2006-09-25 14:14:55

Il Papa incontra i rappresentanti musulmani e ribadisce: stima, rispetto, reciprocità e libertà religiosa. Il dialogo con l'islam è vitale per il futuro


(25 settembre 2006 - RV) Il dialogo tra cristiani e musulmani è una necessità vitale per il futuro del mondo: lavoriamo insieme per la pace nel rispetto dell’identità e della libertà di ciascuno.
E’ quanto ha detto, in sintesi, il Papa incontrando stamane a Castel Gandolfo gli ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana accreditati presso la Santa Sede e alcuni esponenti delle comunità musulmane in Italia. Un incontro volto a “consolidare i legami di amicizia e di solidarietà” tra la Santa Sede e il mondo islamico, dopo le reazioni suscitate da una non corretta interpretazione del discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona. All’udienza, seguita in diretta anche dalla TV araba Al Jazeera, hanno partecipato 22 diplomatici e una ventina di esponenti di comunità musulmane in Italia: era presente anche il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Il servizio di Sergio Centofanti: RealAudioMP3
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Il Papa saluta cordialmente, uno per uno, i diplomatici e i rappresentanti musulmani. L’atmosfera dell’incontro è molto serena e amichevole: tanti sorrisi e strette di mano.
“Je voudrais aujourd’hui redire toute l’estime et le profond respect que je porte aux croyants musulmans…″.
Sulla scia del Concilio Vaticano II, Benedetto XVI ha ribadito “tutta la stima e il profondo rispetto” che nutre verso i credenti musulmani “che adorano l’unico Dio”. “Fin dall’inizio del mio pontificato – ha detto - ho auspicato che si continuino a consolidare ponti di amicizia con i fedeli di tutte le religioni, con un particolare apprezzamento per la crescita del dialogo tra musulmani e cristiani”.
″Il est en effet une nécessité vitale, dont dépend en grande partie notre avenir… ″.
Ricordando le parole pronunciate nell’incontro con i rappresentanti islamici a Colonia, nell’agosto del 2005, ha sottolineato che “il dialogo interreligioso e interculturale fra cristiani e musulmani non può ridursi a una scelta del momento Si tratta effettivamente di una necessità vitale, da cui dipende in gran parte il nostro futuro”.
“In un mondo segnato dal relativismo, e che troppo spesso esclude la trascendenza dall’universalità della ragione – ha aggiunto - abbiamo assolutamente bisogno d’un dialogo autentico tra le religioni e tra le culture” per costruire insieme un “mondo di pace e di fraternità” e in questo ambito – nota – “i nostri contemporanei attendono da noi un’ eloquente testimonianza in grado di indicare a tutti il valore della dimensione religiosa dell’esistenza”.
“Poursuivant l’œuvre entreprise par mon prédécesseur, le Pape Jean-Paul II… ″.
Benedetto XVI si pone in continuità con l’opera intrapresa da Giovanni Paolo II, auspicando “vivamente che i rapporti ispirati a fiducia, che si sono instaurati da diversi anni fra cristiani e musulmani, non solo proseguano, ma si sviluppino in uno spirito di dialogo sincero e rispettoso, un dialogo fondato su una conoscenza reciproca sempre più autentica che, con gioia, riconosce i valori religiosi comuni e, con lealtà, prende atto e rispetta le differenze”.
Il Papa afferma la necessità che, “fedeli agli insegnamenti delle loro rispettive tradizioni religiose, cristiani e musulmani imparino a lavorare insieme, come già avviene in diverse comuni esperienze, per evitare ogni forma di intolleranza ed opporsi ad ogni manifestazione di violenza”. E a questo proposito – sottolinea - è “doveroso” che le autorità religiose e i responsabili politici incoraggino i credenti ad agire in questo modo.
“Même si, au cours des siècles, de nombreuses dissensions et inimitiés sont nées entre chrétiens et musulmans… ″.
Il Papa, non nascondendo che nel corso dei secoli, “non pochi dissensi e inimicizie sono sorti tra cristiani e musulmani”, ricorda come il Concilio Vaticano II esorti “tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà” (Dichiarazione Nostra aetate, n.3).
Il Pontefice invita “a ricercare vie di riconciliazione … nel rispetto dell’identità e della libertà di ciascuno” e cita Giovanni Paolo II che nel suo “memorabile discorso” ai giovani a Casablanca, in Marocco, nel 1985, aveva affermato che “il rispetto e il dialogo richiedono la reciprocità in tutti i campi, soprattutto per quanto concerne le libertà fondamentali e più particolarmente la libertà religiosa. Essi favoriscono la pace e l’intesa tra i popoli”.
“Je suis profondément convaincu que, dans la situation que connaît le monde aujourd’hui… ″.
“Sono profondamente convinto – afferma ancora il Papa - che, nella situazione in cui si trova il mondo oggi”, mentre “crescono le minacce contro l’uomo e contro la pace”, è “un imperativo per i cristiani e i musulmani impegnarsi nell’affrontare insieme le numerose sfide” dell’attualità “specialmente per quanto riguarda la difesa e la promozione della dignità dell’essere umano e i diritti che ne derivano”, riaffermando “la centralità della persona e lavorando senza stancarsi perché la vita umana sia sempre rispettata”.
″Au moment où pour les musulmans commence la démarche spirituelle du mois de Ramadan… ".
Infine, Benedetto XVI rivolge i suoi “cordiali voti augurali” ai musulmani che hanno appena iniziato a celebrare il Ramadan, auspicando “di vero cuore che Dio misericordioso guidi i nostri passi sui sentieri d’una reciproca e sempre più vera comprensione”. “Che il Dio della pace – ha concluso il Papa rivolgendosi ai rappresentanti islamici - colmi con l’abbondanza delle sue benedizioni voi e le comunità che rappresentate!”
(Applausi)
Da parte sua, nell’indirizzo di saluto all’inizio dell’incontro, il cardinale Poupard ha sottolineato la necessità di “lavorare a una nuova simbiosi della fede e della ragione in un dialogo fiducioso e pacifico tra le religioni e le culture” per testimoniare “nel rispetto delle nostre differenze” la fede “nell’Unico Dio e il nostro rispetto per l’uomo creato a sua immagine e somiglianza”.
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