La Croce di Gesù converte i cuori più di qualsiasi argomento: lo scrive il Papa ai
Passionisti
(6 ottobre 2006 - RV) Solamente alla luce della Croce ci si può avvicinare al mistero
dell’Amore divino: è una riflessione contenuta nel messaggio del Papa, a firma del
cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, inviato al Capitolo generale dei
Passionisti. La Congregazione celebra il proprio Capitolo dal 1° al 22 ottobre, nella
casa generalizia dei Santi Giovanni e Paolo al Celio, a Roma, con l’impegno alla
riscoperta e all’approfondimento del carisma e dell’identità della congregazione stessa.
Il servizio di Fausta Speranza:
********** La missione del fondatore
dei Passionisti,San Paolo della Croce, è una missione sempre attuale: con questa convinzione
il messaggio del Papa invita a riflettere su come la Passione di Gesù, proprio come
affermava Paolo della Croce, sia “la più grande manifestazione dell’amore di Dio,
capace di convertire i cuori al di là di quanto può fare qualunque altro argomento”.
L’impegno della congregazione oggi, dunque, si riassume nel “mostrare che la Croce
è amore e che l’amore è Dio”. E nel messaggio si ricorda che il fondatore dei Passionisti
“era intimamente convinto che i mali del mondo derivano dalla dimenticanza della Passione
di Gesù”. E che per lui, l’unione con Cristo crocifisso diventava “stimolo alla comunione
con tutti gli uomini, passione per la giustizia e per la carità. Nel mistero della
Croce trovava la forza per agire e per valorizzare le rinunce e le sofferenze. Da
qui l’invito e l’incoraggiamento del Papa: a “condurre a buon fine l’impegno di ‘ristrutturazione’
che avete intrapreso allo scopo di rispondere meglio alle sfide del nostro tempo,
tenendo conto dei diversi contesti culturali nei quali siete presenti”. E, dunque,
il Papa nel messaggio a firma del cardinale Bertone ricorda le indicazioni già tracciate
in vari documenti del Magistero pontificio, tra i quali l’Esortazione apostolica Vita
consacrata, sintetizzandole in “un appello alla perseveranza nel cammino di santità
attraverso le difficoltà materiali e spirituali che segnano le vicende quotidiane”.
Ma è anche appello a “ricercare la competenza nel proprio lavoro e a coltivare una
fedeltà dinamica alla propria missione”, con la sensibilità verso le nuove forme di
povertà e i ‘crocifissi’ del nostro tempo”. **********