Presentato in Vaticano il Congresso mondiale delle TV cattoliche
(26 settembre 2006 - RV) Le Tv cattoliche riunite in un Congresso mondiale a Madrid,
in Spagna, dal 10 al 12 ottobre. L’iniziativa, promossa del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni sociali è stata presentata stamane nella Sala Stampa vaticana. Il servizio
di Roberta Gisotti:
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circa 2000 le televisioni cattoliche nel mondo, ed è tempo di valorizzare un patrimonio
prezioso nel panorama della comunicazione, di fronte alle sfide che le nuove tecnologie
in continua evoluzione pongono anche alla Chiesa. Di questo parleranno nella capitale
spagnola oltre 250 rappresentanti di Tv e Centri di produzione televisiva sparsi in
Europa, America, Africa, Asia, Oceania, insieme a delegati di commissioni episcopali
di comunicazione sociale e docenti di Facoltà di Scienze dei media; una trentina i
relatori. Si tratta di creare una nuova rete di cooperazione, “rispettando l’autonomia
e l’organizzazione” di ciascuno, per suscitare “dinamismi utili” ovvero opportunità
per facilitare il lavoro della comunicazione nella Chiesa e nella società – ha spiegato
l’arcivescovo John P. Foley, presidente del dicastero vaticano promotore del Congresso:
“Occorre
lavorare non soltanto sull’identità cattolica di questi enti televisivi, ma anche
su temi molto pratici come gli aspetti economici e amministrativi dell’industria televisiva,
la professionalità del personale, la qualità e la varietà dei formati di programmazione,
la qualità dell’informazione, le possibilità offerte dai cambiamenti tecnologici,
eccetera”.
“Una realtà molto variegata”, quella dell’emittenza cattolica
che va dalle Tv create dalle Conferenze episcopali o da grandi diocesi che coprono
vaste aree nazionali o anche internazionali a quelle a volte molto piccole e povere
di mezzi sostenute da movimenti, enti religiosi, singole persone, come ha illustrato
padre Federico Lombardi, intervenuto in qualità di direttore del Centro Televisivo
Vaticano (CTV):
“E’ veramente necessario ed opportuno che queste diverse realtà
convengano per conoscersi, per poter stabilire dei legami di collaborazione, in un
certo senso anche per poter organizzare la loro collaborazione. Ci sono le emittenti,
ci sono i centri di produzione, ci sono le agenzie e ci sono anche le istituzioni
che possono finanziare: capite che sono veramente tasselli di un panorama che può
veramente produrre, se ben coordinato, dei risultati molto positivi”.
Un
punto di partenza Madrid di un lavoro coordinato “che darà frutti efficaci all’irrinunciabile
missione evangelizzatrice della Chiesa, sotto l’orientamento della Santa Sede, ha
sottolineato mons. José Maria Jil, segretario della Commissione dei mezzi di comunicazione
sociale della Conferenza episcopale spagnola, ricordando che sarà possibile seguire
i lavori del Congresso sul sito Internet www.congresomundialtv.com nelle lingue
spagnola, italiana, inglese e francese.
I media, ponte per le culture e per
le religioni, ha concluso mons. Foley sollecitato dai giornalisti circa le polemiche
insorte di recente intorno al discorso del Papa all’Università di Ratisbona, “un fatto
provvidenziale - ha detto - perché ha dato la possibilità di ristabilire il dialogo
tra Cristianesimo ed Islam”. Mons. Foley:
“I mezzi della comunicazione sono
una sorta di ponte dove possiamo avere anche questo dialogo e possiamo avere una conoscenza
più profonda dei nostri vicini di altre religioni”. **********