TV a servizio della dignità della persona, della pace e della solidarietà: così il
Papa al Congresso mondiale delle TV cattoliche
(10 ottobre 2006 - RV) Con una solenne celebrazione eucaristica, si è aperto stamani
a Madrid il Congresso mondiale delle televisioni cattoliche che si concluderà giovedì
prossimo. Il Papa, nel messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Tarciso
Bertone, sottolineando la grande importanza del mezzo televisivo, ribadisce come questo
strumento possa rivelarsi “un’importante occasione per difendere la dignità di ogni
persona, per promuovere la pace, la solidarietà, l’unità e la comunione dell’insieme
della famiglia umana”. Il servizio di Luis Badilla:
********** “La Chiesa,
oggi non si pone il problema di usare o non i mezzi di comunicazione – si legge nel
messaggio - bensì si interroga sul come fare per adempiere meglio e fedelmente al
mandato di Cristo e dunque rispondere con sollecitudine alle sfide e ai bisogni dei
tempi di oggi”. Le tante iniziative esistenti consigliano una maggiore reciproca collaborazione,
nuovi sforzi per aumentare la qualità professionale e, in questo ambito – prosegue
il testo – “occorre una grande unità tra la Santa Sede e gli Episcopati per animare
e dare sostegno alle istituzioni televisive”. Bisogna poi offrire un adeguato orientamento
“affinché tali istituzioni siano fedeli alla loro identità cattolica” e siano capaci
di conservare la diversità di stile, la sensibilità e peculiari profili culturali.
Nel suo intervento inaugurale l’arcivescovo John Foley, presidente del Pontificio
Consiglio delle comunicazioni sociali, ha detto che questo incontro si inserisce “nell’ambito
della collaborazione concreta” e “nel rispetto delle diversità di stile e sensibilità
culturali”. Al Congresso mondiale delle televisioni cattoliche partecipano privati
cittadini e delegazioni provenienti da tutti i Continenti, in rappresentanza di decine
di network televisivi, appartenenti soprattutto a movimenti ecclesiali e istituti
religiosi. I primi due interventi sono stati quelli di mons. Eugenio Romero Pose,
vescovo ausiliare di Madrid, con una relazione sul “cosa significa essere cattolico
in TV” e quella della professoressa Marcasela Álvarez, della Repubblica Dominicana,
sulla presenza dei “laici in TV”. Il direttore della Sala Stampa Vaticana e direttore
generale della nostra emittente, padre Federico Lombardi, illustrando i servizi del
Centro Televisivo Vaticano ha analizzato come la Chiesa debba esprimersi tenendo presente
“il sottofondo della tecnologia”. Il Congresso, organizzato dal Pontificio Consiglio
per le comunicazioni sociali si propone di “definire cosa significa essere cattolico
in televisione, formare una rete di televisioni cattoliche, in cui abbia luogo un
movimento cooperativo, la cui finalità sia ovviamente destinata all'evangelizzazione”. **********