2006-08-12 16:06:40

Le parole del Papa sulla predilezione di Dio per gli ultimi nella storia umana


(12 agosto 2006 - RV) Anche in questo mese d’agosto ferve l’attività della Santa Sede di fronte alle sfide dell’attualità. Il Papa, dopo i numerosi appelli per la pace in Medio Oriente, invia il cardinale Etchegaray in Libano ma senza dimenticare altri Paesi: così ha invocato la grazia per i tre cattolici condannati a morte in Indonesia. E proprio la Liturgia odierna ci aiuta a interpretare le vicende del nostro tempo. Parla del silenzio di Dio nella storia. Il profeta Abacuc protesta contro il Signore: perché – grida – “Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male e non puoi guardare l’iniquità …vedendo i malvagi, taci mentre l’empio ingoia il giusto?”. Dio risponde con una visione che parla di un termine, di una scadenza: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede”. I giusti – afferma il Papa – sono i poveri del Signore, gli anawim, che seguono lo stile misterioso di Dio: non appaiono, ma incidono nella storia più dei potenti. Il servizio di Sergio Centofanti: RealAudioMP3
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Il Papa nell’Enciclica “Deus caritas est” parla del silenzio di Dio di fronte alle vicende umane. Cita Sant'Agostino: “Se tu lo comprendi, allora non è Dio”. Il Creatore – afferma Benedetto XVI – “non s’impone, non entra mai con la forza” nella storia, ma si nasconde nel Bambino di Betlemme chiedendo di essere accolto:
“È il paradosso cristiano. Proprio questo nascondimento costituisce la più eloquente ‘manifestazione’ di Dio: l'umiltà, la povertà, la stessa ignominia della Passione ci fanno conoscere come Dio è veramente”. (Messa per l’Epifania, 6\1\2006)
Il fulgore della luce divina brilla sugli umili, Maria, Giuseppe, i pastori:
“Restano in ombra i palazzi del potere di Gerusalemme, dove la notizia della nascita del Messia … suscita non gioia, ma timore e reazioni ostili. Misterioso disegno divino: ‘la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie’". (Messa per l’Epifania, 6\1\2006)
Maria diventa il modello dei giusti che vivranno per la loro fede. Nel Magnificat la sua anima “magnifica”, cioè “rende grande il Signore”: lei invece è piccola:
“È un canto che rivela in filigrana la spiritualità degli anawim biblici, ossia di quei fedeli che si riconoscevano ‘poveri’ non solo nel distacco da ogni idolatria della ricchezza e del potere, ma anche nell'umiltà profonda del cuore, spoglio dalla tentazione dell'orgoglio, aperto all'irruzione della grazia divina salvatrice”. (Udienza generale, 15\2\2006)
Dio – proclama il Magnificat - disperde i superbi, rovescia i potenti, innalza gli umili, rimanda i ricchi a mani vuote:
“Egli si schiera dalla parte degli ultimi. Il suo è un progetto che è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare ‘i superbi, i potenti e i ricchi’. Eppure la sua forza segreta è destinata alla fine a svelarsi, per mostrare chi sono i veri prediletti di Dio: ‘Coloro che lo temono’, fedeli alla sua parola; ‘gli umili, gli affamati, Israele suo servo’, ossia la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è costituita da coloro che sono ‘poveri’, puri e semplici di cuore”.(Udienza generale, 15\2\2006)
“Per il credente – scrive il Papa nella sua Enciclica - non è possibile pensare” che Dio “sia impotente” di fronte alle sofferenze umane. “Piuttosto è vero che perfino il nostro gridare è, come sulla bocca di Gesù in croce, il modo estremo e più profondo per affermare la nostra fede nella sua sovrana potestà. I cristiani – afferma infine Benedetto XVI - pur immersi come gli altri uomini nella drammatica complessità delle vicende della storia, rimangono saldi nella certezza che Dio è Padre e ci ama, anche se il suo silenzio rimane incomprensibile per noi”.
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