La Chiesa "grida" insieme con gli esclusi: manifestazione in Brasile
(13 settembre 2006 - RV) “Nella forza dell’indignazione, semi di trasformazione”:
hanno scelto un titolo provocatorio gli organizzatori della manifestazione “Grido
degli esclusi”, che ogni anno viene celebrata in Brasile in coincidenza con la festa
dell’indipendenza. Il titolo dell’edizione 2006, svoltasi nei giorni scorsi, esprime
i sentimenti dei milioni di cittadini socialmente emarginati che invocano cambiamenti
nelle politiche governative: ad esempio, una riforma agraria di ampio respiro e strategie
abitative che pongano fine alla proliferazione delle favelas. O ancora, l’accesso
all’istruzione, alle strutture sanitarie e ad un lavoro degno per i più svantaggiati.
Al grido degli esclusi si unisce la voce della Chiesa cattolica brasiliana: nel corso
della manifestazione, una celebrazione eucaristica nel Santuario nazionale di Nostra
Signora Aparecida ha concluso il Pellegrinaggio nazionale dei lavoratori. Su questo
importante appuntamento, Raimundo De Lima ha sentito il vescovo di Jales, Demetrio
Luiz Valentini:
********** R. – Questa è una sfida centrale: l’esclusione
sociale. Nel contesto dell’economia di oggi, nelle difficoltà che abbiamo è molto
importante pensare ad una patria per tutti superando, perciò, tutti i motivi di esclusione
sociale, politica ed economica. Prima di tutto, siamo consapevoli delle denunce di
corruzione politica. Bisogna riconoscere, infatti, che esiste ancora e molte ne sono
state le manifestazioni, soprattutto l’anno scorso. Questo ha provocato la disillusione,
in un primo momento, e poi l’indignazione. Vediamo come positiva l’indignazione e
per questo abbiamo scelto come tema di quest’anno: “Nella forza dell’indignazione,
semi di trasformazione”. Vogliamo invitare i cittadini a trasformare in bene la loro
indignazione, di fronte a tanti fatti di corruzione, soprattutto per non votare nelle
prossime elezioni quanti hanno partecipato alla corruzione politica. E’ un invito
a superare la disillusione politica, a riappropriarsi delle proprie responsabilità
politiche e a tradurle concretamente nelle prossime elezioni, votando coscientemente
per i candidati che si pensa e si crede siano degni di rappresentare la comunità civile. **********