Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica
In questa 26.ma domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in
cui i discepoli di Gesù vietano di scacciare i demòni a un tale che
non era dei loro. Ma Gesù dice:
“Non glielo proibite, perché non
c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di
me. Chi non è contro di noi è per noi”.
Su questo brano
evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:
********** Cristo
si sta ancora scontrando con la chiusura mentale e una specie di durezza di cuore
dei discepoli, che si lamentano di aver visto qualcuno che scacciava i demoni nel
nome di Cristo, e siccome non era del loro giro, glielo hanno proibito. Sono ancora
concentrati su loro stessi e sulle loro categorie e modi di appartenenza. Cristo continua
ad essere concentrato sulla sua Pasqua, cioè sulla salvezza dell’umanità, ossia sul
Padre che vuole che gli Uomini si scoprano amati da Lui. I discepoli fanno fatica
a vedere il contenuto, la salvezza che raggiunge un uomo, accecati dalla preoccupazione
di chi è colui che fa del bene; e se non è dei loro, essi non riescono più a vedere
il bene. Di fatti, solo dopo la Pentecoste i discepoli saranno pian piano in grado
di comprendere che l’amore di Cristo va oltre i confini convenzionali di appartenenza:
chi è di Cristo, tesse insieme, non strappa; include, non esclude, a causa della misericordia
dalla quale lui stesso è stato raggiunto. **********