2006-09-30 14:08:57

Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica


In questa 26.ma domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui i discepoli di Gesù vietano di scacciare i demòni a un tale che non era dei loro. Ma Gesù
dice:


“Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi”.

 
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:


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Cristo si sta ancora scontrando con la chiusura mentale e una specie di durezza di cuore dei discepoli, che si lamentano di aver visto qualcuno che scacciava i demoni nel nome di Cristo, e siccome non era del loro giro, glielo hanno proibito. Sono ancora concentrati su loro stessi e sulle loro categorie e modi di appartenenza. Cristo continua ad essere concentrato sulla sua Pasqua, cioè sulla salvezza dell’umanità, ossia sul Padre che vuole che gli Uomini si scoprano amati da Lui. I discepoli fanno fatica a vedere il contenuto, la salvezza che raggiunge un uomo, accecati dalla preoccupazione di chi è colui che fa del bene; e se non è dei loro, essi non riescono più a vedere il bene. Di fatti, solo dopo la Pentecoste i discepoli saranno pian piano in grado di comprendere che l’amore di Cristo va oltre i confini convenzionali di appartenenza: chi è di Cristo, tesse insieme, non strappa; include, non esclude, a causa della misericordia dalla quale lui stesso è stato raggiunto.
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