2006-09-23 15:39:23

Lunedì a Castel Gandolfo il Papa incontra gli ambasciatori dei Paesi islamici


(23 settembre 2006 - RV) C’è grande attesa per l’incontro che il Papa avrà lunedì prossimo a Castel Gandolfo con gli ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana accreditati presso la Santa Sede ed alcuni esponenti delle comunità musulmane in Italia. L’iniziativa è stata accolta molto positivamente dal mondo islamico che proprio oggi ha iniziato il Ramadan, il mese del digiuno. Ce ne parla Sergio Centofanti: RealAudioMP3
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r. - this is absolutely perfect step…
“Questo è certamente il passo perfetto, più importante e considerevole che poteva compiere il Papa. Io dico che è un buon passo avanti per un maggior dialogo interreligioso”.
E’ quanto ha detto il primo segretario dell’Ambasciata dell’Iran presso la Santa Sede, Ahmad Fahima. Positiva la reazione anche dell’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede, Albert Yelda:
R. - this is a very positive …
“Questa iniziativa del Papa è vista in modo molto positiva da me, dai rappresentanti dei Paesi arabi presso la Santa Sede e dalle comunità musulmane in Italia. Credo che questo rappresenti un passo verso la realizzazione di nuovi e maggiori ponti. E questo perché molte, troppe cose sono successe nel mondo e ci sono state incomprensioni. Io credo che incontrandoci riusciremo a discutere sul dialogo interreligioso in modo più pacifico”.
L’incontro vuole rilanciare il dialogo dopo le reazioni suscitate da una non corretta interpretazione del discorso del Papa all’Università di Ratisbona. Ma come riconfermare il clima di fiducia tra cristiani e musulmani? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto all’arcivescovo di Algeri Henri Teissier:
R. - Bisogna incontrarci, lavorare insieme per il bene comune, quando viene la fiducia viene finalmente anche l’amicizia. Quando lavoriamo insieme, per esempio, per i bambini handicappati ecc… la gente capisce che, pur essendo noi cristiani e loro musulmani, possiamo fare tante cose insieme. Quando c’è l’amicizia allora possiamo affrontare le difficoltà che vengono.
Il Papa nel discorso all’Università di Ratisbona ha incoraggiato “a un dialogo positivo, anche autocritico”, armonizzando fede e ragione. Ascoltiamo in proposito l’opinione della teologa musulmana iraniana Shahrzade Houshmand, al microfono di Giancarlo La Vella:
R. – Noi condividiamo proprio ciò che ha detto Benedetto XVI, che la ragione è essenziale, soprattutto quando, in armonia con la fede, diventa veramente una forza grandissima per portare avanti e in alto l’essere umano. Condanniamo, con lui, l’uso della religione come mezzo di violenza. Ritorniamo sempre all’essenziale, credendo in un unico Dio. Allora, come monoteisti, speriamo di poter collaborare insieme per poter testimoniare un’unica verità ad un mondo che ha oggi grande difficoltà a credere. Poi riguardo soprattutto al mondo cristiano, noi abbiamo nel Corano versetti significativi: “Tu, Profeta, troverai i più vicini nell’amore e nell’amicizia tra coloro che credono, coloro che dicono: noi siamo cristiani”. Questi sono dei versetti molto significativi nel dialogo interreligioso, ma soprattutto fra musulmani e cristiani.
E questo, infine, è il commento del teologo don Andrea Pacini, consultore della Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani presso il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervistato da Fabio Colagrande:
R. – Io credo che il discorso del binomio ragione-fede sia un discorso molto importante, che tra l’altro è veramente, direi, la prospettiva del dialogo, - che non per niente nella sua stessa etimologia greca richiama all’uso della ragione per confrontarsi con l’altro: ma credo che tutto questo implica, come ha fatto notare il Papa, un atteggiamento di sana autocritica che ciascun interlocutore di un dialogo è chiamato ad avere. Questo significa anche accettare eventuali critiche o chiarimenti, che si possa chiedere alla controparte e rispondergli con delle argomentazioni razionali. Io credo che tutto questo vuol dire che è importante vivere la propria appartenenza di fede in maniera dialogica, attraverso un sano esercizio critico. Allora questo richiamo del Papa è un richiamo serio, che però può fare anche timore.
D. – Quali sono le prospettive di questo dialogo?
R. – Io sono fiducioso che il dialogo possa proseguire e possa farlo con maggior vigore e forse superando anche, come dire, qualche ambiguità da cui finora è stato - pur con le migliori intenzioni - forse ammantato. Credo sia molto importante porre al centro del dialogo alcuni temi centrali, ad esempio la centralità della persona umana, la sua dignità fondamentale, i suoi diritti fondamentali e quindi non usare violenza verso le persone, anche in materia di fede, garantire uguaglianza di diritti. Questi sono davvero temi centrali per la convivenza pluriculturale e plurireligosa del giorno d’oggi in cui la ragione gioca un ruolo fondamentale e in cui, ripeto, le religioni sono chiamate a dare un contributo forte e ineludibile.
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