Domani inizia a Verona il Convegno nazionale della Chiesa italiana
(15 ottobre 2006 - RV) Ormai è tutto pronto a Verona dove domani inizierà il IV Convegno
Ecclesiale Nazionale della Chiesa italiana. Tema dei lavori: “Testimoni di Gesù Risorto,
speranza del mondo”. Giovedì 19 ottobre giunge a Verona anche Benedetto XVI che presiederà
una Celebrazione Eucaristica allo Stadio Bentegodi. L’appuntamento si concluderà venerdì
20 ottobre, con un intervento del cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza
episcopale italiana. Sul tappeto le grandi sfide della società contemporanea, il nuovo
slancio missionario della Chiesa, il ruolo dei laici. Proprio su questo ultimo aspetto
padre Bartolomeo Sorge, direttore del mensile Aggiornamenti sociali, ha pubblicato
un articolo dal titolo: “E’ l’ora dei laici”. Fabio Colagrande gli ha chiesto perché:
********** R.
- Siamo giunti ad un punto di maturazione dell’ecclesiologia e poi anche della vita
della Chiesa italiana, per cui è necessario affrontare questo tema. La Chiesa ormai
non è più una Chiesa clericale come era prima del Concilio, ma i laici sono vero popolo
di Dio, sono integranti nella realtà di Chiesa. Per di più ci sono stati cambiamenti
sociali tali, profondi, per cui una nuova evangelizzazione del Paese oggi non può
fare a meno di un laicato maturo. Qui è ormai il punto di snodo: la vocazione, la
missione dei laici nella Chiesa e nel Paese. Per farlo, appunto, bisogna avere il
coraggio di andare avanti. Qui il problema è che per essere testimoni oggi, come dice
anche il tema “Testimoni della speranza di Gesù risorto nel nostro mondo”, bisogna
ripensare i fondamenti della nostra testimonianza cristiana, passare dalla fase che
abbiamo conosciuto subito dopo il Concilio, la cosiddetta “mediazione”, all’altra
fase che poi è stata più di presenza con l’impegno carismatico di Giovanni Paolo II,
alla terza fase che è quella della testimonianza di cui parla il tema di Verona, il
che significa riscoprire, ridare purezza originaria alla testimonianza cristiana.
D.
– Lei fa anche una proposta di un luogo nel quale pastori e fedeli laici si possono
confrontare, incontrare…
R. - Sì, troviamo un luogo nella comunità cristiana
in cui i laici possano parlare liberamente con i loro vescovi e i vescovi possano
parlare liberamente con i fedeli laici per chiarire soprattutto questi temi di etica
pubblica che ormai erano all’orizzonte e che oggi sono diventati un fattore determinante
nella nostra vita sociale e democratica. Perché non esiste questo luogo, non si tratta
di fare un luogo politico – sarebbe una sciocchezza, un assurdo creare nella Chiesa
italiana uno spazio politico – ma nemmeno possono bastare i consigli pastorali che
hanno altre finalità. Qui bisogna inventare: perché non tradurre, per esempio, il
progetto culturale di ispirazione cristiana, in una vera scuola di discernimento,
a livello nazionale e locale, in modo che tutti i cristiani impegnati nel sociale
e nella politica di destra o di sinistra, del nord o del sud, si incontrino con i
pastori, parlino schiettamente, facciano presente le difficoltà, sentano la risposta
alla luce del Vangelo e del magistero, e poi facciano i laici, liberamente, responsabilmente,
quelle scelte che sono autorizzati a compiere della loro vocazione laicale. **********