2006-08-12 16:04:07

Il commento di padre Rupnik al Vangelo


In questa 19.ma Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il discorso in cui Gesù afferma di essere “il pane disceso dal cielo” suscitando incredulità tra gli ascoltatori. «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? – domandano alcuni - Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?». Ma Gesù ribadisce:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marco Ivan Rupnik: RealAudioMP3
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Quando Cristo dice di essere il pane che discende dal cielo, vuol dire che la sua origine è in cielo, che viene da Dio e che è la vita per il mondo. Chi mangia sopravvive, ma chi mangia questo pane disceso dal cielo che è Cristo non sopravvive, ma vive in eterno. La gente però si è fermata sull’aspetto umano di Cristo, sulla sua presenza storica senza riuscire a cogliere la novità radicale della sua persona. Noi siamo la generazione dopo l’Ascensione di Nostro Signore e dopo la Pentecoste. Cristo è allo stesso tempo con il Padre e nella Chiesa, in mezzo alle vicende della storia. Il suo corpo si continua rivelare a noi proprio nel pane del Sacramento. Il Vangelo odierno avverte anche noi di considerare seriamente Cristo come vero pane presente oggi nella Chiesa e non fermarsi solo su alcuni aspetti della sua presenza storica.
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