2006-09-12 15:13:01

Il Papa a Ratisbona: contemplare il volto umano di Dio, oltre odio e fanatismo. Nel pomeriggio, Benedetto XVI incontra il mondo accademico e prega con luterani e ortodossi


(12 settembre 2006 - RV) Un viaggio che è una “festa della fede”, ma che allo stesso tempo sollecita i fedeli a chiedersi in cosa realmente credano. Con sul volto i sorrisi per la grande accoglienza riservatagli anche dalla città di Ratisbona, Benedetto XVI non ha mancato di proseguire, nella Messa presieduta questa mattina nella grande spianata dell’Islinger Feld, la catechesi che sta accompagnando il suo viaggio apostolico in Baviera. Dal cuore mariano di Altötting alla città di Ratisbona, uno dei centri industriali e tecnologici della Germania meridionale: qui, tra il 1969 e il 1971, il più giovane prof. Joseph Ratzinger fu tra i docenti dell’Università cittadina. Proseguendo nel suo itinerario spirituale, oltre che affettivo, di questi giorni, il Papa ha pronunciato un’omelia densa di richiami alla supremazia di Dio, in un mondo che prova a fare a meno di lui, preferendogli la speculazione intellettuale o il fanatismo. Per entrare allora nel vivo della grande cerimonia di stamani, la parola al nostro inviato in Germania, Paolo Ondarza:

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“Oggi, che conosciamo le patologie e le malattie mortali della religione e della ragione, le distruzioni dell’immagine di Dio a causa dell’odio e del fanatismo, è importante dire con chiarezza in quale Dio noi crediamo e professare convinti questo volto umano di Dio”. Così Benedetto XVI nella Messa celebrata sulla spianata dell’Islinger Feld di Ratisbona, un prato già chiamato dalla popolazione Papstwiese, prato papale. Presenti circa 300 mila persone, alcune della quali hanno passato la notte all’aperto.


(cori)

“Dio è Bontà – ha detto il Papa – non ci lascia brancolare nel buio”. “Ci ama fino al punto da lasciarsi per noi inchiodare sulla Croce per portare le sofferenze dell’umanità fino al Suo cuore”. Professare Cristo – ha aggiunto – “ci libera dalla paura di Dio – un sentimento dal quale, in definitiva, nacque l’ateismo moderno”. Credere è ragionevole. “Fin dall’illuminismo – ha ricordato – almeno una parte della scienza s’impegna a cercare una spiegazione del mondo, in cui Dio diventi superfluo”:


Die Sache mit dem Menschen geht nicht auf ohne Gott, und die Sache mit …
“Ma i conti sull'uomo, senza Dio, non tornano, e i conti sul mondo, su tutto il vasto universo, senza di Lui non tornano”.


Nell’alternativa tra la Ragione creatrice, o l’irrazionalità che, priva di ogni ragione, stranamente produce un cosmo ordinato in modo matematico, risultato casuale dell’evoluzione”, noi cristiani crediamo in “Dio Padre, Creatore del Cielo e della Terra”. “Crediamo – ha detto il Papa – che all’origine c’è il Verbo eterno, la Ragione, non l’irrazionalità”.


(applausi)

“Credere è semplice – ha spiegato il Papa indicando nel Credo, una Somma nella quale tutto l’essenziale è espresso. La fede è anzitutto gioia di essere insieme, è festa: “Chi crede non è mai solo”, ha aggiunto il Santo Padre introducendo il motto di questo viaggio in Baviera.


(inno)

“La fede è speranza, è la certezza che noi abbiamo un futuro, che non cadremo – ha proseguito Benedetto XVI – è amore, l’amore di Dio vuole contagiarci”. Credere non è adesione ad una “serie di sentenze” e di norme, è “l’incontro tra Dio e l’uomo” che si manifesta nel Battesimo. In esso Dio rende gli uomini una grande famiglia nella comunità universale della Chiesa:


Ja, wer glaubt ist nie allein. Gott geht auf uns zu. Gehen auch wir …
“Sì, chi crede non è mai solo. Dio ci viene incontro. Incamminiamoci anche noi verso Dio e andiamo così gli uni incontro agli altri! Non lasciamo solo, per quanto sta nelle nostre forze, nessuno dei figli di Dio!”


“La fede è credere nel Giudizio”, ha detto ancora Benedetto XVI, spiegando che la prospettiva del giudizio non deve suscitare paura. Credere nel giudizio di Dio è credere nell’affermazione del diritto, nel “congiungimento di tanti frammenti di storia che sembrano privi di senso, così da integrarli in un tutto in cui dominino la verità e l’amore”:


Aber wollen wir nicht alle, dass einmal all den ungerecht Verurteilten, …
“Non desideriamo forse tutti che un giorno sia fatta giustizia per tutti i condannati ingiustamente, per quanti hanno sofferto lungo la vita e poi da una vita piena di dolore sono stati inghiottiti nella morte? Non vogliamo forse che l’eccesso di ingiustizia e di sofferenza, che vediamo nella storia, alla fine si dissolva; che tutti in definitiva possano diventare lieti, che tutto ottenga un senso?”.


“La fede – ha aggiunto Benedetto XVI – non vuol fare paura, è una chiamata alla responsabilità”. “Non dobbiamo sprecare la nostra vita, né abusare di essa, né tenerla per noi stessi, di fronte all’ingiustizia non dobbiamo restare indifferenti, diventandone addirittura complici o conniventi”. “Dobbiamo percepire – ha proseguito – la nostra missione nella storia e cercare di corrispondervi”.


Nell’odierna festa del “nome di Maria”, avvocata degli uomini presso Dio, il Papa ha rivolto gli auguri a tutte le donne che ne portano il nome ricordando in particolare sua madre e sua sorella. Pensando al lavoro impiegato per consentire il sereno svolgimento di questo viaggio in Baviera, Benedetto XVI si è detto commosso e confuso:


Für all dies kann ich nur einfach ein ganz herzliches “Vergelt’s Gott” …
“Grazie di cuore! Il Signore Vi ricompensi per tutto, e la gioia che noi ora possiamo sperimentare grazie alla vostra preparazione, ritorni centuplicata a ciascuno di voi! Mi sono commosso, quando ho sentito quante persone hanno collaborato per abbellire la mia casa e il mio giardino”.


“Non avete fatto tutto ciò per un singolo uomo – ha detto – l’avete fatto nella solidarietà della fede, lasciandovi guidare dall’amore per il Signore e per la Chiesa”.


Sul palco, il reliquario di San Wolfgang patrono di Ratisbona e il grande crocifisso ligneo della Schottenkirche, Chiesa degli scozzesi, di San Jakob nel seminario della diocesi. All’interno di questa scultura, è stata recentemente trovata una piccola reliquia contenente una farfalla d’argento a grandezza naturale, simbolo della resurrezione.


Da Monaco di Baviera, Paolo Ondarza, Radio Vaticana.
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Folle di decine di migliaia di persone avevano accompagnato anche ieri i singoli atti della visita di Benedetto XVI nella città di Altötting, conclusa con la recita dei Vespri mariani nella Basilica di Sant’Anna. Il Papa, attorniato da religiosi e seminaristi, si è appellato a Dio perché nella Chiesa fioriscano vocazioni per nuovi annunciatori del “Vangelo della pace”. La cronaca dell’avvenimento nel servizio del nostro inviato, Paolo Ondarza:

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“Dove i sacerdoti, a causa dei grandi compiti, permettono che lo stare col Signore si riduca sempre più, lì perdono, nonostante la loro attività forse eroica, la forza interiore che li sostiene. Quello che fanno diventa un vuoto attivismo”. Così si ha parlato Benedetto XVI nel discorso a religiosi e seminaristi convenuti nella Basilica di Sant’Anna ad Altötting per i Vespri mariani. Un pensiero il Papa lo ha rivolto ad Anna, Santa madre della Vergine Maria, e con lei alle madri, ai padri, ai nonni e alla famiglia in genere, “ambiente di vita e preghiera dove si impara a pregare e dove possono maturare le vocazioni”. Queste ultime sono state al centro dell’omelia:

mit jedem von uns hat der Herr seinen Plan; ein jeder wird von ihm bei …
“Con ciascuno di noi Dio ha un suo progetto, ciascuno viene chiamato da Dio per nome. Il nostro compito è di diventare persone in ascolto, capaci di percepire la sua chiamata”.


Benedetto XVI ha ricordato la carenza di vocazioni in America Latina, Africa e Asia, ma anche in Germania e in Russia: “Dio cerca operai per la sua messe che è grande”. “Oggi – ha aggiunto – è come quando il Signore fu preso da compassione per le folle che gli parevano come pecore senza pastore”.

Herr, schau die Not dieser unserer Stunde an, die Boten des Evangeliums…
“Signore, guarda la tribolazione di questa nostra ora che abbisogna dei messaggeri del Vangelo. Lasciati prendere anche adesso dalla compassione! Guarda il mondo e manda operai!”


Il Papa ha fatto memoria delle parole rassicuranti dell’Angelo a Maria, spaventata di essere inadeguata alla volontà di Dio: “Non temere, ti ho chiamato per nome”. “Stare con Dio, come inviati in cammino verso la gente”: è questa l’essenza della vocazione spirituale del sacerdote”, ha detto il Pontefice. Quindi, Benedetto XVI ha indicato le quattro vie maestre per stare con Dio: “La Messa quotidiana, celebrata sempre con profonda partecipazione interiore, la Liturgia delle Ore, la lettura spirituale delle Sacre Scritture”, che – ha detto – non consiste nel ‘decifrare parole del passato’, ma ‘nel cercare la parola del Signore’ per me, qui e ora. Infine, l’Adorazione Eucaristica, attraverso cui ‘possiamo parlare con Dio, esporgli le nostre domande, le nostre preoccupazioni ed angosce. Le nostre gioie, richieste, speranze”.

Il Papa ha menzionato l’esempio dei Santi Edith Stein e Konrad, l’umile frate venerato ad Altötting, che guardando il Tabernacolo imparò la bontà inesauribile con cui trattava la gente.

Riferendosi all’inaugurazione compiuta in mattinata della nuova Anbetungskapelle, Cappella dell’Adorazione, nel Santuario di Altötting, il Papa ha detto:

Altötting hat dank Bischof Schraml eine neue Schatzkammer …
“Altötting, grazie al vescovo Schraml, ha ottenuto una nuova Camera del tesoro. Laddove una volta si custodivano i tesori del passato, oggetti preziosi della storia e della pietà, si trova adesso il luogo del vero tesoro della Chiesa: la presenza permanente del Signore nel Sacramento”.


Prima di lasciare Altötting, il Papa ha donato l’anello cardinalizio alla Madonna Nera e ha ricevuto vari omaggi dai fedeli tra cui la dedicazione di una piazza della città: si chiamerà Benedikt XVI Platz. Poi ha raggiunto Marktl Am Inn per uno dei momenti più suggestivi di questo viaggio. Qui, infatti, Benedetto XVI nacque il 16 aprile 1927 e lo stesso giorno fu battezzato nella chiesa di San Oswald e sul fonte battesimale il Santo Padre si è soffermato in preghiera con il fratello, mons. Georg Ratzinger. Mentre si trasferiva in auto verso l’eliporto di Marktl, il Papa è voluto scendere nuovamente dalla vettura per salutare, ancora una volta, la sua gente che lo ha ricambiato con cori, strette di mano e anche baci.

Da Monaco di Baviera, Paolo Ondarza, Radio Vaticana.
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Come anticipato, Benedetto XVI tornerà nel pomeriggio nel suo antico ateneo di Ratisbona - dove fu docente e vicerettore - per incontrarne docenti e studenti insieme con una rappresentanza di uomini di scienza, ai quali rivolgerà un discorso. L’incontro è in programma per le 17.00 e si svolgerà nell’Aula magna dell’Università. Alle 18.15, il Papa sarà quindi al Duomo di Ratisbona per l’attesa celebrazione ecumenica con i rappresentanti di varie Chiese e comunità luterane e ortodosse della Baviera. Ricordiamo che la nostra emittente seguirà la cerimonia in radiocronaca diretta, con inizio alle 18.30 e commento in italiano e tedesco.








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