(9 settembre 2006 - RV) Benedetto XVI è giunto a Monaco per il quarto viaggio internazionale
del suo Pontificato. L’aereo papale, un Airbus 321 dell’Alitalia è decollato poco
dopo le 14.00 da Ciampino per giungere all’aeroporto internazionale di Monaco poco
prima le 15.30. La visita apostolica si svolge sul motto “Chi crede non è mai solo”,
una frase che il Papa ha pronunciato nell’omelia della Messa d’inizio Pontificato
e che richiama la gioia dell’essere cristiani, nella certezza di non essere mai abbandonati
da Dio, né in vita né in morte. Benedetto XVI visiterà fino al 14 settembre i luoghi
in cui ha vissuto ed operato prima della sua elezione a Sommo Pontefice: il paese
natale Marktl am Inn, Altötting, Ratisbona, Frisinga, Monaco. Il viaggio inizia con
la preghiera del Papa davanti alla Colonna di Maria, nella Marienplatz di Monaco:
Benedetto XVI affida nuovamente la Baviera alla protezione della Madre di Dio.
Sulla
visita del Papa in Baviera ascoltiamo l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale
Friedrich Wetter, al microfono di padre Eberhard von Gemmingen:
********** R.
– Dieser Besuch soll ein Fest des Glaubens werden. … Questa visita vuole essere
una festa della fede. Vogliamo che le persone sentano cosa è la Chiesa: comunione
con il Papa, ma dietro a questa comunione con il Papa c’è la comunione con Cristo.
A Rhiem, quando celebreremo la grande Messa, vogliamo innalzare la Croce di Enghausen,
che è stata recentemente restaurata. Proprio in occasione del restauro si è scoperto
che questa Croce è la più antica rappresentazione del Crocifisso in grandezza naturale
esistente al mondo, risalente all’890-900 d. C.: essa è testimonianza della fede nel
nostro Paese, quella fede ha forgiato il nostro Paese per oltre un millennio, e noi
vogliamo renderlo manifesto. Penso che questa visita del Santo Padre debba dare prova
della forza della nostra fede e che ci auguriamo che rafforzi nella fede tutti coloro
che verranno a celebrare la Messa con noi.
D. – La visita del Papa offre
lo spunto per affrontare le debolezze della Chiesa tedesca …
R. – Wenn
ich die Schwächen anschaue, dann konzentrieren die sich … Se guardo alle debolezze
della Chiesa, ai miei occhi si racchiudono nel concetto di “secolarizzazione della
Chiesa”. Non dobbiamo imborghesirci, perché così diventiamo deboli e non si riconosce
più in noi lo specifico dell’essere cristiano. Ecco, questo mi sembra il grande compito:
da un lato, essere aperti al mondo, dall’altro, essere vessillo affinché risalti chiaramente
lo specifico dell’essere cristiano.
D. – E cosa si deve fare?
R.
– Was man in erster Linie tun muß, ist eine Verkündigung des Glaubens, … In primo
luogo, un annuncio della fede che punti all’essenziale. Il Santo Padre lo fa in una
maniera molto bella ed efficace: l’annuncio della fede, perché è attraverso l’annuncio
della fede che la Chiesa sempre si è rinnovata. In secondo luogo, la celebrazione
della Messa, perché questo non è solo un momento di incontro per elevarsi spiritualmente,
ma deve diventare incontro con il Cristo presente. Se ho ben compreso la storia della
Chiesa, il rinnovamento della Chiesa si è verificato sempre insieme al rinnovamento
della Messa. E il rinnovamento della Messa implica non solo modifiche strutturali,
ma una celebrazione viva della Messa che è vero incontro con il Cristo risorto. Quando
l’ebreo entrava nel Tempio, veniva a trovarsi al cospetto di Dio: dobbiamo re-imparare
questo, che ci troviamo al cospetto di Dio. **********