Il card. Martino a Parigi: la cittadinanza mondiale viene prima di ogni cittadinanza
nazionale
(4 ottobre 2006 - RV) La luce del Vangelo è ancora il principale motore per lo sviluppo
umano, non solo nelle relazioni personali e sociali, ma anche a livello internazionale
e mondiale. Questa la convinzione del presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia
e della Pace, cardinale Martino, che ha inaugurato stamani l’Anno Accademico dell’Institut
Catholique di Parigi, parlando alla Facoltà di Scienze Sociali del prestigioso ateneo
su: “Letture e interpretazioni delle relazioni internazionali contemporanee” alla
luce della dottrina sociale della Chiesa.
Rifacendosi al Compendio della dottrina
sociale della Chiesa, dopo averne ricordati i quattro principi fondamentali – dignità
e libertà della persona umana, bene comune, sussidiarietà e solidarietà – il porporato
si è soffermato su tre concetti innovativi di tale dottrina, offerti come piste di
riflessione a docenti e studenti con particolare riferimento al panorama internazionale
attuale.
Anzitutto il concetto di cittadinanza mondiale, che viene prima di
ogni cittadinanza legale nazionale e costituisce un patrimonio di diritti e doveri
di cui è dotata ogni persona in forza della semplice appartenenza all’unica famiglia
umana. Secondo il cardinale Martino, la condanna del razzismo, la tutela delle minoranze,
l’assistenza ai profughi e ai rifugiati, la mobilitazione della solidarietà internazionale
nei confronti di tutti i bisognosi, indipendentemente dal fatto se siano cittadini
o meno di uno Stato, non sono che applicazioni del principio della cittadinanza mondiale.
Poi il concetto di capitale sociale globale. Gli studiosi oggi sono d’accordo
che il capitale sociale, cioè la fiducia reciproca, la collaborazione, la solidarietà,
la condivisione di valori comuni, la reciprocità nei rapporti, costituisce la principale
risorsa di una comunità. Il presidente di Giustizia e Pace ha sostenuto che il concetto
di capitale sociale va esteso a livello globale, come principale risorsa della comunità
mondiale. Ed ha aggiunto che l’avvio – anche se contrastato – della Corte penale internazionale,
il processo di consolidamento di un “diritto europeo”, i numerosi casi di leggi di
uno Stato che acquistano valore dentro i confini di un altro, norme e sanzioni imposte
da Organismi internazionali, l’aumento di Trattati sottoscritti da molti Stati sono
esempi di un percorso che va sorretto e indirizzato verso una collaborazione regolata
dal diritto e orientata al bene comune.
Infine, la ribadita necessità di un’autorità
politica mondiale, giacchè oggi nessun singolo potere nazionale, per quanto potente
e forte, è in grado di porre da solo le basi per la pace mondiale e il bene comune
universale. Non si tratta di scrivere la costituzione di un super-Stato mondiale e
sarebbe erroneo interpretare l’ONU in questo senso. Non si tratta nemmeno di mettersi
a tavolino per preparare uno schema astratto di regole coercitive, ma piuttosto di
continuare e approfondire un processo di costruzione partecipata di livelli trasparenti
e sussidiari di autorità.
Questa sera il cardinale Martino, nella sede parigina
dell’UNESCO, parlerà sul tema: “L’amore del prossimo al cuore della dottrina sociale
della Chiesa”. **********