2006-09-09 16:14:53

Benedetto XVI è in Baviera: i tedeschi restino fedeli ai valori cristiani. Il saluto del Papa a luterani e ortodossi


(9 settembre 2006 - RV) Benedetto XVI è giunto a Monaco per il quarto viaggio internazionale del suo Pontificato. L’aereo papale, un Airbus 321 dell’Alitalia è decollato poco dopo le 14.00 da Ciampino per giungere all’aeroporto internazionale di Monaco poco dopo le 15.30. La visita apostolica si svolge sul motto “Chi crede non è mai solo”, una frase che il Papa ha pronunciato nell’omelia della Messa d’inizio Pontificato e che richiama la gioia dell’essere cristiani, nella certezza di non essere mai abbandonati da Dio, né in vita né in morte. Benedetto XVI visiterà fino al 14 settembre i luoghi in cui ha vissuto ed operato prima della sua elezione a Sommo Pontefice: il paese natale Marktl am Inn, Altötting, Ratisbona, Frisinga, Monaco. Il viaggio inizia con la preghiera del Papa davanti alla Colonna di Maria, nella Marienplatz di Monaco: Benedetto XVI affida nuovamente la Baviera alla protezione della Madre di Dio.
Ma veniamo alla cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Monaco. Ecco il testo completo del primo discorso di Benedetto XVI in Baviera:


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Signor Presidente della Repubblica,
Signora Cancelliere e Signor Ministro Presidente,
Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato,
Illustri Signori, gentili Signore!

Con viva emozione metto oggi, per la prima volta dopo la mia elevazione alla Cattedra di Pietro, il piede su Terra tedesca e bavarese. Torno nella mia Patria, tra la mia gente, col programma di visitare alcuni luoghi che hanno avuto un'importanza fondamentale nella mia vita. Sono grato al Signor Presidente della Repubblica, Dr. Horst Köhler, per le espressioni di cordiale benvenuto che mi ha rivolto. In esse ho percepito l'eco fedele dei sentimenti dell'intero nostro popolo. Ringrazio la Signora Cancelliere, Dr. Angela Merkel, e il Signor Ministro Presidente, Dr. Edmund Stoiber, per la gentilezza con cui hanno voluto onorare il mio arrivo in terra tedesca. Il mio saluto riconoscente si estende inoltre ai membri del Governo, alle Personalità ecclesiastiche, civili e militari qui convenute, come anche a tutti coloro che hanno voluto essere presenti per accogliermi in questa visita per me tanto importante.


In questo momento emergono nel mio animo molti ricordi degli anni passati a Monaco e Ratisbona: sono ricordi di persone e di vicende che hanno lasciato in me una traccia profonda. Consapevole di quanto ho ricevuto, sono qui innanzitutto per esprimere il vivo senso di riconoscenza che provo verso tutti coloro che hanno contribuito a formare la mia personalità. Ma sono qui anche come Successore dell'apostolo Pietro, per riaffermare e confermare i profondi legami che esistono tra la Sede di Roma e la Chiesa nella nostra Patria.


Sono legami che hanno una storia secolare, alimentata dalla ferma adesione ai valori della fede cristiana, una adesione della quale possono vantarsi in modo particolare proprio le regioni bavaresi. Ne danno testimonianza monumenti famosi, maestose cattedrali, statue e dipinti di grande valore artistico, opere letterarie, iniziative culturali e soprattutto tante vicende di singoli e di comunità nelle quali si rispecchiano le convinzioni cristiane delle generazioni che si sono succedute su questa Terra a me tanto cara. I rapporti della Baviera con la Santa Sede, pur con qualche momento di tensione, sono sempre stati improntati a rispettosa cordialità. Nelle ore decisive della sua storia, poi, il popolo bavarese ha sempre confermato la sua sincera devozione alla Cattedra di Pietro ed il fermo attaccamento alla fede cattolica. La Mariensäule, che s'innalza nella piazza centrale di Monaco, ne è eloquente testimonianza.


Il contesto sociale odierno è sotto molti aspetti diverso da quello del passato. Penso tuttavia che siamo tutti uniti nella speranza che le nuove generazioni restino fedeli al patrimonio spirituale che, attraverso tutte le crisi della storia, ha resistito. La mia visita alla Terra che mi ha dato i natali vuol essere anche un incoraggiamento in questo senso: la Baviera è una parte della Germania; appartenendo alla storia della Germania nei suoi alti e bassi, può con buona ragione essere fiera delle tradizioni ereditate dal passato. Il mio augurio è che tutti i miei compatrioti nella Baviera e nell'intera Germania si facciano parte attiva nella trasmissione dei valori fondamentali della fede cristiana ai cittadini di domani. Ben volentieri avrei esteso la mia visita anche ad altre parti della Germania, per toccare tutte le varie Chiese locali, in particolare quelle alle quali mi legano personali ricordi. Molti sono stati i segni di affetto che ho ricevuto da tutte le parti e specialmente dalle Diocesi bavaresi in questo inizio di Pontificato. Colgo volentieri anche questa occasione per esprimere a tutti la mia gratitudine, mentre affido alla Provvidenza la possibilità di futuri incontri con quelle Chiese particolari.


Adempio infine il gradito dovere di rivolgere una sentita parola di apprezzamento per quanto è stato fatto in preparazione degli appuntamenti previsti per i prossimi giorni per assicurare il sereno svolgimento delle varie fasi della visita. Inoltre desidero salutare con grande affetto tutti gli abitanti della Baviera e dell'intera Germania: non penso soltanto ai fedeli cattolici, ai quali la mia visita è in primo luogo diretta, ma anche agli aderenti alle altre Chiese e Comunità ecclesiali, in modo particolare ai cristiani luterani e ortodossi. Saluto infine i seguaci di altre religioni, come pure tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore la pace e la serenità del Paese. Voglia il Signore benedire gli sforzi di tutti in vista dell'edificazione di un futuro di autentico benessere umano a vantaggio dell'intera comunità nazionale. Affido questi voti alla Vergine Maria, venerata in questa Terra col titolo di Patrona Bavariae. Lo faccio con le parole di Jakob Balde, consegnate in una invocazione divenuta classica: Rem regem regimen regionem religionem conserva Bavaris, Virgo Patrona, tuis! - Conserva ai tuoi Bavaresi, o Vergine Patrona, i beni, l'autorità politica, il Paese, la religione!

A tutti i presenti un cordiale "Grüß Gott!"
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Sulla visita del Papa in Baviera ascoltiamo l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Friedrich Wetter, al microfono di padre Eberhard von Gemmingen: RealAudioMP3

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R. – Dieser Besuch soll ein Fest des Glaubens werden. …
Questa visita vuole essere una festa della fede. Vogliamo che le persone sentano cosa è la Chiesa: comunione con il Papa, ma dietro a questa comunione con il Papa c’è la comunione con Cristo. A Rhiem, quando celebreremo la grande Messa, vogliamo innalzare la Croce di Enghausen, che è stata recentemente restaurata. Proprio in occasione del restauro si è scoperto che questa Croce è la più antica rappresentazione del Crocifisso in grandezza naturale esistente al mondo, risalente all’890-900 d. C.: essa è testimonianza della fede nel nostro Paese, quella fede ha forgiato il nostro Paese per oltre un millennio, e noi vogliamo renderlo manifesto. Penso che questa visita del Santo Padre debba dare prova della forza della nostra fede e che ci auguriamo che rafforzi nella fede tutti coloro che verranno a celebrare la Messa con noi.


D. – La visita del Papa offre lo spunto per affrontare le debolezze della Chiesa tedesca …


R. – Wenn ich die Schwächen anschaue, dann konzentrieren die sich …
Se guardo alle debolezze della Chiesa, ai miei occhi si racchiudono nel concetto di “secolarizzazione della Chiesa”. Non dobbiamo imborghesirci, perché così diventiamo deboli e non si riconosce più in noi lo specifico dell’essere cristiano. Ecco, questo mi sembra il grande compito: da un lato, essere aperti al mondo, dall’altro, essere vessillo affinché risalti chiaramente lo specifico dell’essere cristiano.


D. – E cosa si deve fare?


R. – Was man in erster Linie tun muß, ist eine Verkündigung des Glaubens, …
In primo luogo, un annuncio della fede che punti all’essenziale. Il Santo Padre lo fa in una maniera molto bella ed efficace: l’annuncio della fede, perché è attraverso l’annuncio della fede che la Chiesa sempre si è rinnovata. In secondo luogo, la celebrazione della Messa, perché questo non è solo un momento di incontro per elevarsi spiritualmente, ma deve diventare incontro con il Cristo presente. Se ho ben compreso la storia della Chiesa, il rinnovamento della Chiesa si è verificato sempre insieme al rinnovamento della Messa. E il rinnovamento della Messa implica non solo modifiche strutturali, ma una celebrazione viva della Messa che è vero incontro con il Cristo risorto. Quando l’ebreo entrava nel Tempio, veniva a trovarsi al cospetto di Dio: dobbiamo re-imparare questo, che ci troviamo al cospetto di Dio.
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