Domenica prossima il Papa proclamerà 4 nuovi Santi
(10 ottobre 2006 - RV) Domenica prossima Benedetto XVI presiederà, alle 10 in Piazza
San Pietro, una solenne celebrazione per la canonizzazione di quattro beati. Si tratta
di Rosa Venerini, Rafael Guízar Valencia, Filippo Smaldone e Théodore Guérin. Il servizio
di Tiziana Campisi.
********** Saranno proclamati santi per aver lasciato
tutto e aver seguito Cristo come loro unico Maestro e Signore, donando ai piccoli
e ai poveri la grande ricchezza della divina sapienza. Rosa Venerini, fondatrice della
Congregazione delle Maestre Pie Venerini, è vissuta fra il XVII e XVIII secolo. A
lei si devono in Italia le prime scuole pubbliche femminili. La sua spiritualità si
ispira a quella di Sant’Ignazio di Loyola, in un cammino che la impegnò a liberarsi
dagli affetti umani e da tutto ciò che la allontanava da Dio. Solo dopo aver riflettuto
a lungo, nel desiderio di appartenere a Dio e di lavorare per la sua gloria, decise
di dedicarsi alla formazione morale e culturale di quelle fanciulle che avevano bisogno
di un’educazione.
Rosa Venerini capì che tante donne erano schiave dell’ignoranza,
del peccato e dei pregiudizi del tempo, e per loro affrontò con caparbia disagi, incomprensioni
e calunnie, tanto che le sue Maestre Pie continuano ancora oggi l’opera da lei iniziata
in Europa, Asia, Africa e America. Rafael Guízar Valencia, messicano, è stato vescovo
di Veracruz nei primi anni del novecento. Già da sacerdote si spese per le missioni
viaggiando per diversi Paesi; predicava servendosi di un piccolo catechismo che egli
stesso compose e scrisse, adattandolo particolarmente ai semplici di cuore. Durante
la rivoluzione messicana rischiava la vita per avvicinarsi ai feriti offrendo loro
la possibilità di riconciliarsi con Dio. Nella sua diocesi restò al fianco dei fedeli
nelle difficoltà e si contraddistinse per la grande carità verso gli altri anche quando
dovette nascondersi a Città del Messico a causa della persecuzione religiosa. Per
la sua preziosa intercessione si sono verificate singolari guarigioni e sono giunti
aiuti a tanti poveri.
La missione di don Filippo Smaldone è nata invece nel
sud Italia, al fianco di sordomuti, bisognosi ed emarginati. Fu lui a volere, nell’800,
l’Istituto delle suore salesiane dei Sacri Cuori, perché operasse soprattutto al fianco
dei giovani. Sono diverse le attività pastorali che lo impegnarono instancabilmente,
fu un sacerdote mite, umile e generoso; quello da lui lasciato è un ricco patrimonio
di insegnamenti, a livello umano e pedagogico, spirituale ed evangelico. Nata in Francia
il 2 ottobre del 1798, mandata come missionaria negli Stati Uniti, Théodore Guérin
dovette percorrere zone deserte e selvagge, affrontò stenti e problemi, ma il tempo
le fece capire che il suo posto era accanto alla gente dell’Indiana. Qui fondò scuole
che gestì tramite la congregazione delle suore della Provvidenza di Santa Maria “ad
Nemus”. Ma che cosa apprendere dal suo carisma? Lo spiega, al microfono di Giovanni
Peduto, il postulatore della causa di canonizzazione Andrea Ambrosi:
R. – “Che
forza attinge l’anima dalla preghiera! E nel mezzo di un temporale, com’è rassicurante
la bonaccia che trova nel cuore di Gesù … ma quale consolazione c’è per coloro che
non pregano?” Queste parole, scritte da Madre Théodore Guérin dopo essere sopravvissuta
ad una violenta tempesta di mare, riassumono in modo esemplare la sua vita e il suo
ministero. Madre Théodore attingeva forza dalla preghiera, dai suoi dialoghi con Dio,
con Gesù e con la Beata Vergine Maria. Per tutta la vita, mentre cercava di portare
l’amore di Dio alle persone intorno a lei, le esortava alla preghiera. sapeva che
da sola non avrebbe potuto far niente, ma che nulla è impossibile a Dio. Ha accettato
le sfide, le sofferenze e le ingiustizie, come parte della propria vita e anche nelle
persecuzioni Madre Théodore è rimasta leale e fedele a Dio. Il suo dono alle generazioni
future è la sua vita come modello di santità, virtù, amore e fede. ************