Il Papa indica nei martiri il seme di nuovi cristiani
(23 settembre 2006 - RV) L’inculturazione del Vangelo nelle terre di missione ha bisogno
di dedizione, purezza di fede e coraggio, talvolta fino al sacrificio della vita.
Benedetto XVI ha accolto con questi pensieri i 98 vescovi partecipanti al Seminario
di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, guidata
dal cardinale prefetto, Ivan Dias. Il Papa ha salutato, attraverso i presuli presenti,
le loro comunità di provenienza - “giovani e piene di entusiasmo”, ha detto - dove
il messaggio di Cristo sta toccando molti cuori. Il servizio di Alessandro De Carolis:
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come ieri, il mondo “ascolta più volentieri i testimoni che i maestri”. Benedetto
XVI fa propria la celebre espressione di Paolo VI per definire il livello sul quale
deve muoversi l’evangelizzazione. “Essa – ha riconosciuto all’inizio del suo intervento
– mostra promettenti segni di sviluppo”, nonostante i contesti talvolta duri e difficili
nei quali gli evangelizzatori devono muoversi. Circostanze in alcuni casi estreme,
ha osservato il Papa, che trasformano gli sforzi “non indifferenti” per inculturare
il Vangelo in un sigillo di sangue: come quello versato da tantissimi sacerdoti, religiose
e laici nelle terre di missione, ieri come oggi: “Nei giorni scorsi, al numero
di questi eroici testimoni del Vangelo si è aggiunto il sacrificio di suor Leonella
Sgorbati, missionaria della Consolata, barbaramente uccisa a Mogadiscio, in Somalia.
Questo martirologio adorna, ieri come oggi, la storia della Chiesa e, pur nella sofferenza
e nell’apprensione, mantiene viva nel nostro animo la fiducia d’una gloriosa fioritura
di fede cristiana, poiché, come afferma Tertulliano, 'il sangue dei martiri è seme
di nuovi cristiani'” . Solo in Cristo, ha affermato Benedetto XVI, la “fatica apostolica”
trova “l’ardore intrepido” che non fa temere “nemmeno la persecuzione e la morte”.
Il Papa ha dunque esortato i vescovi ad essere i primi esempi irreprensibili e fedeli
nella trasmissione della fede, in particolare per i sacerdoti e i seminaristi: “E’
motivo di gioia e di consolazione costatare che in molte vostre Chiese si assiste
ad una costante fioritura di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, dono meraviglioso
di Dio da accogliere e promuovere con gratitudine e zelo. Sia vostra preoccupazione
dotare i seminari di un numero sufficiente di formatori, scelti e preparati con cura,
i quali siano anzitutto esempi e modelli per i seminaristi. (…) Dalla preparazione
dei futuri sacerdoti e di tutti gli altri operatori della pastorale, in particolare
dei catechisti, dipende l'avvenire delle vostre Comunità e quello della Chiesa universale”. Come
“sentinelle del Popolo di Dio – ha raccomandato ancora Benedetto XVI - evitate con
fermezza e coraggio le divisioni, specie quando sono dovute a motivi etnici e socio-culturali.
Esse attentano infatti all’unità della fede e indeboliscono l’annuncio e la testimonianza
del Vangelo di Cristo, che – ha concluso il Papa, invocando anche l’intercessione
di S. Pio da Pietrelcina - è venuto nel mondo per fare dell’intera umanità un popolo
santo e una sola famiglia dove Dio è Padre di tutti”. **********