Il dolore del Papa per la barbara uccisione di suor Leonella: il suo sangue diventi
seme di speranza per costruire un'autentica fraternità tra i popoli. Prima di morire
la religiosa ha perdonato
(19 settembre 2006 - RV) Il Papa ha espresso il suo profondo dolore per la morte di
suor Leonella Sgorbati, “barbaramente uccisa” domenica scorsa a Mogadiscio. In un
telegramma inviato a suo nome dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone a
madre Gabriella Bono, superiora generale delle Missionarie della Consolata, cui apparteneva
la religiosa italiana, Benedetto XVI, ricordando che la suora “svolgeva con gioia
un’apprezzata opera al servizio delle popolazioni somale, specialmente in favore della
vita nascente e nell’ambito della formazione sanitaria”, ha ribadito la “ferma deplorazione
per ogni forma di violenza”. Ha quindi auspicato che il “sangue versato da una così
fedele discepola del Vangelo diventi seme di speranza per costruire un’autentica fraternità
tra i popoli nel rispetto reciproco delle convinzioni religiose di ciascuno”.
Suor
Leonella ha perdonato prima di morire: ascoltiamo la testimonianza di Giuseppina Sgorbati,
sorella della religiosa uccisa: Fabio Colagrande le ha chiesto se suor Leonella, al
secolo Rosa, si rendeva conto del pericolo che correva …
********** R.
– Penso di sì, anche se a me diceva che certamente non c’erano pericoli perché “se
la pallottola viene a me – diceva - se il Buon Dio l’ha destinata a me, la prendo
io, se no non la prenderò”: questo mi diceva quando le chiedevo di stare attenta.
D.
– Sua sorella Rosa era contenta di essere arrivata in Somalia?
R. – Lei
era contenta di andare in missione in Somalia per far studiare questi ragazzi, che
non avevano un avvenire; ne ha aiutati tanti, collocandoli nei diversi ospedali e
dando loro un lavoro.
D. – Quindi, voleva proseguire la sua missione a
Mogadiscio perché sapeva che ce n’era bisogno?
R. – Ce n’era bisogno, sì,
altrimenti non sarebbe partita.
D. – Qual era il senso profondo della
vocazione che l’aveva portata in Africa e la faceva restare lì nonostante i grandi
pericoli…
R. – Il bene che lei voleva alla gente. Voleva il bene della
gente e sapeva che se uno non studia, non può andare avanti. Lei voleva bene a tutti
e voleva che tutti andassero avanti, che studiassero, perché così avrebbero potuto
capire le cose.
D. – Rosa ha perdonato la mano che l’ha colpita…
R.
– Sì, è un dono che mi ha fatto mia sorella: ha perdonato perché sicuramente pensava
che il suo assassino non sapeva quello che faceva. **********