inizia a Verona il Convegno nazionale della Chiesa italiana


(15 ottobre 2006 - RV) Ormai è tutto pronto a Verona dove domani inizierà il IV Convegno Ecclesiale Nazionale della Chiesa italiana. Tema dei lavori: “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”. Giovedì 19 ottobre giunge a Verona anche Benedetto XVI che presiederà una Celebrazione Eucaristica allo Stadio Bentegodi. L’appuntamento si concluderà venerdì 20 ottobre, con un intervento del cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana. Sul tappeto le grandi sfide della società contemporanea, il nuovo slancio missionario della Chiesa, il ruolo dei laici. Proprio su questo ultimo aspetto padre Bartolomeo Sorge, direttore del mensile Aggiornamenti sociali, ha pubblicato un articolo dal titolo: “E’ l’ora dei laici”. Fabio Colagrande gli ha chiesto perché:


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R. - Siamo giunti ad un punto di maturazione dell’ecclesiologia e poi anche della vita della Chiesa italiana, per cui è necessario affrontare questo tema. La Chiesa ormai non è più una Chiesa clericale come era prima del Concilio, ma i laici sono vero popolo di Dio, sono integranti nella realtà di Chiesa. Per di più ci sono stati cambiamenti sociali tali, profondi, per cui una nuova evangelizzazione del Paese oggi non può fare a meno di un laicato maturo. Qui è ormai il punto di snodo: la vocazione, la missione dei laici nella Chiesa e nel Paese. Per farlo, appunto, bisogna avere il coraggio di andare avanti. Qui il problema è che per essere testimoni oggi, come dice anche il tema “Testimoni della speranza di Gesù risorto nel nostro mondo”, bisogna ripensare i fondamenti della nostra testimonianza cristiana, passare dalla fase che abbiamo conosciuto subito dopo il Concilio, la cosiddetta “mediazione”, all’altra fase che poi è stata più di presenza con l’impegno carismatico di Giovanni Paolo II, alla terza fase che è quella della testimonianza di cui parla il tema di Verona, il che significa riscoprire, ridare purezza originaria alla testimonianza cristiana.


D. – Lei fa anche una proposta di un luogo nel quale pastori e fedeli laici si possono confrontare, incontrare…


R. - Sì, troviamo un luogo nella comunità cristiana in cui i laici possano parlare liberamente con i loro vescovi e i vescovi possano parlare liberamente con i fedeli laici per chiarire soprattutto questi temi di etica pubblica che ormai erano all’orizzonte e che oggi sono diventati un fattore determinante nella nostra vita sociale e democratica. Perché non esiste questo luogo, non si tratta di fare un luogo politico – sarebbe una sciocchezza, un assurdo creare nella Chiesa italiana uno spazio politico – ma nemmeno possono bastare i consigli pastorali che hanno altre finalità. Qui bisogna inventare: perché non tradurre, per esempio, il progetto culturale di ispirazione cristiana, in una vera scuola di discernimento, a livello nazionale e locale, in modo che tutti i cristiani impegnati nel sociale e nella politica di destra o di sinistra, del nord o del sud, si incontrino con i pastori, parlino schiettamente, facciano presente le difficoltà, sentano la risposta alla luce del Vangelo e del magistero, e poi facciano i laici, liberamente, responsabilmente, quelle scelte che sono autorizzati a compiere della loro vocazione laicale.
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