Un anno fa la tragica morte di Frère Roger, fondatore della Comunità ecumenica di
Taizé
(16 agosto - RV) Migliaia di persone confluiscono oggi a Taizé, in Francia, per
ricordare il primo anniversario della morte di Frère Roger, ucciso il 16 agosto dell’anno
scorso. Aveva 90 anni. Questa sera, alla stessa ora dell’assassinio del fondatore
della Comunità ecumenica di Taizé, verrà celebrata una Messa presieduta dal vescovo
di Nanterre Gérard Daucourt. Il servizio di Sergio Centofanti:
******* Uomo
mite, uomo di Dio, Frère Roger, muore assassinato da una squilibrata mentre è in preghiera
nella Chiesa della Riconciliazione di Taizé. Sono le 20.30: si sta celebrando l’Eucaristia.
Anche lui, come Gesù, ha amato i suoi fino alla fine. Benedetto XVI ne parla nell’udienza
generale la mattina successiva a Castel Gandolfo, alla vigilia della Giornata Mondiale
della Gioventù di Colonia: “una notizia terrificante”, dice: e rivela di aver ricevuto
il giorno prima una lettera “molto commovente” del religioso in cui il Priore di
Taizé gli spiegava di non poter essere presente a Colonia per motivi di salute ma
assicurava la sua vicinanza spirituale ribadendo i suoi “sentimenti di profonda comunione”
con il Papa.
Nato nel 1915 a Provence, in Svizzera, Frère Roger nel 1940,
in un’Europa sconvolta dagli orrori della guerra e del nazismo, fonda la Comunità
monastica di Taizé, in Francia, basata sul dialogo ecumenico e sulla fratellanza universale.
Viene ricercato dalla Gestapo per l’aiuto dato ai perseguitati di ogni sorta. “Siate
presenti nel vostro tempo – dice Frère Roger - amate i diseredati. Amate il vostro
prossimo, qualunque sia la sua visione religiosa e ideologica”. Invita i cristiani
all’intraprendenza perchè “Dio – dice - non ci ha creato per essere passivi”. Ma
ascoltiamo la voce dello stesso Frère Roger:
“Come possiamo prepararci
a costruire la pace e la riconciliazione in un momento in cui in tutto il mondo questa
pace è minacciata dall’odio e dalla violenza? Cominciamo a sperimentare all’interno
di noi stessi la pace del cuore, l’unità interiore! Oggi sta per suonare l’ora dei
cristiani: dobbiamo mostrare al mondo l’essenziale, Cristo, la sorgente della riconciliazione,
per costruire la pace dell’intera famiglia umana”.
Secondo Frère Roger
tutto parte dalla preghiera: i giovani che pregano – sottolineava – “sono portatori
di pace dove ci sono situazioni di crisi e di contrasto: la loro forza è una semplicissima
fiducia in Dio”. Predica la semplicità del cuore e la compassione per gli ultimi.
“Senza fare inutili astinenze – affermava – attenetevi alle opere che Dio comanda:
portate i fardelli degli altri accettate le ferite meschine di ogni giorno”. Era grande
amico di Giovanni Paolo II, che una volta ebbe a dire: “Si passa a Taizé come si
passa accanto ad una fonte. Il viaggiatore si ferma, si disseta e continua il cammino”.
Ascoltiamo
il nuovo Priore di Taizé, Frère Alois, al microfono di Xavier Sartre:
R.
– Il faut dire d’abord qu’il nous manque beaucoup, parce-que sa présence … Prima
di tutto devo dire che ci manca moltissimo, perché la sua presenza, anche quando già
era molto anziano, era una presenza che univa la Comunità. Alla fine, negli ultimi
anni, frère Roger parlava poco, ma la sua stessa presenza ci dava il ‘la’ … Un anno
dopo, sentiamo ancora molto il vuoto che si è creato con la sua tragica scomparsa.
Al tempo stesso devo dire che sono grato di come abbiamo potuto vivere una continuità
all’interno della Comunità, tra i fratelli, ma anche con i giovani, che vengono numerosi
e sempre più numerosi, e le preghiere continuano, gli incontri continuano … il pellegrinaggio
di fiducia che attraversa la terra continua. Si verifica come frère Roger non abbia
mostrato se stesso, ma – come Giovanni Battista – egli ha mostrato il Cristo. **********