2006-09-09 15:26:11

Il Papa è arrivato a Monaco di Baviera


(9 settembre 2006 - RV) Benedetto XVI è giunto a Monaco per il quarto viaggio internazionale del suo Pontificato. L’aereo papale, un Airbus 321 dell’Alitalia è decollato poco dopo le 14.00 da Ciampino per giungere all’aeroporto internazionale di Monaco poco prima le 15.30. La visita apostolica si svolge sul motto “Chi crede non è mai solo”, una frase che il Papa ha pronunciato nell’omelia della Messa d’inizio Pontificato e che richiama la gioia dell’essere cristiani, nella certezza di non essere mai abbandonati da Dio, né in vita né in morte. Benedetto XVI visiterà fino al 14 settembre i luoghi in cui ha vissuto ed operato prima della sua elezione a Sommo Pontefice: il paese natale Marktl am Inn, Altötting, Ratisbona, Frisinga, Monaco. Il viaggio inizia con la preghiera del Papa davanti alla Colonna di Maria, nella Marienplatz di Monaco: Benedetto XVI affida nuovamente la Baviera alla protezione della Madre di Dio.

Sulla visita del Papa in Baviera ascoltiamo l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Friedrich Wetter, al microfono di padre Eberhard von Gemmingen: RealAudioMP3

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R. – Dieser Besuch soll ein Fest des Glaubens werden. …
Questa visita vuole essere una festa della fede. Vogliamo che le persone sentano cosa è la Chiesa: comunione con il Papa, ma dietro a questa comunione con il Papa c’è la comunione con Cristo. A Rhiem, quando celebreremo la grande Messa, vogliamo innalzare la Croce di Enghausen, che è stata recentemente restaurata. Proprio in occasione del restauro si è scoperto che questa Croce è la più antica rappresentazione del Crocifisso in grandezza naturale esistente al mondo, risalente all’890-900 d. C.: essa è testimonianza della fede nel nostro Paese, quella fede ha forgiato il nostro Paese per oltre un millennio, e noi vogliamo renderlo manifesto. Penso che questa visita del Santo Padre debba dare prova della forza della nostra fede e che ci auguriamo che rafforzi nella fede tutti coloro che verranno a celebrare la Messa con noi.


D. – La visita del Papa offre lo spunto per affrontare le debolezze della Chiesa tedesca …


R. – Wenn ich die Schwächen anschaue, dann konzentrieren die sich …
Se guardo alle debolezze della Chiesa, ai miei occhi si racchiudono nel concetto di “secolarizzazione della Chiesa”. Non dobbiamo imborghesirci, perché così diventiamo deboli e non si riconosce più in noi lo specifico dell’essere cristiano. Ecco, questo mi sembra il grande compito: da un lato, essere aperti al mondo, dall’altro, essere vessillo affinché risalti chiaramente lo specifico dell’essere cristiano.


D. – E cosa si deve fare?


R. – Was man in erster Linie tun muß, ist eine Verkündigung des Glaubens, …
In primo luogo, un annuncio della fede che punti all’essenziale. Il Santo Padre lo fa in una maniera molto bella ed efficace: l’annuncio della fede, perché è attraverso l’annuncio della fede che la Chiesa sempre si è rinnovata. In secondo luogo, la celebrazione della Messa, perché questo non è solo un momento di incontro per elevarsi spiritualmente, ma deve diventare incontro con il Cristo presente. Se ho ben compreso la storia della Chiesa, il rinnovamento della Chiesa si è verificato sempre insieme al rinnovamento della Messa. E il rinnovamento della Messa implica non solo modifiche strutturali, ma una celebrazione viva della Messa che è vero incontro con il Cristo risorto. Quando l’ebreo entrava nel Tempio, veniva a trovarsi al cospetto di Dio: dobbiamo re-imparare questo, che ci troviamo al cospetto di Dio.
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