2006-09-09 15:53:16

Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica


In questa 23a Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù, di ritorno dalla regione di Tiro, guarisce un sordomuto nella regione pagana della Decapoli. E tutti pieni di stupore, dicevano:

“Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.


Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik: RealAudioMP3

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In un territorio popolato da pagani, conducono a Gesù un sordomuto, pregandolo di guarirlo. La sordità è un’antica immagine della resistenza del popolo eletto alla parola dei profeti e alla legge di Mosé. Il fatto che questo uomo balbettasse, anzi non parlasse, indica anche una chiusura della comunicazione. Infatti Cristo si è scontrato duramente con una mentalità chiusa, di una religione formalista e di un messianismo nazionalista.


Dopo la guarigione di una straniera siro-fenicia, Cristo opera questo miracolo in pieno territorio pagano, rivelando che la sua venuta richiede un’apertura universale, sconfinata, perché si tratta di una salvezza totale ed assoluta. Effatà, cioè apriti, è la parola che guarisce; ci libera le orecchie ad accogliere la parola che Dio ci dice e ci scioglie la lingua per comunicare a Dio la nostra risposta alla salvezza, testimoniando così agli altri il miracolo che salvare la propria vita significa proprio aprirla all’amore.


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