2006-10-06 15:17:30

Speranze e sofferenze della Chiesa in Cina: la testimonianza di un missionario del PIME


(6 ottobre 2006 - RV) Se il governo cinese “capisse il ruolo della Chiesa, comprenderebbe anche che non ha nulla da temere” perché “la religione può dare un contributo all’educazione, allo sviluppo economico e al progresso in Cina”. E’ quanto ha affermato il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong, in una dichiarazione riportata dall’agenzia AsiaNews in occasione di un convegno a Londra sulla Chiesa in Cina, promosso dall’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. Sulla situazione dei cristiani in questo Paese abbiamo sentito padre Gianni Criveller, missionario del Pontificio Istituto delle Missioni Estere, che dal 1991 vive in Cina come ricercatore e professore di storia del cristianesimo. Attualmente risiede a Hong Kong. Antonella Villani gli ha chiesto come si trova ad insegnare la cultura cristiana in Cina: RealAudioMP3


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R. - E’ un’esperienza molto positiva perché tra gli studenti, e anche tra un certo numero di intellettuali, nella Repubblica popolare cinese da dieci anni a questa parte, c’è un interesse verso il cristianesimo.


D. – Però lei può esprimere il suo pensiero solo ed esclusivamente presso le varie università e le sedi riconosciute?


R. – Io, pur essendo un sacerdote e missionario cattolico ad Hong Kong, quando esco da questa città per entrare nel resto della Cina, non posso fare nessuna attività religiosa: questo sarebbe illegale. Essendo però uno studioso, avendo fatto delle ricerche approfondite sulla storia del cristianesimo in Cina, presso questa Università posso offrire il mio contributo in questo campo.


D. – Ad Hong Kong la situazione è diversa?


R. – Hong Kong, come risaputo, è una specie di città stato autonoma e dunque libera.


D. – Lei viaggia molto per la Cina e visita anche le comunità cristiane. Che realtà incontra?


R. – Incontro comunità vive, soprattutto nei villaggi tradizionalmente cattolici dove c’è ancora molta fede, dove ci sono giovani e ragazze che scelgono la vita religiosa, dove ci sono, in questi ultimi anni, diversi giovani vescovi che vengono consacrati a capo delle diocesi e stanno cercando di dare delle risposte alla sfida della secolarizzazione, della modernizzazione che colpisce anche la Cina come tanti altri Paesi nel mondo. Sono comunità che hanno a che fare con una politica religiosa del governo comunista che ancora penalizza fortemente la libertà religiosa dei cattolici, per cui, sia i cattolici che fanno parte delle “comunità aperte”, sia i cattolici che fanno parte delle “comunità non registrate”, sono vittime di una politica di controllo, di manipolazione, e spesso anche di oppressione da parte del regime.


D. – Lei è nell’area cinese dal ’91. Rispetto a 15 anni fa, la situazione è cambiata?


R. – Dagli inizi degli anni ’90 certamente la situazione in Cina è cambiata moltissimo per quanto riguarda lo sviluppo economico e anche lo sviluppo sociale e culturale. Anche la Chiesa, naturalmente è cresciuta, è molto più vivace, è molto più attiva. Tuttavia, devo dire che per quanto riguarda la politica del governo verso la religione in generale, e verso la Chiesa cattolica in particolare, io non vedo grandi cambiamenti. C’è sempre la stessa politica di controllo totale da parte del regime verso la Chiesa cattolica ed anche le altre religioni. In altre parole, è permesso ai cattolici di andare a Messa ma questo viene fatto attraverso un controllo capillare delle strutture e delle attività della Chiesa.


D.- A questo punto, che futuro prevede per il rapporto tra Stato cinese e Chiesa cattolica”?


R. – Non prevedo cambiamenti perché il regime è preoccupato di controllare tutti gli elementi della società e non tollerano che ci siano dei settori della società che sfuggano al controllo e che creino delle situazioni che loro giudicano di instabilità. Per quanto riguarda la Chiesa Cattolica, io ho fiducia in questi nuovi giovani vescovi che stanno prendendo le redini della Chiesa perché sono entusiasti, perché sanno soffrire e sono persone di buon senso, profondamente legate alla Chiesa universale e al Santo Padre, per cui sicuramente daranno prova di saper guidare la Chiesa in Cina secondo il Vangelo, secondo la volontà di Cristo e naturalmente secondo la tradizione della Chiesa.
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