2006-09-23 15:37:48

Con l'Islam dialogo sincero e rispetto reciproco: così il Papa ai vescovi del Ciad


(23 settembre 2006 - RV) Benedetto XVI è tornato stamane a parlare di rapporti tra cristiani e musulmani, ricevendo in udienza i vescovi del Ciad, in visita ad Limina Apostolorum, incoraggiando il “dialogo sincero” ed il “rispetto reciproco”, sostenuti dalla “mutua conoscenza”. Il servizio di Roberta Gisotti:
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Sono “generalmente buone” in Ciad le relazioni tra cristiani e musulmani, grazie in particolare alla ricerca di una migliore conoscenza mutua”, si è rallegrato Benedetto XVI incoraggiando i presuli “a proseguire le collaborazioni in un spirito di dialogo sincero e di rispetto reciproco al fine di aiutare ciascuno a condurre una vita conforme alla dignità ricevuta da Dio, con la preoccupazione di un’autentica solidarietà e d’uno sviluppo armonico della società”. Da parte sua, il presidente della conferenza episcopale del Ciad, mons. Bouchard ha segnalato il progressivo avanzare dell’Islam nel Paese, nei settori dell’amministrazione, del commercio della politica, e la costruzione di numerose moschee anche in villaggi dove non ci sono musulmani, e le pressioni alla conversione all’Islam esercitate sui capi dei villaggi e sui giovani. I presuli hanno anche lamentato il pericolo costante della guerra nel loro Paese.
Consolidare “la fraternità tra le diverse comunità che compongono la Nazione - ha detto loro Benedetto XVI – è un obiettivo che esige l’impegno di tutti al fine di mettere il Paese al riparo da contrapposizioni che non possono che generare nuove violenze:
LA RECONNAISSANCE DE LA DIGNITE DE CHACUN, DE L’IDENTITE…
“Il riconoscimento della dignità di ciascuno, dell’identità di ogni gruppo umano e religioso, e della loro libertà a praticare la propria fede, fa parte dei valori comuni della pace e della giustizia che devono essere promossi da tutti e per i quali i responsabili della società hanno un ruolo importante da giocare”.
Riguardo le priorità della Chiesa in Ciad, il Santo Padre, ha raccomandato “la partecipazione regolare dei fedeli ai Sacramenti, in particolare all’Eucarestia”; “una solida formazione religiosa, fondata su forti convinzioni spirituali”, che permetta di testimoniare i valori cristiani nella società; il “discernimento delle vocazioni” nei Seminari; “l’urgenza di proclamare la verità integrale sul matrimonio e la famiglia”, che “suppone un amore indissolubile e fedele degli sposi”; infine “l’azione caritativa” “a servizio dello sviluppo dell’educazione, della salute, e anche dell’accoglienza dei rifugiati”, e “verso le persone nel bisogno, senza alcuna distinzione d’origine”.
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