2006-09-04 13:11:28

Benedetto XVI in Baviera : Il significato del viaggio apostolico


Presentazione del Messale (testo di Mons. Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni liturgiche Pontificie)

Il motto del viaggio apostolico: “Chi crede non è mai solo”

Per la visita di Benedetto XVI in Baviera è stato scelto un motto che racchiude una frase che egli ha spesso rivolto ai fedeli all’inizio
del suo pontificato: “Chi crede non è mai solo!”.
Questa parola abbraccia la comunità dei fedeli, tutta la Chiesa. Essa stabilisce che ogni battezzato è accolto nella grande comunità dei fedeli e insieme a loro incarna tutta la Chiesa.
Al tempo stesso, si manifesta il fondamento profondo di questa affermazione, cioè la comunione del singolo con Dio che accompagna ogni Uomo nella vita e nella morte.
Infine, questa frase si richiama alla grande comunione dei Santi, alla quale tutti appartengono per mezzo del battesimo e che li pone tutti nella comunione universale dei fedeli per tutti i tempi ed in ogni luogo.

Le tappe del viaggio apostolico
Il viaggio porta Benedetto XVI nelle tre diocesi della Bassa Baviera nelle quali egli è vissuto ed ha operato prima della sua chiamata a Roma.
Nella diocesi di Passau si trova la sua città natale, Marktl am Inn, dove egli è stato battezzato nella chiesa parrocchiale di Sant’Osvaldo (Sankt Oswald) il giorno stesso della sua nascita, il 16 aprile 1927.
Già nel 300 d.C. gli abitanti romani di queste zone si convertirono alla fede cristiana: lo testimoniano il cancelliere Floriano († 4 maggio 304), Valentino, vescovo missionario itinerante nella Rezia ( V secolo), nonché il Santo monaco Severino († 8 gennaio 482), che venne in aiuto alla popolazione romana minacciata dai Germani nella sua veste di statista e leader religioso.
La visita del Papa nella diocesi di Passau ha come meta principale il santuario mariano di Altötting, nei riguardi del quale Benedetto XVI ha un rapporto speciale fin da quando era bambino; egli stesso l’ha definito così: “Ho la fortuna di essere nato vicino ad Altötting; per questo, i pellegrinaggi con i miei fratelli ed i miei genitori in quel luogo di grazia fanno parte dei miei primi e più bei ricordi”. Ad Altötting è legato inscindibilmente anche il nome del santo fratello Konrad von Parzham (morto il 18 aprile 1894).
Le successive tappe importanti nella vita di Benedetto XVI sono nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Dopo gli studi ginnasiali a Traunstein, Joseph Ratzinger entrò nel seminario di Frisinga, per iniziare gli studi nella locale scuola superiore filosofico-teologica. Due anni dopo si trasferì a Monaco, nel “Gregorianum”, e continuò gli studi alla facoltà cattolica teologica dell’Università di Monaco.
Il 29 giugno 1951, Joseph Ratzinger fu ordinato sacerdote nel duomo di Frisinga insieme ad altri 43 diaconi. Nel 1952 iniziò la sua attività di insegnamento alla scuola superiore di Frisinga e nel 1954 divenne docente di dogmatica e di teologia fondamentale.
Circa nel 724, San Corbiniano, vescovo itinerante, arrivò a Frisiga da Arpajon, nei pressi di Parigi ed iniziò a predicare la fede cristiana nella Antica Baviera. Più o meno nello stesso periodo, operavano in questa stessa regione come annunciatori della fede anche Emmeram (morto circa nel 700), Rupert (morto intorno al 720), Alto (morto intorno al 760), Marinus e Anianus (morti intorno alla metà dell’VIII secolo). Corbiniano (morto intorno al 730), le cui reliquie riposano nella cripta del duomo di Frisinga, è considerato il padre spirituale dell’antica diocesi di Frisinga, che dal 1821 è arcidiocesi di Monaco e Frisinga.
Tra i vescovi del Medioevo, il beato Ottone di Frisinga (morto il 22 settembre 1158) è una figura di rilievo. Apparteneva all’Ordine Cistercense ed è considerato il maggiore storiografo dell’Alto Medioevo. Fu pastore d’anime, diede impulso all’assistenza pastorale al popolo e riformò la preparazione dei candidati al sacerdozio.
Il viaggio pastorale conduce Benedetto XVI anche nella diocesi di Ratisbona, nella cui Università egli insegnò dogmatica e storia dei dogmi dal 1969 al 1977.
La più antica testimonianza della fede cristiana nella diocesi di Ratisbona è una lapide funeraria eretta intorno al 400 d.C. in memoria di una certa Sarmannina. Erano stati soldati e civili romani a portare la fede cristiana verso Nord, al di là delle Alpi.
Intorno al 700, i vescovi itineranti Erhard ed Emmeram, provenienti dalla Franconia, operarono come annunciatori della fede nella regione di quella che sarebbe poi stata la diocesi di Ratisbona. Nel 739, San Bonifacio eresse le diocesi di Passau, Frisinga e Ratisbona, rendendole suffraganee all’arcidiocesi di Salisburgo. Il primo pastore d Ratisbona, l’abate vescovo Gaubald (morto il 23 dicembre, intorno al 761), fu consacrato da lui stesso.
In epoche successive, i più importanti vescovi di Ratisbona furono San Volfango (Sankt Wolfgang, morto il 31 ottobre 994) e Alberto Magno (morto il 15 novembre 1280).
Tappa principale della visita in Baviera è la capitale del Land, Monaco, luogo del suo operare come arcivescovo. Nel duomo di Monaco dedicato a Nostra Signora (Liebfrauendom), il 28 maggio 1977 egli fu consacrato vescovo, successore dei cardinali Franziskus von Bettinger (morto nel 1917), Michael von Faulhaber (morto nel 1952), Joseph Wendel (morto nel 1960) e Julius Döpfner (morto nel 1976). Un mese più tardi, il 28 giugno 1977, Paolo VI lo elevò alla porpora.
L’antica diocesi di Frisinga aveva cessato di esistere nel 1803, con il crollo dell’antica Chiesa di Stato. Dopo la morte di Joseph Konrad von Schroffenberg, l’ultimo vescovo-principe (1789-1803), la diocesi rimase per 18 anni senza pastore. Nel 1821, la nuova arcidiocesi di Monaco e Frisinga prese il posto dell’antica diocesi di Frisinga.
La Chiesa parrocchiale e conventuale di Nostra Signora, consacrata nel 1494 e la seconda più antica chiesa parrocchiale di Monaco, divenne la chiesa cattedrale della nuova arcidiocesi, mentre il duomo di Frisinga venne elevato, il 25 gennaio 1983, a concattedrale.
Fin dal 1580, la “Liebfrauenkirche” custodisce le reliquie del santo vescovo Bennone, che dal 1066 al 1106 aveva guidato la diocesi di Meißen e che era stato sepolto nel duomo della sua città. Il 31 maggio 1523, Bennone fu canonizzato da Adriano VI, il papa tedesco. Dopo la pubblicazione della lettera di Martin Lutero, “Contro il nuovo idolo ed vecchio diavolo, che avrebbe dovuto essere innalzato a Meißen”, le reliquie di Benno furono solennemente innalzate il 16 giugno 1524. Dopo che la Riforma si era diffusa a Meißen, nel 1539 la tomba di Benno fu distrutta e le rovine gettate nell’Elba. Le spoglie di Benno, però, furono salvate e consegnate, nel 1576, al duca Albrecht V, che le conservò nella cappella privata della sua Residenza, finché il 16 giugno 1580 furono trasferite nella “Liebfrauenkirche”. La venerazione di San Bennone, patrono di Monaco di Baviera, sperimentò una grande ripresa quando, nel 1961, fu eletto arcivescovo della città il cardinale Julius Döpfner, originario Berlino.

Nell’omelia pronunciata in occasione della Messa di inizio del pontificato, Benedetto XVI è partito dalla frase spesso citata da allora e che è anche il motto del suo viaggio apostolico in Baviera: “Chi crede, non è mai solo”. Quel che è sempre valido, trova la sua massima espressione nella celebrazione comune dell’Eucaristia.

Il Concilio Vaticano II aveva detto: “La liturgia è il culmine al quale mira l’opera della Chiesa e al tempo stesso la sorgente dalla quale sgorga tutta la sua forza. Infatti, l’opera apostolica è mirata al fatto che tutti coloro che, grazie alla fede e attraverso il battesimo, sono diventati figli di Dio, si riuniscano, lodino Dio nel mezzo della Chiesa, partecipino al Sacrificio e godano della mensa eucaristica” (Sacrosantum Concilium, art. 10).

Questo noi faremo nella maniera più intensa, insieme a Benedetto XVI, quando lui celebrerà con noi la Messa a Monaco, Altötting e Ratisbona. Questo però si mostrerà anche nelle altre diverse celebrazioni del Papa: i Vespri domenicali nel duomo di Monaco, in cui la frase citata del Papa viene rielaborata e diventa nuovo motto: “Rafforza la nostra fede!”; i Vespri mariani nella Basilica di Sant’Anna ad Altötting ed i Vespri ecumenici nel duomo di Ratisbona.

Anche la Liturgia della Parola con i sacerdoti ed i diaconi nel duomo di Frisinga e la Messa per la consacrazione dell’organo nella “Alte Kapelle” di Ratisbona sono altre forme di celebrazione liturgica.
Il “programma liturgico” del Papa durante il suo viaggio apostolico è immagine della molteplicità della vita liturgica della Chiesa e quindi esemplare per le comunità parrocchiali: “Chi crede non è mai solo!”.







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