Lunedì a Castel Gandolfo il Papa incontra gli ambasciatori dei Paesi islamici
(23 settembre 2006 - RV) C’è grande attesa per l’incontro che il Papa avrà lunedì
prossimo a Castel Gandolfo con gli ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana
accreditati presso la Santa Sede ed alcuni esponenti delle comunità musulmane in Italia.
L’iniziativa è stata accolta molto positivamente dal mondo islamico che proprio oggi
ha iniziato il Ramadan, il mese del digiuno. Ce ne parla Sergio Centofanti: ********** r.
- this is absolutely perfect step… “Questo è certamente il passo perfetto, più
importante e considerevole che poteva compiere il Papa. Io dico che è un buon passo
avanti per un maggior dialogo interreligioso”. E’ quanto ha detto il primo segretario
dell’Ambasciata dell’Iran presso la Santa Sede, Ahmad Fahima. Positiva la reazione
anche dell’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede, Albert Yelda: R. - this
is a very positive … “Questa iniziativa del Papa è vista in modo molto positiva
da me, dai rappresentanti dei Paesi arabi presso la Santa Sede e dalle comunità musulmane
in Italia. Credo che questo rappresenti un passo verso la realizzazione di nuovi e
maggiori ponti. E questo perché molte, troppe cose sono successe nel mondo e ci sono
state incomprensioni. Io credo che incontrandoci riusciremo a discutere sul dialogo
interreligioso in modo più pacifico”. L’incontro vuole rilanciare il dialogo dopo
le reazioni suscitate da una non corretta interpretazione del discorso del Papa all’Università
di Ratisbona. Ma come riconfermare il clima di fiducia tra cristiani e musulmani?
Massimiliano Menichetti lo ha chiesto all’arcivescovo di Algeri Henri Teissier: R.
- Bisogna incontrarci, lavorare insieme per il bene comune, quando viene la fiducia
viene finalmente anche l’amicizia. Quando lavoriamo insieme, per esempio, per i bambini
handicappati ecc… la gente capisce che, pur essendo noi cristiani e loro musulmani,
possiamo fare tante cose insieme. Quando c’è l’amicizia allora possiamo affrontare
le difficoltà che vengono. Il Papa nel discorso all’Università di Ratisbona ha
incoraggiato “a un dialogo positivo, anche autocritico”, armonizzando fede e ragione.
Ascoltiamo in proposito l’opinione della teologa musulmana iraniana Shahrzade Houshmand,
al microfono di Giancarlo La Vella: R. – Noi condividiamo proprio ciò che ha detto
Benedetto XVI, che la ragione è essenziale, soprattutto quando, in armonia con la
fede, diventa veramente una forza grandissima per portare avanti e in alto l’essere
umano. Condanniamo, con lui, l’uso della religione come mezzo di violenza. Ritorniamo
sempre all’essenziale, credendo in un unico Dio. Allora, come monoteisti, speriamo
di poter collaborare insieme per poter testimoniare un’unica verità ad un mondo che
ha oggi grande difficoltà a credere. Poi riguardo soprattutto al mondo cristiano,
noi abbiamo nel Corano versetti significativi: “Tu, Profeta, troverai i più vicini
nell’amore e nell’amicizia tra coloro che credono, coloro che dicono: noi siamo cristiani”.
Questi sono dei versetti molto significativi nel dialogo interreligioso, ma soprattutto
fra musulmani e cristiani. E questo, infine, è il commento del teologo don Andrea
Pacini, consultore della Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani presso
il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervistato da Fabio Colagrande: R.
– Io credo che il discorso del binomio ragione-fede sia un discorso molto importante,
che tra l’altro è veramente, direi, la prospettiva del dialogo, - che non per niente
nella sua stessa etimologia greca richiama all’uso della ragione per confrontarsi
con l’altro: ma credo che tutto questo implica, come ha fatto notare il Papa, un atteggiamento
di sana autocritica che ciascun interlocutore di un dialogo è chiamato ad avere. Questo
significa anche accettare eventuali critiche o chiarimenti, che si possa chiedere
alla controparte e rispondergli con delle argomentazioni razionali. Io credo che tutto
questo vuol dire che è importante vivere la propria appartenenza di fede in maniera
dialogica, attraverso un sano esercizio critico. Allora questo richiamo del Papa è
un richiamo serio, che però può fare anche timore. D. – Quali sono le prospettive
di questo dialogo? R. – Io sono fiducioso che il dialogo possa proseguire e possa
farlo con maggior vigore e forse superando anche, come dire, qualche ambiguità da
cui finora è stato - pur con le migliori intenzioni - forse ammantato. Credo sia molto
importante porre al centro del dialogo alcuni temi centrali, ad esempio la centralità
della persona umana, la sua dignità fondamentale, i suoi diritti fondamentali e quindi
non usare violenza verso le persone, anche in materia di fede, garantire uguaglianza
di diritti. Questi sono davvero temi centrali per la convivenza pluriculturale e plurireligosa
del giorno d’oggi in cui la ragione gioca un ruolo fondamentale e in cui, ripeto,
le religioni sono chiamate a dare un contributo forte e ineludibile. **********