Dura condanna del card. indiano Placidus Toppo per l'attentato contro una Moschea
(10 settembre 2006 - RV) “Condanniamo la violenza e conserviamo la speranza in un
futuro di pace”: con queste parole, l’arcivescovo di Ranchi e presidente della Conferenza
episcopale dell’India, il cardinale Telesphore Placidus Toppo, commenta ad AsiaNews
l’attentato avvenuto venerdì davanti ad una moschea di Malegaon, nello Stato occidentale
del Maharashtra. Diverse esplosioni hanno causato 37 morti e circa 100 feriti. Le
vittime, tra cui anche diversi bambini, erano riunite nella cittadina per celebrare
la festività musulmana dello Shab-e-Barat, la “notte delle benedizioni”, che prevede
preghiere notturne per i defunti nelle moschee e la richiesta di perdono per propri
i peccati. “Questo – afferma il porporato – è un momento di crisi evidente, che colpisce
la vita delle persone. Come presidente dei vescovi indiani, mi sento chiamato a pronunciare
parole di speranza e di incoraggiamento in questi tempi di paura”. “Voglio incoraggiare
– aggiunge – soprattutto le persone che non cedono e vogliono dare sempre una possibilità
alla speranza. L’India ha una ricca tradizione di tolleranza e rispetto religioso
e quindi è giusto sperare in un futuro migliore, fatto di rispetto e armonia reciproca”.
“La speranza – continua il cardinale Toppo – ci dà la forza di vivere insieme al pericolo,
senza sottostare a esso: la speranza ci spinge a combattere per superare ostacoli
che paiono insormontabili. E’ arrivato il momento di riorientare la nostra vita verso
Dio: ognuno, qualunque sia la sua religione, è chiamato a rivolgere i suoi occhi a
Dio”. Il porporato invita poi a vedere la fede come “l’insegnamento primario, che
ci consente di fare affidamento su quel Dio che ci ha dato la vita e che sostiene
il mondo con il suo potere”. “E’ lui - spiega il presidente dell’episcopato indiano
– che ci chiede di rispettare la vita di ogni persona e di ogni popolazione”. “In
questo contesto - conclude - il messaggio di non violenza di Gandhi si impone di nuovo
come perenne e fondamentale. L’attacco è avvenuto proprio due giorni prima le celebrazioni
del centenario del Satyagraha, il movimento non violento, e questo ci deve spingere
a ricordare l’insegnamento del padre della nazione, che ha influenzato il mondo”.