2006-08-23 08:26:10

Il messaggio del Papa ai partecipanti al Meeting di Rimini


(20 agosto 2006 - RV) Con un messaggio del Papa, si è aperta a Rimini la 27.ma edizione del Meeting di Comunione e Liberazione sul tema “La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti”. Fino a sabato prossimo si susseguiranno 120 incontri con 400 relatori su temi religiosi, culturali, politici, di scienza e arte, 18 spettacoli, 12 mostre, 10 manifestazioni sportive. Nel messaggio di saluto al Meeting, inviato al vescovo di Rimini mons. De Nicolò, tramite il cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, Benedetto XVI lancia un nuovo appello alla pace in Medio Oriente esortando “tutti a pregare il Dio della pace”, perché “i popoli residenti in quelle terre si riconoscano fratelli e collaborino alla costruzione di una pace giusta e duratura”. Nel messaggio, il Papa invita gli uomini “a riscoprire la perenne verità del cristianesimo”. Da Rimini, ci riferisce Luca Collodi. RealAudioMP3


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“L’uomo avverte un’ansia di ricerca continua”. Una ricerca dell’Infinito, dettata spesso da “inquietudine, insoddisfazione, desiderio, impossibilità di acquietarsi nelle mete raggiunte”. Ma questa ricerca rimane “condannata a svolgersi nel limite di ciò che è finito”, perché condizionato “dalla sua temporalità e dalla sua spazialità”, oltre che dai limiti umani. Ma allora come incontrare Dio? Si chiede il Papa. “Il Meeting 2006 tiene ben presente tale sfida dell’essere umano, si legge nel messaggio inviato a Rimini, riproponendo con vigore la perenne verità del cristianesimo”. “Dio, l’Infinito, si è calato nella nostra finitudine per essere percepito dai nostri sensi”. “Sta qui la rivoluzione cristiana”. Dio raggiunge la ricerca razionale dell’uomo che a Lui tende”. Benedetto XVI coglie l’occasione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli promosso da Comunione e Liberazione, per lanciare un nuovo appello di pace per il Medio Oriente, “Regioni che sono state testimoni della storia della Salvezza”. Nella messa inaugurale del Meeting, seguita da almeno 5mila persone tra volontari e organizzatori, il vescovo di Rimini, mons. Mariano De Nicolò ha sottolineato come i cristiani possono essere “autentico fermento della società degli uomini”.


“Nei prossimi giorni voi parlerete di politica, educazione, arte, cultura. Siate sorretti sempre dalla convinzione che in tutte queste cose i cristiani possono essere autentico fermento della società, se profondamente innestati in Cristo e guidati dal suo spirito”.


Il Meeting ha aperto i lavori occupando i 168 mila metri quadrati della Fiera di Rimini, con 3.041 volontari, giovani e anziani, che hanno regalato una settimana di ferie alla manifestazione di Cl, provenienti dall’Italia ma anche da Spagna, Portogallo, Ungheria, Romania, Russia, Stati Uniti, Messico e Argentina, Nigeria e Kenia. Ma cosa dobbiamo aspettarci dall’edizione di quest’anno? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Vittadini, figura storica di Comunione e Liberazione, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà:


R. – Che sia dipanato il titolo: “la ragione è apertura all’infinito e non misura di tutte le cose”, contro molto del razionalismo moderno, che poi diventa difesa dell’ideologia. Secondo, mostrare come la fede sia una posizione ragionevole rispetto alla realtà, in quanto corrisponde alle esigenze ultime del cuore e della ragione stessa. Questo non evidentemente con discorsi teorici, ma attraverso la testimonianza di tutte le persone che vengono al Meeting: cardinali, uomini religiosi, ebrei, musulmani, cattolici, politici, economisti, artisti, scienziati e quanti altri.


D. - Una domanda che di questi tempi ai rappresentanti di Comunione e Liberazione si fa sempre: al Meeting di Rimini si parla più di Chiesa o di politica?


R. - Al meeting di Rimini si parla della vita che è fatta dell’annuncio cristiano, che è fatta della risposta ai bisogni degli uomini attraverso gesti di carità, che è fatta attraverso opere che rispondono ai bisogni, che è fatta di arte, che è fatta di scienza e anche di politica. Limitarsi ad un aspetto della vita vuol dire umiliare la fede.


D. - Qual è il progetto culturale di fede che propone Comunione e liberazione?


R. - Il cuore umano è esigenza di verità, di giustizia, di bellezza in modo oggettivo e questo accomuna tutti gli uomini. Se non si dicesse innanzitutto questo, non si saprebbe qual è il punto di partenza da cui cercare una risposta. Secondo, la fede nasce dall’avvenimento cristiano, da un incontro con un Dio fatto uomo, che è risposta a queste esigenze. Tutto questo si riassume nel termine “esperienza cristiana”, un’esperienza che è fatta di una domanda e di una risposta. Questo incontro corrisponde - storicamente e oggi - a questo. Ed è possibile verificarlo in termini personali. Quindi più che un progetto è una proposta di vita.


D. – Torno su questo tema: che cos’è la fede? Che tipo di fede può incontrare una persona che arriva a Rimini, al Meeting?


R. – La fede è riconoscimento di una presenza che corrisponde al proprio destino, una presenza eccezionale e come per i primi Apostoli, il modo in cui si vede la fede è vedere un’umanità diversa. Quello che si può vedere a Rimini – anche da gente che non crede, anche da gente di altre religioni – è quest’umanità positiva, costruttiva, aperta, capace di dialogo, cioè qualcosa di strano. Strano, pensando ai nostri limiti, ai nostri peccati, a tutto quello che noi non siamo. Eppure da tutto questo “non essere” nasce qualcosa di costruttivo per tutto il mondo. Questo può incontrare una persona che viene a Rimini.


Da Rimini, Luca Collodi, Radio Vaticana
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