Oggi le prime elezioni del Montenegro indipendente
(10 settembre 2006 - RV) Storiche elezioni parlamentari oggi in Montenegro, il più
giovane Stato nel contesto internazionale. Si tratta, infatti, delle prime consultazioni
dal referendum del maggio scorso, che ha sancito l’indipendenza dalla Serbia, a partire
dal 3 giugno, del piccolo Paese balcanico. 81 i seggi del Parlamento di Podgorica
che gli oltre 480 mila elettori dovranno assegnare. Favorita, secondo i sondaggi,
l’alleanza social-democratica del premier Djukanovic. A seguire, socialisti e partiti
minori, tra i quali figura anche una formazione filo-serba. Intanto, in vista della
chiamata alle urne, le autorità montenegrine hanno arrestato 14 persone sospettate
di attività terroristica, la maggioranza delle quali di origine albanese. Lo rende
noto stamani il quotidiano locale Vijesti. Ma per un’analisi dell’appuntamento elettorale
del Montenegro, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Federico Eichberg, esperto
dell’area balcanica:
********** R.
- E’ un confronto nuovo e un confronto tradizionale allo stesso tempo, perché ovviamente
si tratta di uno Stato che ha voluto avviare un profondo rinnovamento, basti pensare
alla richiesta di adesione alla NATO. L’alleanza del premier Djukanovich si presenta
con una forza rilevante che probabilmente le consentirà di prevalere. Al contempo
Djukanovich si trova ad affrontare i tradizionali rivali, cioè i socialisti, indeboliti
dall’esito del referendum, però sarà interessante vedere un rinnovamento che si auspica
in queste seconde forze a seguito delle elezioni.
D. - In uno Stato così
giovane c’è il rischio per la tenuta democratica nel futuro?
R. - L’esito
di queste elezioni, se saranno confermate le previsioni, e quindi se manterrà il potere
Djukanovich, ci potrà dire molto. Nel senso che l’aspetto più interessante sarà dal
giorno dopo e cioè l’esigenza per le forze dei socialisti di abbandonare alcune posizioni
e quindi proporre tematiche innovatrici. Un secondo aspetto è questa terza forza più
liberale, che sembra nei sondaggi abbastanza premiata, che potrebbe portare qualche
nuova tematica all’attenzione, ma diciamo che l’aspetto più decisivo di questo confronto
può essere rispetto all’equilibrio che il Montenegro ha cercato di tenere tra Occidente
e Oriente. Sappiamo che oggi la Russia è forse il principale investitore in Montenegro
e che Djukanovich cerca di tenere buoni rapporti tanto con Mosca quanto con l’Unione
Europea e Washington. Allora capire se ci sarà questa positiva continuazione sarà
l’aspetto più interessante dell’elezione.
D. - Sarà importante l’appoggio
della Comunità internazionale, dell’Europa in particolare al Montenegro?
R.
- Per quanto l’esito del referendum di giugno segni un cammino autonomo del Montenegro,
in realtà il cammino del Montenegro è molto legato a quello della Serbia. Quindi la
questione montenegrina si intreccia con i “Kosovo status talks” che si svolgono a
Vienna cioè il confronto tra delegazione di Belgrado e delegazione di Pristina. Allora
se saremo in grado come Comunità internazionale di garantire che i colloqui di Vienna
portino ad un nuovo assetto maggiormente condiviso tra le forze che partecipano a
questi negoziati, allora anche il Montenegro potrà conoscere una nuova stagione. In
buona sostanza l’accelerazione del processo di adesione di questi paesi all’Unione
Europea è proporzionale al loro grado di intesa; questa intesa si dovrà svolgere a
tappe: una prima tappa è stata il positivo esito del referendum. Un altro positivo
risultato dovrà essere entro la fine dell’anno, al massimo nei primi mesi del 2007,
un positiva soluzione della questione Kosovo. **********